Il presidente Robert Mugabe si è dimesso. Ad annunciarlo nel pomeriggio lo speaker del Parlamento dello Zimbabwe, precisando di avere ricevuto una lettera del leader. Sono state così interrotte, con questo annuncio, le procedure di impeachment di Mugabe. Dopo 37 anni al potere si chiude l’era del più anziano capo di stato al mondo.
Secondo le ultime notizie, Emmerson Mnangagwa, prenderà il suo posto come leader entro 48 ore .A confermarlo all’Associated Press anche una fonte ufficiale del partito di governo Zanu-Pf. L’ex vicepresidente tra l’altro nelle ultime ore aveva lanciato un appello proprio a Mugabe affinchè rassegnasse le dimissioni: «Ha sempre detto che se il popolo lo avesse voluto avrebbe lasciato l’incarico. Ora che la gente ha parlato deve accettare la volontà del popolo e dimettersi».
Subito dopo l’annuncio delle dimissioni di Mugabe, è esplosa la festa per le strade di Harare, la capitale dello Zimbabwe. Lo scorso fine settimana si era svolta in città una imponente manifestazione per chiedere le dimissioni dell’anziano leader.
La «lotta al terrorismo in Siria è prossima alla fine». Ad esserne certo è il presidente russo Vladimir Putin, che a Sochi ha avuto modo di parlare con Bashar al Assad. Nel corso dell’incontro a sorpresa, il leader del Cremlino ha auspicato che il processo politico in Siria sia «sotto l’egida dell’Onu». Assad ha sottolineato che Damasco accoglie con favore «coloro realmente interessati a una soluzione politica in Siria, con i quali siamo pronti al dialogo». E l’argomento Siria, oltre a Iran, Corea del Nord e Ucraina è stato al centro della telefonata fra Donald Trump e Putin proprio oggi. A dirlo la Casa Bianca.
Le fondamenta dell’Isis «sono state annientate»: sulle orme di Putin anche il presidente iraniano Hassan Rohani, che ha sentenziato sul futuro del gruppo jihadista: «Gli atti diabolici del gruppo terroristico sono finiti, le conseguenze rimarranno, ma le fondamenta e le basi sono state annientate». Intanto in Iraq almeno 20 persone sono rimaste uccise dall’esplosione di un camion-bomba nella cittadina di Tuz Khurmatu. Si teme si possa trattare di un attacco proprio degli islamisti.
Nel frattempo, ritornando a parlare di cose russe, il centro di Lugansk, la capitale dell’autoproclamata repubblica omonima, è stato bloccato da un commando in divisa militare. Gli uomini sono armati con mortai e mitragliatori. E’ stato anche sbarrato l’ingresso del palazzo del governo e del ‘parlamento’.Secondo l’agenzia ucraina Unian, dietro il commando potrebbe esserci l’ex ministro dell’Interno, Igor Kornet, licenziato ieri dal leader della repubblica Igor Plotnitskiy.
Buone notizie dalla Libia, dove il parlamento di Tobruk, ha approvato la nuova roadmap per la soluzione della crisi elaborata dall’inviato speciale dell’Onu, Ghassan Salamé. Lo ha riferito all’Associated Press il portavoce della stessa Camera dei dei rappresentanti libica riferendosi al piano di azione che prevede un Consiglio presidenziale ristretto e un nuovo governo.
E’ ancora polemica per l’assegnazione ad Amsterdam della sede dell’EMA. Secondo l’Ansa, il ministro degli Esteri spagnolo Alfonso Dastis aveva promesso al governo italiano l’appoggio di Madrid alla candidatura di Milano, ma poi la Spagna non ha votato in tal senso. Gentiloni era molto ‘arrabbiato’ per la scelta, ha detto il governatore della Lombardia, Roberto Maroni, sottolineando di aver sentito al telefono il premier subito dopo la decisione a Bruxelles. «Vorrà dire che sosterremo più fortemente la Catalogna nella sua richiesta di autonomia e indipendenza...», ha chiosato il governatore. Che comunque polemizza: «Io e Sala abbiamo fatto tutto per costruire un dossier competitivo. Resta il dubbio che fra seconda e terza votazione, quando c’era bisogno di essere lì e bastavano due voti, se ci fosse stato il Governo, il presidente del Consiglio, il ministro degli Esteri, magari le cose sarebbe andate diversamente. C’era il sottosegretario Gozi, forse una presenza più autorevole avrebbe fatto la differenza».
Si infittisce il mistero attorno alla sorte del sottomarino argentino Ara San Juan. La Marina argentina ha reso noto che una nave degli Stati Uniti, impegnata nelle ricerche, ha individuato un bagliore bianco, forse un razzo di segnalazione, anche se si ritiene che non possa provenire dal sommergibile. Una nave è stata inviata a controllare la zona, ma si fa notare che i razzi utilizzati dal mezzo dovrebbero essere rossi o verdi. E’ emerso inoltre che una zattera di salvataggio che non appartiene al sottomarino è stata trovata nell’area di ricerca.