domenica, 26 Marzo
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USA2020: ecco come gli Stati in bilico decideranno il Presidente

L’ultimo giorno delle presidenziali USA 2020, il 3 novembre, si è aperto con circa 100 milioni di americani che hanno già espresso il loro voto, e con il candidato democratico, Joe Biden, favorito,secondo tutte le medie degli ultimi sondaggi, e il candidato repubblicano e Presidente uscenteDonald Trump con ancora, secondo FiveThirtyEight, 1 possibilità su 10 di essere riconfermato.
Sempre secondo
FiveThirtyEight, «i democratici hanno 3 possibilità su 4 di riprendersi il Senato; la Camera rimarrà molto probabilmente sotto il controllodemocratico (i democratici potrebbero persino espandere la loro maggioranza di pochi seggi). Il quadro generale è chiaro: l’ambiente elettorale generale favorisce i democratici, che è una delle ragioni per cui hanno buone probabilità di controllare la presidenza, il Senato e la Camera (una probabilità del 72%, secondo le nostre previsioni)».

E però tutto è possibile, anche che un Donald Trump che la matematica più rigorosa gli assegna solo il 10% di possibilità di vittoria, vinca. «Trump ha bisogno di un errore più grande del normale a suo favore, ma la reale possibilità che i sondaggi stiano sottovalutando il sostegno di Trump è il motivo per cui ha ancora possibilità di vincere la rielezione», conclude FiveThirtyEight.
Molto, se non proprio tutto, sia per Biden che per Trump, dipende dagliSwing States’, gli Stati in bilico. Sono Stati chiave considerando il sistema elettorale americano, in base al quale non è il voto popolare a eleggere il Presidente bensì i voti del Collegio elettorale.

Diversi Stati entrano in gioco in diversi cicli elettorali, gli Stati in bilico per le elezioni del 2020sono: Arizona, Florida, Georgia, Iowa,Michigan, Minnesota, North Carolina, Ohio,Pennsylvania, Texas e Wisconsin.

E su questa situazione molto potrebbe incidere -favorevolmente per Biden, probabilmente non per Trump- la decisione della Corte Suprema che ha giudicato valida la decisione Corte della North Carolina che consente al consiglio elettorale dello Stato di giudicare validi i voti postali ricevuti fino a 9 giorni dopo le elezioni presidenziali, purché il timbro postale certifichi che siano stati espressi entro il 3 novembre. Stessa decisione che in precedenza era stata assunta per la Pennsylvania. Due Stati in bilico, e una valanga di voti espressi via posta che attendono ancora di essere consegnati e che molto probabilmente per la gran parte saranno voti democratici.

Florida, Georgia, Texas sono definiti ‘toss-up’.
Secondo la media dei sondaggi realizzata da
270toWin, in Florida Biden conduce con un vantaggio del 3,1%, in Georgia resterebbe al comando con un insignificante 0,2%, in Texas con un 1,3%. Di fatto in tutti e tre questi Stati si profila un testa a testa fino all’ultimo voto.
Arizona, Michigan, Minnesota, North Carolina, Pennsylvania e Wisconsin sarebbero inclini a Biden.
Iowa e Ohio sarebbero inclini a Trump.

La Pennsylvania, che nell’ultima media dei sondaggi vede Biden guidare con un vantaggio del 3,7%, mostra attenzione per Trump, in particolare in alcune aree rurali e operaie, mentre città come Philadelphia e Pittsburgh stanno votando bene per i Democratici. La Pennsylvania ha 20 voti per il Collegio elettorale, nel 2016 vennero conquistati da Trump, dopo lunghi anni di tradizione democratica, ora potrebbero ritornare a Biden, e per lui sarebbero una conquista fondamentale per assicurarsi la vittoria. SecondoFiveThirtyEight. la Pennsylvania è il più probabile punto di svolta e molte delle possibilità di Biden dipendono da ciò che accade in Pennsylvania.

L’Arizona ha votato repubblicano dal 1957, tranne quando passò a Bill Clinton nel 1996. I grandi cambiamenti demografici e la migrazione di persone dalla California, così come la presenza della dinastia McCain, spesso attaccata, hanno cambiato la politica dello Stato. Biden parte conun vantaggio nei sondaggi del 2,2% per portare a casa gli 11 voti elettorali. Gli osservatori sottolineano come qui il candidato democratico al Senato sia favorito, il che potrebbe essere un rafforzativo per Biden.

Il Texas è una roccaforte repubblicana, qui Trump guida i sondaggi con un 1,3% di vantaggio, non molto, Biden lo ha messo in difficoltà e ha provato portarsi a casa i 38 voti del collegio elettorale in palio, ma secondo gli osservatori Trump vincerà per un soffio. Una sconfitta che sulla carta Biden si può permettere e non sarebbe neanche una brutta sconfitta.

Con 29 voti del collegio elettorale in palio, la corsa in Florida è molto serrata. Biden viene dato avanti di 3,1 punti, ma Trump resta molto forte, pienamente in gara. La Florida è stata a lungo democratica, oggi è guidata da un governatore repubblicano. Lo Stato è noto per le contestate elezioni Bush-Gore del 2000, che hanno portato la Corte Suprema degli Stati Uniti a decidere le elezioni. Il che ha fatto ritenere a molti analisti che quasi identico scontro, e forse peggiori pasticci si ripeteranno in questo 2020.
Sia Trump (che qui ha spostato la sua residenza) sia Biden hanno fatto molta campagna elettorale con l’obiettivo di portarsi a casa la consistente pattuglia di grandi elettori, a fianco di Biden qui è arrivato anche Barack Obama. Nei giorni scorsi si parlava per i due candidati di stallo statistico. C’è da credere che qui sarà davvero battaglia all’ultimissimo voto, e forse contestazioni a pioggia e cause legali.

Gara altrettanto apertissima in Georgia, dove il vantaggio di Biden è tanto esile da essere inutile, è pari infatti allo 0,2%, ma segnala una possibilità per i democratici. Lo Stato è stato una roccaforte democratica fino al 1972, da allora è stato una sicurezza repubblicana. Possibile che si decida la partita per una manciata di voti, che se fossero democratici segnerebbero una significativa inversione di tendenza.

Il Wisconsin ha 10 voti elettorali. Trump ha vinto lo Stato nel 2016 con solo un margine dello 0,7%nel voto popolare. Biden è in testa di 9,2 punti,una percentuale che lo dovrebbe mettere al riparo da qualsiasi errore.

Secondo 270toWin, Biden ha un vantaggio di 8 punti a livello nazionale, e secondo il ‘New York Times’, Biden parte da una base di 212 grandi elettori (e altri 21 quasi certi), contro i 125 per Trump. Rimangono i grandi elettori di dieci Stati in bilico: Arizona (11), Florida (29), Georgia (16), Iowa (6), Michigan (16), North Carolina (15), Ohio (18), Pennsylvania (20), Wisconsin (10), Texas (38), in palio.
Secondo gli osservatori, a Biden basterebbe vincere in Michigan, Wisconsin e Pennsylvania, che hanno votato per Bill Clinton, Al Gore, John Kerry e Barack Obama prima di passare ai repubblicani quattro anni fa, e dove il candidato democratico ha un vantaggio nei sondaggi, per diventare Presidente; oppure gli basterebbe vincere in Florida e in Wisconsin. Se Biden perde la Pennsylvania ma vince il Michigan e il Wisconsin, secondo FiveThirtyEight, avrebbe ancora ottime possibilità di riuscita. Trump, invece, se perdesse in Pennsylvania, le possibilità di vittoria si ridurrebbero quasi a zero.

Una cosa è certa: con milioni di schede da conteggiare e la possibilità di farlo per oltre una settimana, gli Stati in bilico resteranno tali per molti giorni ancora, il che significa che ci si dovrà preparare per una lunga attesa.

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