martedì, 21 Marzo
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Addio a Federico Orlando, con Montanelli il no al Cav

Federico Orlando era un uomo libero.

Federico Orlando poneva con forza, da liberale e democratico, la questione della democrazia. Soprattutto delle regole della e per la democrazia. Coerentemente liberale da sempre, liberale è rimasto sino alla fine, evolvendo da giovane, stretto, collaboratore di Giovanni Malagodi, ad affermatore dei diritti civili, spesso consonante con le posizioni dei radicali.

Federico Orlando era un fior di scrittore, specie dopo che si concluse la doppia avventura a fianco di Indro Montanelli come condirettore e vero artefice operativo dei suoi quotidiani, a il Giornale prima, a la Voce poi, quando nel 1994 furono costretti a rompere con Silvio Berlusconi, sceso in politica.

Federico Orlando non era il braccio destro di Montanelli, o meglio non era solo il braccio destro di Montanelli, come in genere sbrigativamente si dice. Era un autonomo, grande giornalista e uomo, che con il gigante fucecchiese fece un bel pezzo di strada. Non era un santo, non era un santino, nessuno lo è, ma era un uomo libero che si è divertito a scrivere quel che voleva.  

Molte le iniziative che si stanno avviando non per ricordarlo, ma per continuare il suo lavoro. Oggi nella sua Campobasso con un Memorial coordinato da Antonio Ruggiero, Direttore del mensile molisano Il Bene Comune. Con lui  il giornalista Giuseppe Tabasso, amico da sempre di Federico, il Presidente Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Enzo Iacopino, Gabriele Paci, già a Capo della Redazione romana de la Voce di Montanelli, Stefano Corradino, Direttore di Articolo21.com, il Presidente della Regione Molise, Paolo Di Laura Frattura, il Sindaco di Campobasso, Antonio Battista.

Parallelamente Giuseppe Giulietti, con cui Orlando aveva animato Articolo 21 per la libertà d’informazione, e Stefano Menichini, Direttore di Europa di cui Orlando era condirettore, assieme ad altri amici stanno avviando iniziative, fra cui una Borsa di Studio. E altri ancora che hanno lavorato con lui vanno organizzando una Giornata di Studio sulla sua scrittura. Molto apprezzato al Quirinale: più volte il Presidente Giorgio Napolitano lo aveva chiamato anche negli ultimi tempi. Ed altro intende fare ora.

Importa cha la morte ci trovi vivi, e a lui vivo l’ha trovato di certo. Sempre ammesso che lo scorso otto agosto l’abbia davvero trovato.

 

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