Gli avvenimenti di Parigi hanno scacciato dalle prime pagine la questione dei profughi, e si può capire. Ma almeno nelle pagine interne un po’ di attenzione dovrebbe esserle accordata, sia perché si è ancora lontani dall’averle dato una soluzione e sia perché sicurezza e immigrazione sono in fondo strettamente legate.
Per il primo aspetto, è facile prevedere che il vertice UE-Paesi africani svoltosi la settimana scorsa a La Valletta, nonostante l’impegnativa presenza di tutti i maggiori leader europei, avrà conseguenze di scarso peso. Forse preparato con eccessiva fretta, la lettura dei documenti finali manifesta pesante inconsistenza dell’Unione su questi temi. Sia la dichiarazione politica sia il così detto piano d’azione sono stati redatti nel solito stile ampolloso che non permette di inquadrare i problemi. Vi si proclama l’intenzione di ‘ridurre la povertà’, di ‘promuovere la pace’, di assicurare ‘efficaci sistemi di governo’ nonché gli immancabili diritti dell’uomo. Sono intenzioni lodevoli, ma ripetute stancamente e alla fine senza convinzione. Non c’è dubbio che in un mondo prospero e pacifico lo spostamento anche di molte persone non costituirebbe una tragedia, ma è altrettanto certo che un mondo di quel tipo non sarà il nostro. Quanto al piano d’azione, esso si divide in ben 16 capitoli, ognuno dei quali prevede una serie di specifiche misure. L’elenco è lungo ma declamatorio e, ridotto alla sua parte pratica e realizzabile, contiene la promessa dei Paesi europei di incrementare il loro sostegno finanziario per certe iniziative contro l’emigrazione dall’Africa: lotta ai mercanti di uomini, maggiore controllo ai confini, migliori condizioni di vita per chi già si trova nella condizione di rifugiato o profugo in Africa. Gli effetti dei relativi sussidi saranno valutati da una commissione di alti funzionari al più tardi nel gennaio 2017, il che in uno scenario che cambia letteralmente ogni giorno, fa capire quanto potrà incidere il vertice sul flusso migratorio in atto. Sullo sfondo di questa facile profezia appaiono non solo poco produttivi vertici così affollati e mediatizzati come quello de La Valletta ma anche negativi per la credibilità politica dell’Unione
Per quanto riguarda la relazione fra sicurezza e immigrazione, qualche buona notizia è venuta giovedì 19 dall’annuale conferenza stampa del Procuratore generale tedesco. Fino a metà ottobre fra le centinaia di migliaia di profughi giunti in Germania nel 2015 si sono avute segnalazioni di pericolosità riguardo ad appena 120 persone, secondo il procuratore generale Holger Münch. E di queste la maggior parte si sono poi rivelate infondate, tanto che il numero di coloro che sono stati formalmente incriminati si ferma alle 16 unità. La buona notizia è un po’ ridimensionata dal fatto che il dato si riferisce alle persone di cui si è certi dell’identità. Risulta purtroppo che non meno del 70% dei profughi ha viaggiato fino nel cuore dell’Europa senza avere con sé documenti di identificazione.