Le forze armate della Federazione Russa si stanno preparando per un’offensiva nell’Ucraina orientale. Di conseguenza sono le ultime ore per i civili, donne, anziani, bambini, per fuggire dall’Est dell’Ucraina. A lanciare l’allarme sono state le autorità locali. Già ieri il Ministro per la reintegrazione dei territori occupati dell’Ucraina, Iryna Vereschchuk, aveva invitato i residenti di tre regioni orientali ad evacuare immediatamente, indicando le aree di Lugansk, Donetsk e parte della regione di Kharkiv. I russi hanno ripreso l’offensiva a Mariupol «ma le nostre truppe stanno resistendo», ha affermato Oleksiy Arestovych, consigliere del capo dell’Ufficio del Presidente, in un briefing, come riporta ‘Ukrinform‘. «La situazione militare e politica in Ucraina è controllata dalla leadership dell’Ucraina. Su 9 aree operative in cui il nemico è avanzato dall’inizio della guerra, ne rimangono 2,5: la regione di Lugansk, Mariupol, la regione di Kherson, dove fino a poco tempo il nemico stava ancora cercando di attaccare. Ora è sulla difensiva», ha detto il consigliere.
In questo quadro, alcuni esperti militari ucraini hanno suggerito che il rischio che la Russia utilizzi armi nucleari o chimiche contro l’Ucraina è in aumento, afferma Kseniya Kirillova, giornalista investigativa e analista della Jamestown Foundation.
Gli osservatori della Russia «hanno notato che le autorità russe stanno preparando la popolazione a uno scenario del genere e hanno suggerito che Mosca non crede che sarà ritenuta responsabile delle sue azioni. La conclusione degli esperti dovrebbe essere vista in tandem con esempi dell’estrema disumanizzazione degli ucraini nei media russi e della propaganda di guerra sempre più aggressiva della Russia, che rendono improbabile una risoluzione pacifica del conflitto».
Malgrado il Cremlino abbia bisogno di vittorie militari, e che sembri non in grado di ottenerle con mezzi convenzionali, lo specialista militare ucraino Anton Mikhnenko ha osservato, in un’intervista, che «Putin non ha motivo politico per lanciare un attacco nucleare, poiché, in tal caso, perderebbe anche il sostegno della Cina e di altri Paesi non europei. Tuttavia, in senso militare, le élite russe possono considerare un simile esito abbastanza concepibile, dato che la barriera psicologica all’uso di armi nucleari tattiche, a differenza di quelle strategiche, è già stata rimossa».
«Uno dei segnali che indicano che hanno deciso di lanciare un attacco nucleare potrebbe essere il dispiegamento di unità di protezione radiologica,chimica e biologica nel territorio dell’Ucraina,che garantirebbe la successiva disinfezione del territorio contaminato prima che le truppe russe si mettano in marcia offensiva, ritiene l’analista ucraino. Tuttavia, Mikhnenko ha ammesso cheun’offensiva del genere potrebbe essere evitata se Putin non prevede di impadronirsi dell’intero territorio del Paese, ma solo di spezzare la resistenza degli ucraini in modo che abbandonino le regioni già conquistate dalla Russia. Un altro esperto ucraino, Valery Ryabykh, direttore della società di informazione e consulenza Defense Express, ha suggerito che, al momento, la probabilità di un tale attacco è medio-bassa, ma potrebbe aumentare se l’Occidente non si dimostra pronto a intraprendere un’azione adeguata in risposta. L’analista bielorusso Yuriy Tsarik avverte di uno scenario simile, osservando che un tale attacco dimostrativo potrebbe essere effettuato anche sul territorio bielorusso».
«Allo stesso tempo, il politico dell’opposizione russa, ex prigioniero politico ed ex capo della compagnia petrolifera Yukos, Mikhail Khodorkovsky, ha suggerito che il rischio di un attacco nucleare tattico in territorio ucraino sta diminuendo perché ci sono problemi tra Putin e il suo esercito. Secondo lui, la dichiarazione del Presidente degli Stati Uniti Joseph Biden secondo cui, in caso di utilizzo di armi chimiche o nucleari, Putin avrebbe ricevuto una ‘risposta adeguata’, potrebbe anche smorzare la determinazione del Presidente russo, poiché gli crea ulteriore incertezza. Vero che le dichiarazioni di alcuni leader europei secondo cui “non andranno in guerra in nessuna circostanza” potrebbero aumentare il senso di impunità di Putin. La segnalazione coordinata da parte dell’alleanza occidentale sarà fondamentale nei prossimi giorni e settimane».
Già prima della fine del primo mese di guerra,gli strateghi nucleari e gli ex funzionari statunitensi avvertivano che esisteva un rischio remoto ma crescente di uno scivolamento involontario in un conflitto diretto, anche, in alcuni scenari, uno scontro nucleare. La possibilità di uno scontro nucleare non deriverebbe da una deliberata escalation, piuttosto da «un malinteso o una provocazione andata troppo oltre che,mentre ciascuna parte si affretta a rispondere,va fuori controllo. La guerra in Ucraina aumenta questi rischi a un livello mai visto dalla crisi dei missili cubani, e in qualche modo è potenzialmente più pericoloso di così, affermavano alcuni esperti», sentiti da ‘New York Times‘. Ulrich Kühn, uno stratega nucleare dell’Università di Amburgo in Germania, al quotidiano americano, a marzo, ha dichiarato: «Le possibilità di impiego di armi nucleari sono estremamente basse. Ma non è zero. È reale e potrebbe anche aumentare».
I pianificatori di guerra russi, ossessionati dai timori di un’invasione della NATO, hanno insinuato in recenti documenti politici e giochi di guerra che potrebbero credere che la Russia potrebbe respingere una tale forza attraverso un singolo attacco nucleare, una mossa che i leader dell’era sovietica hanno respinto come impensabile.
La Russia sui campi di battaglia dell’Ucraina arranca, oramai è sempre più in difficoltà, per tanto la possibilità un tempo impensabile di utilizzare armi nucleari è ora in aumento, di man in mano che diminuiscono le opzioni di vittoria del Presidente Vladimir Putin. Le armi nucleari tattiche non hanno fatto parte del pensiero strategico dalla fine della Guerra Fredda nel 1991.
Quali sono queste armi e quale sarebbe il significato del loro uso?
Lo spiega sinteticamente ‘Al Jazeera‘: «Le testate nucleari tattiche sono state create per offrire ai comandanti militari una maggiore flessibilità sul campo di battaglia. A metà degli anni ’50, mentre venivano costruite e testate bombe termonucleari più potenti, i pianificatori militari pensavano che armi più piccole con una portata più breve sarebbero state più utili in situazioni ‘tattiche’ o militari.
Le moderne testate hanno una resa variabile ‘dial-up’, il che significa che un operatore può specificare la sua potenza esplosiva e un’arma tattica dovrebbe avere una forza da una frazione di kiloton a 50 kt. Per un senso di scala, l’arma che ha distrutto Hiroshima era di circa 15kt. Un singolo kiloton equivale in potenza a mille tonnellate di TNT, un esplosivo ad alto potenziale. Le armi tattiche dovevano essere usate contro concentrazioni di truppe, navi, stazioni di smistamento, aeroporti, ecc. Durante la Guerra Fredda, furono integrate in ogni livello di pianificazione militare sia dalla NATO che dal suo equivalente comunista, il Patto di Varsavia. Il solo esercito cecoslovacco aveva in programma di utilizzare 131 armi nucleari contro obiettivi della NATO come parte del suo attacco iniziale. Altri membri del Patto di Varsavia e della NATO avevano i propri piani per l’uso nucleare. Qualsiasi scambio del genere avrebbe reso immediatamente inabitabile gran parte dell’Europa centrale, con la preoccupazione che l’uso nucleare tattico si sarebbe rapidamente intensificato verso l’uso nucleare strategico con la maggior parte degli Stati Uniti, dell’Unione Sovietica, della Francia e del Regno Unito tuttidistrutti nello spazio di un pomeriggio».
Durante la guerra fredda, America e Unione Sovietica erano bloccate nella dottrina della distruzione reciprocamente assicurata: c’erano così tante armi nucleari che se una parte le avesse usate per lanciare un attacco, l’altra avrebbe risposto immediatamente, provocando l’annientamento reciproco. La Russia non è solo una potenza nucleare, con circa 6.000 testate nucleari, ma ha anche la più grande riserva nucleare del mondo.