Con il violentissimo discorso di Martedì sera (8 Marzo) sulla questione Ucraina, Joe Biden ha definito in maniera chiara la sua politica: fare il maggior danno possibile alla Russia, spaccare l’Europa. Ma Biden, come invero quasi tutti i politici di vari Paesi, si guarda bene dal prendere in considerazione le ragioni del conflitto, e quindi di valutare razionalmente gli argomenti del conflitto, e così scatena una guerra totale, per ora senza armi usate direttamente.
È il più classico dei ritorni alla peggiore guerra fredda, nella quale, a parti invertite, gli USA si propongono di assistere (sostenendo gli avversari della Russia) alla ‘caduta‘ della Russia in un disastro, ha detto esplicitamente Biden, simile a quello che hanno subito gli statunitensi in Afghanistan. Io direi -e ho anche detto- un Vietnam russo.
Ma, nel suo discorso, Biden non ha mancato di cercare per l’ennesima volta di dividere l’Europa, toccandola nel punto più delicato, anzi, nei punti più delicati: la necessità di energia e l’accidia, la scarsa voglia di essere coinvolti e di averne danni da parte di vari Stati europei, come, da una parte, i cosiddetti Stati ‘tirchi’ e dall’altra gli Stati già di per sé meno europei anche culturalmente.
Per fortuna, direi, la Gran Bretagna, che al solito sarà in prima linea nella lotta totale contro la Russia, non fa più parte dell’UE, e quindi in qualche modo una sorta di quinta colonna degli interessi statunitensi se non è messa a tacere, almeno ha un altoparlante meno potente.
Per quanto attiene a questo secondo punto, pare che gli USA stiano fornendo grandi quantità di armi agli ucraini per il tramite di Polonia e Romania. In questo modo si divide l’Europa almeno su questo piano, dato che la maggior parte degli Stati europei ha scarso entusiasmo in questa scelta di partecipazione indiretta al conflitto, ma rischia di dividersi sull’entità della partecipazione e, inoltre, crea un legame stretto e diretto tra quei Paesi europei e gli USA.
Resta il fatto, però, che ufficialmente l’Europa si dissocia dalle misure economiche volute dagli USA, per motivi che sono evidenti, tanto più che proprio la Germania dipende al massimo dal gas russo, e noi italiani quasi altrettanto. Ciò, peraltro, potrebbe offrire all’Europa la possibilità di distanziare la propria posizione da quella radicale degli USA, facilitata dal fatto che gli USA hanno tutto il petrolio che vogliono e quel misero 10% che comprano dalla Russia può essere sostituito (con un certo imbarazzo, posto che i politici ne siano capaci) con petrolio proveniente … dall’odiato Venezuela, quello Stato il Governo del quale gli USA hanno cercato in tutti i modi di fare cadere, anche con l’uso della forza!
Direte: è il solito cinismo della politica. Vero, ma questo cinismo può contribuire, anzi, contribuisce certamente a rendere poco credibili le promesse dei politici. Anche se, poi, noi italiani non abbiamo mancato di metterci nel nostro, con la figuraccia di Matteo Salvini, che ha scoperto la bellezza dell’immigrazione e dell’aiuto ai rifugiati e va in Polonia a fare la sceneggiata di offrire aiuti … venendo letteralmente cacciato a male parole dal sindaco della città dove si era recato per farsi propaganda! Ahimè, o per fortuna, anche nei momenti più tragici, non manca chi fa ridere (amaro) e giustamente merita per sé, ma anche per gli italiani che purtroppo rappresenta in quel momento, l’urlo della piazza «buffone, buffone».
Tornando a cose serie, per quanto, invece, riguarda l’Ucraina, il Presidente Volodymyr Zelensky ha lasciato intendere che (e mi pare sia una novità molto rilevante) una trattativa sulle richieste russe è possibile. È una strada difficile, ma percorribile. Che quella proposta sia o meno interamente sincera non è dato sapere, ma è un segnale che, da parte di politici ragionevoli, non può non essere colto.
Ora la Russia ha davanti a sé una sola strada: negoziare. Anche perché, l’alternativa non è certo quella di perdere la guerra, bensì è quella, molto più grave, di perdere la pace.
Tutto, infatti -e il discorso solo retorico ma molto efficace di Zelensky ai Comuni britannici mi pare che lo confermi- induce a pensare che comunque anche una totale occupazione dell’Ucraina da parte della Russia non impedirebbe l’inizio, o meglio la continuazione, di una guerriglia micidiale, da parte di quasi tutti gli ucraini, ai quali non per caso sono state distribuite armi senza controllo alcuno.
Ora, dunque, ripeto, si tratta, per la Russia, di avere la lucidità di accettare la trattativa prima di trovarsi impantanata in una guerra di guerriglia, di stampo anch’essa antico. L’Ucraina non è il Vietnam, e nemmeno l’Afghanistan: la capacità degli USA di rifornire e aiutare in molti modi gli ucraini, diversamente da come gli avversari degli USA poterono aiutare rispettivamente i vietnamiti e gli afghani, che, però, entrambi hanno vinto.