giovedì, 23 Marzo
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Ucraina: l’insipienza politica di UE, USA, NATO

Nel mio intervento di ieri ho cercato di indicare i termini strettamente giuridici della questione Ucraina. Passiamo ora al fronte della politica internazionale. Tenuto conto che, certamente è molto frequente il caso che la soluzione di gravi controversie avvenga in maniera difforme dalle norme di diritto internazionale, è altrettanto necessario, laddove il conflitto sia in corso, definire correttamente le norme e i conseguenti diritti ed obblighi.
Un altro
tema molto importante, dal punto di vista della politica internazionale, è il fatto che nei territori della Crimea e di Sebastopoli vi sono le basi della flotta da guerra russa, e quindi è abbastanza ovvio che la Russia faccia resistenze a vedersi sottratto quel territorio e le relative basi, almeno finché non abbia potuto trasferirle altrove, cosa che, se non sbaglio, è in parte già in atto. Certo, anche con tutte le buone volontà, che la Russia possa immaginare di tenere le proprie basi in un Paese straniero è accettabile, ma se quel Paese diventa o sta per diventare parte di una alleanza militare ostile alla Russia, che da parte di quest’ultima vi sia qualcheperplessitàmi pare logico. Qui, come vedremo, si gioca l’insipienza politica sia dell’Europa (Germania in testa), sia degli USA, sia, infine, della NATO, braccio armato senza ‘nemico’. Qualcuno non ha mancato di rilevare che in certi casi la NATO sembra una sorta di organizzazione mercenaria: a qual titolo, la NATO è intervenuta in varie situazioni non europee sarebbe interessante scoprirlo.

Torniamo, perciò, all’inizio e cioè allo scioglimento della Unione Sovietica e all’accordo Gorbaciov-Bush.
È un dato di fatto che la Russia non ha protestato quando gli Stati baltici non solo sono entrati nella NATO, ma hanno addirittura aderito all’Unione Europea, cosa che, certo un gran piacere alla Russia non ha fatto. Così come la Russia ha sostanzialmente taciuto, sia pur borbottando, quando non solo sono entrati sia nella NATO che nell’UE, tra gli altri, la Polonia, l’Ungheria e le due repubbliche frutto della scissione della Cecoslovacchia. Scissione, lo dico solo incidentalmente, che non ha provocato nessuna reazione contraria, almeno in Occidente. Solo per dire che il fatto che uno Stato perda dei pezzi o si scinda o altro, non è di per sé un fatto antigiuridico, purché, e questo è fondamentale, avvenga con il consenso della popolazione.
La situazione della Russia, dunque, è divenuta particolarmente difficile, circondata come è da molti Stati (a cominciare dalla Turchia!) membri della NATO e dotati sul proprio territorio di missili con testate nucleari. Ed è, dunque, perfettamente legittimo che la Russia protesti e cerchi di evitarlo.
Qui, a mio parere, si inserisce il gravissimo errore non solo giuridico di USA ed Europa. Dico non solo giuridico, perché schierare missili ai confini degli Stati è quello che il diritto internazionale definisce un comportamento inamichevole e per il quale la storia del diritto internazionale è piena di proteste e conseguenti trattative. Tanto più che i missili con testate nucleari non serve a nulla che stiano alla frontiera del ‘nemico’, sono in grado di percorrere migliaia di chilometri in pochi minuti: il loro spiegamento, quindi, ha un fine chiaramente politico e non certo amichevole.
Se solo pensate che, di recente,
gli USA hanno protestato perché la Russia ha posto missili a Vladivostok, cioè dall’altra parte dell’Oceano Pacifico. A suo tempo gli USA impedirono la collocazione di missili a Cuba, uno Stato indipendente e sovrano, del quale gli USA cercavano di rovesciare il Governo. La Cina ha violentemente protestato per la vendita all’Australia di sommergibili nucleari armati di missili nucleari, pur non avendo l’Australia fatto una sola mossa ostile verso la Cina. Idem per quanto riguarda la Corea del Nord! E si potrebbe continuare all’infinito.
Ma nel caso specifico vi sono due elementi in più. In primo luogo, la necessità di Putin di predisporre una successione vincente, dato che, checché se ne dica, il Presidente russo deve essere votato e quindi un minimo di gradimento deve pure averlo. Quanto alla presunta autarchia di Putin, è perfettamente verosimile, ma il consenso popolare espresso nel voto è difficilmente contestabile. L’altro elemento è che, dall’epoca dello scioglimento della Unione Sovietica, la Russia si è progressivamente ripresa sia politicamente che economicamente e, quindi, anche militarmente.
Si potrebbe aggiungere che dopo lo scioglimento dell’Unione Sovietica, si è detto da tutti, statunitensi in testa, che la ‘guerra fredda’ era finita. Ma allora perché considerare la Russia un nemico e puntargli i missili contro? Non discuto che o se lo faccia anche la Russia e meno che mai che lo abbia fatto prima, queste sono cose irrilevanti, quello che conta è che su Mosca sono puntati missili a testata nucleare e su Washington anche … e meno male che la guerra fredda è finita!

Giancarlo Guarino
Giancarlo Guarino
Giancarlo Guarino, ordinario, fuori ruolo, di diritto internazionale nell’Università degli Studi di Napoli Federico II, è autore di numerose pubblicazioni su diverse tematiche chiave del diritto internazionale contemporaneo (autodeterminazione, terrorismo, diritti umani, ecc.) indagate partendo dal presupposto che l’Ordinamento internazionale sia un sistema normativo complesso e non una mera sovrastruttura di regimi giuridici gli uni scollegati dagli altri.
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