sabato, 1 Aprile
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Ucraina: diritto internazionale smarrito

Come avete capito, voi intendo che mi leggete tre o quattro che siate, come avete capito, io rientro nella categoria di recente fondazione dei ‘filo Putin, il morente Capo del Governo della delenda Russia’. Cingolani, la parola ‘delenda’ non la capirà, ma tanto certo non mi legge, e dunque, permettetemi di elencare qualche “stranezza”, secondo i filo-putiniani come me, di ciò che accade e si dice, specialmente si dice in questi giorni in Italia.

La ‘mitica’ Gruber, la super giornalista che pronuncia il francese meglio della signora Brigitte Macron, l’altra sera ha intervistato la Professoressa Krusceva, nipote di Kruscev, e che lavora come ricercatrice politica negli USA. Sorvolo sulle cose, molto ragionevoli, equilibrate e chiare, fortemente contestata da ‘permanente bianca’; al secolo Severgnini) che ha detto il contrario sempre della Krusceva, sbeffeggiandola perché nipote di quel tale, ma silente sulla ficcante e altamente giornalistica domanda posta per ben due volte dalla Gruber: ‘che cosa penserebbe suo nonno della situazione attuale’? non scherzo: glielo ha chiesto due volte, anche infastidita per la mancata risposta. La seconda volta la ‘sventurata’ rispose: non lo so. Questi putiniani sono un vero pericolo pubblico per l’Italia. Meno male che ci sono Gruber e Mentana, aiutati da Severgnini.

Quest’ultimo, infatti, dopo averci chiaramente fatto capire cosa pensava della Kusceva, ha ripetuto due volte, senza ridere (lui non sa farlo) che ‘40 democrazie’ si sono riunite contro Putin. ‘Democrazie’! Tra di esse il Qatar, il Camerun, il Mali, la Giordania, la Turchia, Israele, non so se ci fosse anche l’Iraq sotto occupazione USA: democrazie! C’era anche l’inconsapevole Guerini tra i 40, ma nessuno se ne è accorto. Non per nulla Gramellini (che ormai ha ‘saltato il fosso’) chiosa sempre sui 40: «abbiamo gli stessi valori». Spero proprio di no, caro Gramellini.

Da alcuni giorni vari giornali aprono con articoloni a 22 colonne di illustri psichiatri, o veterinari non so, che osservano e analizzano Vladimir Putin, per stabilire, invariabilmente, che è matto, è fuori di controllo, vive in un suo mondo speciale tutto suo, e non sa cosa succede realmente. Insomma è matto come un gatto come direbbe Gino Paoli. La diagnosi, certissima e incontrovertibile, viene fatta a distanza, senza nemmeno interpellare il matto. È come se un ingegnere decidesse che un grattacielo sta crollando in base ad una foto presa da lontano. Ci vogliono una faccia tosta e una improntitudine da fare paura.

Ma non basta, perchè, intervistato compuntamente da qualche giornalista il generale Tricarico, uno di quella miriade di generali e ammiragli che stanno infestando radio, televisioni e giornali con la stessa insistenza dei virologi, sentenzia serissimo: “qualunque arma data alla Ucraina è un’arma difensiva”. Ora pare che gli diano i carri armati Leopard tedeschi, e forse gli F16 … ma tanto li hanno già provati (sic), hanno il “foglio rosa”. Chiaro?

È un mondo, questo, tutto descritto a spanne, a chiacchiere. La pandemia era una banale influenza, le armi sono difensive a prescindere, Putin è matto, il Qatar è una democrazia come la Turchia.

Ma del resto, il nostro Paese è tutto così, se è vero come è vero, che i giornali non fanno altro, specie negli ultimi giorni, che titolare che la Russia ‘ricatta’ l’Europa perchè minaccia di non vendergli il gas. Vi rendete conto: uno bombarda la Russia di insulti, la fa bombardare dagli ucraini ai quali dà armi ‘difensive’ e poi chiama ricattatore chi ti dice di andarti a comprare il gas altrove. Insomma l’idea è: io ti bombardo ma tu il gas me lo devi dare lo stesso, se no sei sleale. Ragionamento folle? Mica tanto. Oggi il padrone delle ferriere (al secolo Bonomi) sbraita contro Orlando perché dice che Orlando lo ricatta per costringere gli industriali ad aumentare i salari. Lui lo chiama ricatto. Io, nel mio piccolo direi che Orlando fa il suo mestiere, il suo dovere, no?

Certo, poi mica uno si deve mettere a pensarci sul serio. Il nostro Paese è quello che è e non si smentisce mai, specie in termini di democrazia.

Prova ne è, ed è davvero una cosa disgustosa, la inchiesta in corso in Parlamento sul modo in cui vengono gestiti i giornalisti russi, in genere perché quello è lo scopo reale, come si gestiscono i ‘talk show’, che parlano troppo di Putin. Premesso, infatti che naturalmente, come dice il solito Andrea Romano e gli italoviventi (specialisti ben noti e ben famosi, di democrazia) questi parlamentari (che vogliono riunirsi in seduta congiunta con il COPASIR) per usare le parole dell’italovissuto Anzaldi: «vogliamo capire se si tratta di giornalisti russi che operano liberamente o addirittura di funzionari del governo russo che diffondono la propaganda del Cremlino». Lo sappiamo come la pensano, specie in TV: si intervista un giornalista russo e si apre spiegandogli che lui (o lei) è un venduto al Governo russo, diversamente dai giornalisti italiani che sono ‘liberi’. Non si capisce bene, quindi, cosa voglia accertare Anzaldi, a meno che non voglia in realtà dire che i giornalisti russi non vanno intervistati perché, in quanto dipendenti di aziende pubbliche sono dei mercenari mentitori di professione, anzi, propagandisti delle idee del Cremlino. L’altro giorno è stato intervistato, come al solito, Luttwak, che ha detto chiaro di essere dipendente della Casa Bianca: per lui va bene?

Potrei fare notare che anche noi abbiano dipendenti pubblici che fanno i giornalisti e che spesso si sono comportati e si comportano in modo alquanto ‘sospetto’. Potrei anche domandarmi perché si abbia tanto timore della eventuale propaganda russa. A parte il fatto, che è ancora tutto da dimostrare che ciò che scrivono e dicono i giornalisti italiani sia frutto della loro testa e non riecheggi la propaganda USA, ammesso che i russi siano dei semplici propagandisti, bisogna dimostrare che dicono ‘balle’. Il punto è che, molto spesso, quella dimostrazione appare impossibile e quindi si preferisce, democraticamente, di non farli parlare proprio e così si elimina il problema in radice.

Il caso, che ha dato ad Anzaldi l’occasione per scatenarsi contro i mercenari dell’inchiostro russi è il seguente. Una certa giornalista russa, Nadana Fridrikson, al soldo del Ministero della difesa russa, ha sostenuto una cosa terrificante: «L’operazione militare speciale russa ha il compito di terminare la guerra iniziata dal regime di Kiev sostenuto dagli Stati Uniti». Orbene, a tacere del fatto che la ‘combutta’ tra USA e Zelenski è evidente e stranota e pure rivendicata, che c’è di strano a sostenere quella tesi o altre simili. Caro Anzaldi, venga ad arrestarmi: io sostengo da prima dell’inizio della guerra, che c’era una evidente ‘spinta’ USA all’Ucraina a opporsi con le armi alle pretese russe, e la cosa è abbastanza plateale, lo dicono anche tanti altri giornalisti italiani. Certo, io sono meno noto del prof. Orsini e quindi state cercando di prendervela con lui, ma non si sa mai … io qua sto!

Ciò che, invece, dovrebbe fare gridare allo scandalo, è il fatto che quel campione di democrazia di cui sopra, aggiunge anche: «alla luce della pericolosa deriva presa dall’informazione del servizio pubblico, sarebbe davvero opportuno che i presidenti delle due commissioni, Barachini e Urso, quanto meno si parlassero e valutassero insieme la situazione». Dunque, un parlamentare della Repubblica bananiera italiana, sostiene che la TV pubblica (pagata dallo stato) ha “preso una deriva” e va, quindi, messa a tacere, addirittura coinvolgendo il Comitato sui servizi segreti, perché dica alla sorella di Di Maio (al secolo Belloni) di stangare duramente quei giornalisti che osano pensare e dire con la propria testa.

È da tempo che dico e ridico, che in Italia siamo su una china assai pericolosa per la democrazia, specie a causa di Renzi e degli stellini (oggi in combutta con Bettini per silurare Letta e Draghi), e mi pare che cose di questo genere lo confermino pienamente.

Siccome non sono un pacifista e meno che mai sono un putiniano, vorrei cercare, molto pianamente, di spiegare perché continuo a scrivere che armare gli ucraini non solo è un errore, ma è un illecito internazionale, e specialmente che la soluzione della questione, o meglio la pacificazione della zona, deve e può avvenire solo parlando di pace e portando la pace. Ecco, cosa si vuole dire quando si afferma ‘porto la pace’, anzi, come credo si debba dire ‘impongo la pace’, come chiede il Papa.

Ne parlo da giurista. Un giurista ha ilvantaggioche non deve e non può farsi distrarre da aspetti per così dire marginali delle questioni che affronta, ma solo dai termini di legittimità degli atti che in quelle situazioni vengono compiuti.

Mi spiego meglio, così mi disprezzate del tutto e non se ne parla più. Come giurista, io non posso ‘perdere’ nemmeno un solo minuto a ‘compatire’ la signora che ha perso la casa, la città distrutta, eccetera. Devo, al contrario dire e, se posso, fare ciò che il diritto dice che si può e si deve fare. E, se possibile, pretenderlo.

Spiego con un esempio volutamente forzato, ma solo per rendere l’idea: cinicamente, se volete, ma non è così. Se ci sono due bande, che so a Napoli a Forcella che si affrontano in una faida a colpi di lupara e pistolettate, la polizia che fa: decide chi è più debole o quello che gi sta simpatico e gli fornisce le armi per difendersi meglio, cioè per cercare di “vincere” lo scontro? Certo che no. Interviene in forze e cerca di arrestarli tutti o almeno di fermare le sparatorie. In altre parole applica la legge che dice che in città non si litiga a pistolettate: punto.

Cosa vi fa pensare che il diritto internazionale sia diverso? è, invece, esattamente la stessa cosa, sia pure con mezzi diversi.

E allora, come la polizia, prima ancora di sapere chi ha ragione e chi ha torto, si deve cercare di impedire il conflitto o l’aggravamento del conflitto. Con coraggio, se necessario, lealtà e rispetto delle regole.

Il conflitto deve cessare e, dunque, per prima cosa si deve impedire ai confliggenti, di rifornirsi di armi e di munizioni, entrambi, non soltanto uno dei due per permettere all’altro di vincere. Perché se unovince’, lo fa distruggendo l’altro, il che non è cosa buona, non è giuridicamente lecitaMa poi, si può fare di più, sia individualmente che collettivamente.

La Russia, certamente, ha invaso l’Ucraina. Non si fa, è illecito, certo, fino a prova del contrario, ma, intanto, si deve impedire che continui. Come?

Applicando le norme internazionali che stabiliscono, senza ombra di dubbio che, se due Stati sono in guerra, si deve (non si può, si deve) impedirgli di continuarla, eventualmente ‘mettendosi di mezzo’, separando i due che litigano. Per fare un esempio e chiarire quello che intendo. Se l’Europa, invece di gettarsi anima (si fa per dire) e corpo nella braccia degli USA, facendo e dicendo le oscenità in contrasto con i trattati europei che dicono la Signora von der Leyen o Michel e alcuni Capi di stato, se l’Europa avesse costituito quel piccolo esercito del quale si parla e lo avesse mandato, di forza, a mettersi in mezzo tra i contendenti, voi pensate davvero che Russia e ucraini avrebbero sparato sull’Europa? Certo che no, e oggi avremmo una situazione conflittuale ma ad armi fere o quasi. Ma l’Europa, e gli Stati membri a cominciare dall’orrenda (purtroppo) Italia, si sono, ci siamo, mostrati per quello che siamo: pusillanimi e servili.

Ma, Europa a parte, ammettiamo pure che si abbia, comprensibilmente, timore che un intervento del genere porti a danni vari e a pericoli (ma armare un parte, non è che sia proprio la cosa meno pericolosa del mondo … lo avete sentito l’altro giorno Putin dire che potrebbe colpire i paesi che forniscono armi all’Ucraina?) esistono le Nazioni Unite. Ma le Nazioni Unite, utilizzate dagli USA per la propria propaganda anti russa con quelle risoluzione che ‘condanna’ a parole la Russia, sono considerate spazzatura dagli USA in primo luogo: lo avete sentito l’altra sera Luttwak che disprezzo e indifferenza ha manifestato per le NU? Certo, ‘pensa’ Luttawk, gli USA sono quelli che hanno ragione, sono i padroni del mondo: non per nulla sono un popolo “eccezionale”!

Ebbene, però, a partire dal 1950, l’Assemblea Generale, se lovuole, può decidere di formare un corpo di truppe di emergenza proprio allo scopo di ‘porsi in mezzo’, dividere i due eserciti, e dare così spazio alla trattativa. Perché non si è fatto e non si fa? perché Guterrez è stato trattato come una pezza da piedi perfino da Zelenski? certo, chiaramente perché gli USA e la Russia vogliono questa guerra, e quindi non hanno alcun interesse a farla finire, se non nel modo peggiore e cioè con la sconfitta di una parte. Sconfitta (o sperata sconfitta, perché a quella non si arriverà) che avrebbe effetti devastanti sull’intero mondo, sull’Europa certamente (del resto stiamogià pagando un prezzo immenso), per non parlare del rischio nucleare.Se continua così, detto incidentalmente, la crisi economica europea durerà venti anni, l’Europa scomparirà dalla carte geografica!

Siamo realisti: questa guerra ha perso del tutto il suo connotato iniziale, di rivendicazione di un presunto diritto violato dagli ucraini verso i russi, per diventare quello che ormai è: il tentativo degli USA di scardinare o indebolirela Russia al punto che per decenni non possa più fare nulla.

Ma allora, e torniamo al diritto, ma allora, la cosa si complica ancora di più.

Perché quando vi è un conflitto, come dicevo nell’esempio all’inizio, la polizia che fa? prima ‘ferma’ i combattenti e po li manda ad un giudice, che dovrà non solo decidere chi ha ragione e chi ha torto, ma anche se chi ha torto ha delle attenuanti e chi ha ragione, ne ha meno di quante ne rivendichi.

E il diritto internazionale prevede appunto e chiaramente il modo per farlo e le conseguenze. Che poi sarebbero molto interessanti, se si tiene conto del fatto che, con buona pace dei molti giornalistucoli e politicatucoli specialmente italiani, se è vero che il conflitto nasce dall’aggressione russa, è anche vero che questa aggressione faceva seguito a un decennio quasi di richieste di cambiare atteggiamento verso le popolazioni russofone, alla cui mancata risposta ha fatto seguito l’occupazione di fatto del Donbass e della Crimea. Ma non si può negare che la Crimea, dove ha le sue basi la flotta russa, era stata assurdamenteregalataall’Ucraina, ma con l’Ucraina non aveva mai avuto e non ha nulla da fare. Il che però impone di tenere presente, che, tolta pure la questione ucraina, anche il Donbass è stato occupato e quello non era stato regalato. Certo, però, non si può dimenticare che la politica ucraina verso la popolazione russofona in Donbass era diventata una politica repressiva per motivi etnici. Tanto che si può legittimamente discutere del diritto del Donbass all’autodeterminazione. Infatti, ma allora, posto che si potrebbe solo chiedere all’Ucraina un comportamento diverso non si potrebbe trascurare che la Russia teme che anche l’Ucraina diventi una base NATO contro la Russia come è accaduto per altri stati dallo scioglimento dell’URSS e che l’Ucraina ha addirittura messo nella propria Costituzione sia il disfavore vero i russofoni che la volontà di aderire alla NATO, e …  … eccetera, eccetera.

Come vedete, io diversamente dal prof. Orsini, non faccio discorsi ‘politici’, anzi faccio di tutto per non farne. Ma ciò non toglie che in termini freddamente giuridici le cose stiano così e si debbano risolvere attribuendo colpe e meriti nella giusta proporzione. Questo è il mio compito, il mio tormento, se volete, ma anche il mio privilegio: da giurista non devo preoccuparmi se questo o quello soffre di più o di meno, ma ‘solo’ di accertare e capire quali sono i termini giuridici del problema e poi attribuire colpe e ragioni: ma a bocce ferme. E qui, le bocce, sono le armi!

Giancarlo Guarino
Giancarlo Guarino
Giancarlo Guarino, ordinario, fuori ruolo, di diritto internazionale nell’Università degli Studi di Napoli Federico II, è autore di numerose pubblicazioni su diverse tematiche chiave del diritto internazionale contemporaneo (autodeterminazione, terrorismo, diritti umani, ecc.) indagate partendo dal presupposto che l’Ordinamento internazionale sia un sistema normativo complesso e non una mera sovrastruttura di regimi giuridici gli uni scollegati dagli altri.
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