Domenica in Turchia il referendum sulla riforma presidenziale fortemente voluta da Recep Tayyip Erdogan. Se vinceranno i ‘Sì’, il Paese diverrà da repubblica parlamentare a repubblica presidenziale. Diversi commentatori occidentali parlano addirittura di dittatura. Ma proprio la vittoria del Sì sembra vicina: secondo i sondaggi, è al 51-52%. Il margine è davvero minimo.
Se venisse approvata la riforma, il presidente della repubblica in Turchia diventerebbe il capo dello stato e contemporaneamente il capo del governo: avrebbe il potere di nominare e rimuovere uno o più vice-presidenti e i ministri del governo, e far approvare un certo numero di leggi per decreto, oltre a nominare direttamente la maggioranza dei giudici che siedono nella Corte suprema. E vari esperti pensano che con questo cambio, ripartirebbe il conteggio del numero massimo di mandati che un singolo individuo può svolgere. Con le attuali leggi, Erdogan dovrebbe lasciare l’incarico entro il 2024, invece con l’ok alla nuova riforma potrebbe lasciare solo nel 2029.
Il referendum si svolgerà in una Turchia dove dopo il tentativo di golpe dello scorso luglio domina ancora lo stato di emergenza. La campagna elettorale è stata molto combattuta, con i sostenitori del No spesso ostacolati dalla polizia o dai sostenitori di Erdogan. Diverse le intimidazioni e le violenze, mentre per i sostenitori del Sì la visibilità, su giornali e tv, è stata ampia. Il governo turco ha anche cercato di raggiungere i circa 1,4 milioni di turchi che vivono in Europa, inviando ministri e altri esponenti a fare propaganda nelle grandi città europee e scontrandosi, anche violentemente, con i governi che hanno impedito questi comizi. Ma nonostante ciò ci si prepara ad un testa a testa. Certo è che se dovesse perdere, Erdogan sarebbe molto ridimensionato e chissà quali scenari potrebbero aprirsi.
(video tratto dal canale Youtube della BBC)