Donald Trump è arrivato in Europa ieri sera, e ha scelto la Polonia, l’importantissimo partner NATO degli Stati Uniti, come meta del suo viaggio transatlantico in attesa del G20 in Germania. Adattandosi al clima politico del Paese, il Presidente cambia i toni del suo discorso:«Gli Stati Uniti sono impegnati a mantenere la pace nell’Europa centrale e orientale. Lavoriamo con la Polonia, in risposta alle azioni della Russia e al suo comportamento destabilizzante», dichiara Trump, determinato, a quanto pare, a smentire una volta per tutte le accuse di connivenza con il Cremlino da parte dei suoi oppositori, interni e internazionali.
I polacchi, guidati dal Governo conservatore di Andrzej Duda e Beata Szydlo, hanno accolto con calore il Presidente americano: file di ‘spettatori’ armati di bandiere polacche e americane hanno atteso il passaggio di Trump e della First Lady in areoporto e lungo le strade di Varsavia. Il motivo della visita è ufficialmente pratico ma altamente simbolico. La Polonia – confinante con il territorio russo di Kaliningrad, la Bielorussia e l’Ukraina, ed estremamente attiva nelle missioni in Iraq e Afghanistan – è un paese chiave nella NATO. Non solo: è anche tra le poche nazioni dell’Alleanza Atlantica che soddisfa i requisiti di partecipazione alla difesa occidentale pagando oltre la soglia del 2% del PIL. Nel suo discorso a Varsavia, Trump l’ha definita «il cuore geografico dell’Europa».
Il fatto che questa visita sia stata programmata prima del G20 e dell’attesissimo incontro con Vladimir Putin, è di per se eloquente ed evidentemente un messaggio rivolto alla comunità internazionale (i Paesi NATO in regola con i pagamenti restano al primo posto nella lista degli ‘amici’ degli USA), e agli avversari interni. Il viaggio, infatti, ha anche suggellato la vendita al Governo polacco del sistema di difesa missilistica ‘Patriot’ della Raytheon, made in USA: un contratto da 8 miliardi di dollari per «un’Europa forte e sicura», che sarebbe, nelle parole di Trump, «una benedizione per il mondo».
La ragione ufficiale della visita, invece, ha a che fare con l’energia, e le implicazioni geopolitiche dell’accordo non sono da sottovalutare. «Vogliamo garantire l’accesso a nuove fonti di energia», ha detto Trump a Varsavia, «perchè la Polonia e i suoi vicini non siano mai più ostaggio di un solo fornitore». La ‘frecciatina’ alla Russia è evidente. Il piano energetico – un’ambiziosa opera di sviluppo delle infrastrutture che attraversano il Continente da nord a sud, piuttosto che da ovest a est – verrà esteso a diversi Paesi ‘dei tre mari’ (da qui il nome ‘three seas plan’) Baltico, Adriatico, e Nero. Il viaggio e l’incontro in Polonia sono stati «davvero profiqui […] l’America non vede l’ora di estendere la partnership con voi, sicuramente ci saranno nuovi scambi», ha affermato Trump.