Silenziose, letali e quasi inesistenti, le forze speciali di tutti i Paesi agiscono nell’ombra per operazioni altamente secretate e di cui l’opinione pubblica non conosce nemmeno l’esistenza. In Iran svetta il Corpo delle Guardie della rivoluzione islamica, specialista dell’occultamento, meglio noto con l’espressione ‘Guardiani della rivoluzione’, o, dal persiano, Pasdaran: un corpo militare istituito in Iran dopo la rivoluzione islamica del 1979.
Il corpo è frutto di una fusione perfetta tra una profonda fede ideologica e la necessità politica di difendere i risultati raggiunti dalla rivoluzione islamica. Il corpo dei Pasdaran dispone di circa 120.000 uomini suddivisi in forze di terra, aeree e navali; controllano anche delle milizie volontarie organizzate militarmente dette ‘basiji’.
L’appendice più letale e temuta della Guardia della Rivoluzione è sicuramente la Forza Quds. Questa forza, straordinariamente addestrata, si adegua a qualsiasi scenario ipotizzabile, dalle operazioni di sabotaggio oltre i confini iraniani a quelle di repressione interna alla Repubblica Islamica. Un Jolly di cui Teheran non può più fare a meno. Dopo la salita al potere di Ahmadinejad, il corpo d’elite ha subito molte e significative modifiche: oltre a incrementare il proprio budget, gli sono stati ampliati i poteri e i compiti su suolo iraniano, rendendola una forza di repressione notevole.
Visto il loro sempre più ampio utilizzo, le guardie della rivoluzione e le forze Quds hanno conquistato un ruolo economico e politico di primo piano in Iran, una conquista a cui non vogliono rinunciare. Lo stesso simbolo della Forza Quds riassume in una sola immagine la sua intera missione: un pugno che stringe un mitra al cui vertice è scritto il sessantesimo verso dell’ottava Sura del Corano ‘Al-Anfal’, un simbolo indiscusso di fede e militanza armata. Il comandante di queste forze altamente specializzate è direttamente nominato dalla Guida Suprema, che mantiene all’interno dell’unità speciale un suo rappresentante al fine di controllarne direttamente le attività. Il forte legame che esiste tra la sfera politica e quella militare è tipica dei Paesi mediorientali, che utilizzano le forze armate come strumento di repressione politica o di annientamento per disordini sociali interni. Avere un Esercito tradizionale limiterebbe moltissimo l’uso di queste forze per gli scopi segretari a cui sono destinate: per ovviare al problema di immagine internazionale, l’Iran ha un suo Esercito nazionale perfettamente funzionante, usato quasi come sipario di facciata. Dietro le quinte si muovo indisturbate le Forze Quds.