
Dopo giorni, per non dire settimane, di critiche e tensioni tra Stati Uniti e Santa Sede, finalmente domani il Segretario…
Dopo giorni, per non dire settimane, di critiche e tensioni tra Stati Uniti e Santa Sede, finalmente domani il Segretario…
Nei giorni scorsi, la Camera statunitense ha votato, con una maggioranza schiacciante composta da ben 407 rappresentanti contro 1, una…
“Nella Cina di oggi, si possono riscontrare diverse situazioni assimilabili al lavoro forzato”, “da quando Xi Jinping è al potere le autorità cinesi hanno cercato di riaffermare il proprio controllo su ogni aspetto della vita sociale”, “non esistono sindacati indipendenti”
La minoranza turcofona e musulmana degli uiguri sono sotto stretto controllo del Governo di Pechino. Secondo alcuni dati, fra i 2 e i 3 milioni di persone sono ospiti di centri di indottrinamento e de-radicalizzazione cinese, per cancellarne l’identità.
Ma l’ISIS in Cina non è esattamente una novità; il Governo da tempo, lontano dai riflettori, è al lavoro per evitare che il Califfato possa attecchire in Cina. Il rischio potrebbe arrivare dallo Xinjiang dove si concentrano oltre 10 milioni di uiguri sunniti
Pechino sottolinea che i separatisti Uiguri siano legati ad organizzazioni terroristiche islamiche all’estero. Per alcuni esperti, in realtà, il governo da tempo usa lo spauracchio del terrorismo separatista Uiguro e del terrorismo a sfondo religioso per giustificare la propria azione repressiva verso la dissidenza nello Xinjiang
Dopo 50 anni dalla rivoluzione culturale del dittatore Mao, che imprigionò, torturò e uccise migliaia di oppositori e dissidenti, la Cina di Xi Jinping non abbandona la strada delle persecuzioni religiose