
Gli attentati dell’11 settembre 2001 hanno impattato con forza sulla politica estera statunitense e, più un generale, sul modo di…
Gli attentati dell’11 settembre 2001 hanno impattato con forza sulla politica estera statunitense e, più un generale, sul modo di…
L’amministrazione Biden ha una donna, il vicepresidente Kamala Harris, nella sua seconda posizione più alta, e il 61% degli incaricati…
‘Diventerà più difficile per gli Stati Uniti raggiungere soluzioni cooperative alle crisi regionali e l’amministrazione Trump scoprirà (probabilmente troppo tardi) che ha bisogno di partner e di alleati per promuovere con successo gli interessi statunitensi e per raggiungere un ordine mondiale più prevedibile e pacifico’
Nel 2007, il generale in pensione Wesley Clark dichiarò di esser venuto a conoscenza di un piano elaborato dal governo Usa mirante a «far fuori sette Paesi in cinque anni, ovvero Iraq, Siria, Libano, Libia, Somalia, Sudan e per finire Iran».
L’impostazione del magnate comporta una netta rottura con il passato, mentre Hillary persegue obiettivi che segnano una sostanziale continuità con l’amministrazione Obama
“La differenza cruciale tra i due candidati è data dal fatto che la Clinton si rifà all’internazionalismo liberale di stampo wilsionano, mentre Trump è meno interventista”.
La speranza che l’ascesa di un candidato a scapito dell’altro possa produrre significative fratture è una vecchia illusione che continua ad esercitare un certo fascino in Europa, nonostante la realtà dimostri l’esatto contrario
I kurdi potrebbero rivelarsi il detonatore in grado di far esplodere l’“arco di crisi” che si estende dalla Turchia alla regione levantina