
La battaglia di Kisangani distrusse l’alleanza politica, economica e militare tra Uganda e Rwanda, dando il via ad una escalation di rivalità di interessi non solo sulle risorse congolese, ma sull’egemonia regionale dell’Africa Orientale
La battaglia di Kisangani distrusse l’alleanza politica, economica e militare tra Uganda e Rwanda, dando il via ad una escalation di rivalità di interessi non solo sulle risorse congolese, ma sull’egemonia regionale dell’Africa Orientale
Durante il summit dell’Unione Africana per il passaggio di consegne della Presidenza da Paul Kagame al Presidente egiziano Abdel Fattah…
La sua intenzione di modificare il Codice delle Miniere potrebbe aver attirato antipatie presso le multinazionali occidentali coinvolte nell’affare del mercato parallelo delle risorse naturali congolesi guidato da Kabila
Alliance des Forces Patriottiques Katangaises ha proclamato l’indipendenza dal 1° gennaio della ricchissima provincia del Katanga. Si prospetta lo scoppio di un conflitto dai volti non ben definiti
Fayulu potrebbe essere determinante nella risposta che il Paese darà all’ennesimo rinvio del voto, molto dipenderà dalla sua volontà e capacità di placare i suoi sostenitori
Quello che preoccupa è lo scenario post-elettorale, i rischi di un conflitto sono alti, certo scoppieranno le violenze.
La vittoria già designata dal regime per Ramazani contrasterà con l’evidente mancanza di supporto popolare.
Dopo il 23 dicembre, giorno del voto, il Congo continuerà essere sotto il controllo di Kabila: parola della storia e delle cronache
Le ragioni sono di natura politica. Tshisekedi e Kamerhe hanno preferito ritirarsi dagli accordi di Ginevra per non favorire Katumbi e Bemba e guadagnarsi qualche riconoscimento economico dal rais
Kabila resta in sella grazie ai poteri forti francesi che contrastano Macron e alla debolezza della politica americana in Africa
Gli Stati Uniti non solo sono interessati al traffico dei minerali preziosi, ma hanno anche una partita aperta con Kabila reo di aver finanziato Hezbollah
Osservatori politici regionali sostengono che il secondo processo presso la Corte Penale Internazionale contro Bemba per corruzione di testimoni sia quanto meno sospetto.
Moïse Katumbi è diventato veramente un fuggitivo e l’astuto Kabila sta lanciando l’ennesimo messaggio di sfida al Presidente Donald Trump: “lascia perdere Katumbi e accetta Ramazani, che ti piaccia o no”.