
11 le liste in gara, per aggiudicarsi il controllo del Parlamento catalano (il ‘Parlament’) servono 68 seggi; testa a testa tra i centristi di Ciudadanos e la sinistra indipendentista di Esquerra Republicana
11 le liste in gara, per aggiudicarsi il controllo del Parlamento catalano (il ‘Parlament’) servono 68 seggi; testa a testa tra i centristi di Ciudadanos e la sinistra indipendentista di Esquerra Republicana
‘L’unico dubbio risiede nella capacità, o meno, del Governo catalano di controllare tutto il territorio. Nè mi aspetto alcun tipo di violenza sociale. Gli unici timori la condotta della Polizia statale, in linea con le misure adottate il 1-O, o le reazioni da parte di gruppi di estrema destra contrari all’indipendenza’
Barcellona è hub vibrante di innovazione democratica da metabolizzare da parte della UE; la capacità di gestire la complessità di una nuova politica che si sta imponendo in Europa è essenziale a Madrid e Barcellona come a Bruxelles
Sono i tempi, in questa delicata partita a scacchi tra Madrid e Barcellona, l’elemento determinante e sarà assordante ciò che accadrà in un relativo silenzio. Rajoy sa di avere un nemico invisibile perché indefinibile, ma concreto, esistente, reale: il popolo è il suo più grande avversario
“Anziché spingere Puigdmeont a ricredersi sulla DIU, potrebbe avere un effetto contrario: potrebbe fornirgli le ali per decollare. Adesso che il BCE – Banco Central Europeo – assicura le banche catalane fornendo loro i liquidi, il rischio di un cortocircuito per una Catalogna indipendente si riduce”
Il referendum sull’indipendenza catalana previsto per il 1° ottobre ha una lunga storia dove il cuore è lo scontro di due legittimità: da una parte la Catalunya, che fa leva sul principio di autodeterminazione dei popoli e si ritiene una ‘Nazione’ ; dall’altra la Spagna, che sostiene che bisogna rispettare la Costituzione