
Lo Stato ‘forte’ e i retroscena del regionalismo in Spagna e in Italia. Un confronto aperto, tra diritto, storia e politica
Lo Stato ‘forte’ e i retroscena del regionalismo in Spagna e in Italia. Un confronto aperto, tra diritto, storia e politica
La scadenza ultima per il governo catalano è giovedì alle 10. E’ quanto sentenziato dalla vice premier spagnola Soraya Saenz de Santamaria, che ha ribadito: tra poco meno di tre giorni, la Generalitad dovrà ‘rettificare e dovrà farlo con chiarezza’
È l’Unione Europea la grande assente nel potenzialmente pericoloso scontro tra Madrid e le autorità catalane di queste settimane in…
Quella degli autonomismi regionali o degli indipendentismi nazionali, un vasta area di zone grigie, che presenta una fenomenologia variegata, è una questione europea, forse prima ancora che statale
Centrali nel desiderio indipendentista le organizzazioni della società civile: Catalan National Assembly (Assemblea Nazionale Catalana – ANC) e Omnium Cultural. Finanziate da privati, si presentano come organizzazione indipendenti e hanno avuto un ruolo di primo piano nell’organizzare le grandi manifestazioni di questi ultimi anni a Barcellona.
La strategia di Barzani oggi è lo specchio delle sue azioni passate. Il suo motto? Non accettare rivali. Il termine del mandato di Masoud Barzani, è spirato già due anni fa ma lui non si è fatto indietro. La sua presidenza non ha riguardato solo il boom del Kurdistan ma anche il suo periodo disastroso. 20 bilioni di dollari il debito accumulato, la democrazia è un ricordo lontano, i giovani sono soffocati dalla corruzione ed il patronato politico trionfa sulla meritocrazia.
E’ di poche settimane fa l’ annuncio su Twitter, da parte del Capo del Consiglio di Sicurezza della Regione del Kurdistan, Masrour Barzani, di un referendum per l’ indipendenza fissato per lunedì 25 settembre 2017. Potrebbe essere la svolta decisiva per un popolo che non è riuscito ancora a raggiungere la costituzione di un proprio Stato autonomo.
Secondo il professor Mainardis “non sbaglia chi definisce questi referendum del tutto inutili dal punto di vista giuridico, ma forse utili dal punto di vista politico. Utili a chi, e per che cosa, è poi una domanda che devono farsi gli elettori di quelle Regioni”