
La situazione nelle province est della Repubblica Democratica sta progressivamente degenerando. Il Sud e Nord Kivu sono l’epicentro di violenze inaudite scatenate da due fattori, uno politico e l’altro economico
La situazione nelle province est della Repubblica Democratica sta progressivamente degenerando. Il Sud e Nord Kivu sono l’epicentro di violenze inaudite scatenate da due fattori, uno politico e l’altro economico
Una linea di condotta e soprattutto di comunicazione mai casuale che contiene, sì, degli evidenti elementi propagandistici, ma che non ci si può limitare a bollare come tali e basta. Il presidente non fa soltanto il suo gioco, ma dà voce ad un’America stanca dei toni cauti, pacati e quasi remissivi di Barack Obama, accusato di aver tenuto nel corso del suo ottennato un atteggiamento più da segretario generale delle Nazioni Unite che non da vertice politico-militare della superpotenza mondiale per eccellenza.
I leader dei sindacati in Indonesia chiedono a gran voce le dimissioni di un Ministro del Governo dopo che un’altra fabbrica è andata a fuoco nei pressi di Jakarta sabato scorso; dal rogo 48 persone sono rimaste uccise, tra queste anche dei bambini. Le vittime rinvenute si trovavano tutte insieme in una struttura piccola e scomoda, di dimensioni decisamente insufficienti allo scopo.
Il risultato delle elezioni presidenziali in Kenya non mette certamente la parola fine alla crisi politica che il Paese sta attraversando da diversi mesi. La Commissione elettorale indipendente del Kenya (IEBC) ha annunciato nel pomeriggio di lunedì 30 ottobre la vittoria del Presidente uscente Uhuru Kenyatta con il 98% dei voti.
le violenze previste si sono verificate in diverse zone e si teme che il numero dei morti cresca esponenzialmente. L’opposizione, dopo l’annullamento delle elezioni in Kenya dello scorso 8 Agosto, aveva richiesto i 90 giorni ‘canonici’ per le nuove elezioni; richiesta disattesa cui è conseguito l’incitamento a boicottare il voto e l’uscita-‘non uscita’ di scena del leader Raila Odinga. Blocchi ed agitazioni hanno impedito l’apertura di alcuni seggi
«Il fenomeno dei simpatizzanti rende inefficace lo strumento repressivo se non c’è anche uno strumento preventivo». Creare una nuova logica che consenta di avere una visione a 360 gradi del problema. Una logica di intervento diversa che sia condivisa da tutti i Paesi e che prevenga e non solo reprima il fenomeno terroristico; che si imponga di coglierne le sfumature e si preoccupi di debellarne le cause profonde e non solo quelle superficiali. Una logica che sia capace di pensare ai giusti strumenti a breve, ma anche a lungo termine.
‘La consapevolezza è maggiore rispetto al passato, ma gli investimenti’, cresciuti del 5% nel 2016, per un ammontare globale di 1 bilione di euro, ‘non sono ancora sufficienti’
Mugabe non è adatto a questo ruolo secondo la maggior parte degli attori della comunità globale. Perché? Perché il Presidente gode di una «lunga lista di violazioni di diritti umanitari». Per questo, nominarlo ambasciatore per la OMS, ha scatenato gli animi di mezzo mondo. Ma non solo per questo.
I due Jordi sono agli occhi di tutti, il fattore di traino della forza indipendentista e della rivendicazione di autonomia. Sono forse essi stessi la forza, la propulsione che viene dal popolo, dalla società civile, che con la politica ha sempre meno a che fare. Se si comprende questo, si comprende chiaramente che al centro di tutto, non c’è Puigdemont, ma ci sono proprio loro.
Liberismo nel commercio sulle piazze internazionali, mano dura e ferma a Piazza Tienanmen e in tutto il territorio dell’Impero di Mezzo. Cosa nasconde la Cina nelle sue numerose operazioni benefiche nel Mondo?
Non esiste più lo spazio, non esiste più il tempo e tutto si verifica contemporaneamente in ogni luogo. In tutti questi c’è bisogno di qualcuno che veda la complessità dei fenomeni e che riesca anche a farne la sintesi, che riesca a mettere in comunicazione e a fare da tramite, ad unire i puntini.
Il Festival ha la pretesa di far discutere su come il nostro mondo possa trovare attraverso i negoziati e la diplomazia, soluzioni che siano il più possibile condivise ed eque. A noi servirebbe per uscire da quella situazione di una crescente incapacità di capire il mondo, un mondo che non si esaurisce nei programmi tv di intrattenimento o nei social.