domenica, 26 Marzo
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Space19+: l’ambizione europea dello spazio si fa seria

A fine mattinata di ieri le lampade che hanno illuminato a giorno il Consiglio ministeriale dell’ESA svoltosi a Siviglia, Space19+, si sono spente. Molto entusiasmo dei partecipanti (già visto al termine della prima giornata di lavori, mercoledì 27) e ne siamo felici. Qui riportiamo qualche dato ufficiale, ma ci riserviamo di incontrare al più presto i partecipanti, almeno quelli italiani, per comprendere cosa sia successo e, soprattutto, che risultati sono stati portati a casa.

Secondo le agenzie e qualche ben informato osservatore -tra tutti l’onnipresente Cesare Albanesi- l’Italia ha raddoppiato i fondi stanziati per i programmi dell’Agenzia Spaziale Europea, con una sottoscrizione totale pari a 2.288 milioni di euro. Una cifra importante, sembra addirittura la più alta di sempre. Le stesse fonti affermano che il ruolo italiano nell’ambito dello spazio europeo sale al 16%.

La nostra delegazione è stata guidata dal Sottosegretario Riccardo Fraccaro, con il Presidente dell’Agenzia spaziale italiana, Giorgio Saccoccia, e il Segretario del Comitato interministeriale Carlo Massagli, e le cifre indicate sono un buon modo per onorare il colonnello Luca Parmitano che con la tuta dell’Esa sta comandando la missione attuale della Stazione Spaziale Internazionale.

Grazie poi proprio al ruolo raggiunto dall’Italia nella parte dedicata all’esplorazione spaziale, è stato assegnato il ritorno in orbita per una nuova missione di Samantha Cristoforetti.

E torniamo alle questioni internazionali. Quello appena approvato sembra il piano più ambizioso fino ad oggi concepito per il futuro dell’ESA e dell’intero settore spaziale europeo. Agli Stati membri, afferma ESA in un suo comunicato, è stato chiesto di approvare una serie completa di programmi per garantire l’accesso e l’uso indipendente dello spazio in Europa, potenziando l’economia del settore, ma rafforzando anche l’esplorazione sia sui corpi del nostro sistema solare che dello spazio profondo. Senza però dimenticare il nostro pianeta, a volte malato, più spesso nella necessità di essere sorvegliato per la sua evoluzione naturale, sia in campo sismico e vulcanico, che con le interazione delle forze della natura, ovvero nubifragi, tempeste, uragani.

Saranno undici le nuove missioni varate per il pianeta e legate al cambiamento climatico, all’Artico e all’Africa, ma anche per la rimozione di detriti pericolosi e avvisi tempestivi dei danni alla Terra da pericoli provenienti dallo spazio come asteroidi e brillamenti solari.
Dunque, un prezioso mix di ricerca scientifica e di attenzione per le popolazioni che lo abitano.
Ora, sarebbe troppo lungo elencare tutti i programmi che si possono immaginare per coniugare questi temi. La buona notizia è però che, per la prima volta in 25 anni, si è registrato un notevole aumento dei finanziamenti per i programmi scientifici e la disponibilità di lavorare con i partner di tutto il mondo. In che modo, è sicuramente da capire, perché una foto in gruppo di delegati sorridenti non sopisce le tensioni politiche che sottintendono le attività spaziali a est e a ovest del mondo, e nemmeno, ne siamo certi, all’interno degli stessi Stati europei che sono amici, si vogliono bene e condividono fabbriche sui propri territori, ma difficilmente sotterrano le asce di guerra, in una logica che li vedono contrapposti per occupazionalità, costo del lavoro e tante altre bassezze su cui preferiamo sorvolare.

Il budget complessivo dell’Esa è 14,4 miliardi di euro per i prossimi cinque anni. Il Direttore Generale, Johann-Dietrich Woerner, si è mostrato soddisfatto della sua conduzione. Alla fine del meeting lui stesso ha dichiarato: «Riunire i nostri Stati membri e concordare i progetti ispiratori per condividere un futuro comune nello spazio potrebbe sembrare un compito impossibile sulla carta. Ma in due giorni, a Siviglia, abbiamo dimostrato che è possibile». E ha aggiunto: «È possibile perché lavoriamo insieme per sviluppare buoni programmi ed è possibile perché le persone sono dedicate e investono tutti i loro sforzi in un lungo e approfondito processo decisionale che coinvolge la comunità scientifica, l’industria e le delegazioni nazionali».
Non si è parlato apertamente della sua successione, ma i più ragguagliati non escludono che potrebbe toccare a una figura italiana. Inutile parlare di nomi, ma alcune candidature già circolano.

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