Che cos’è la società civile? A livello internazionale, la società civile è composta dalle ONG che salvano gli immigrati su un gommone, giovani e meno giovani che gestiscono l’’effetto Greta’ (Thunberg) e che si accorgono di essere ora ascoltati, ma senza ricadute operative del sistema. Norberto Bobbio ha osservato come il suo significato emerge più chiaramente accostando coppie di elementi antitetici: primariamente l’opposizione tra ‘società naturale’ e ‘società civile’, e successivamente quella tra ‘società civile’ e ‘società politica’.
Da Hegel in poi, scrive Bobbio, la società civile è passata da essere il secondo termine della prima antitesi (quella tra società naturale e società civile), a essere il primo termine di una seconda antitesi, in cui la società civile è considerata un elemento generalmente negativo, e lo Stato (ossia la società politica) il suo salvatore.
Oggi, invece, società civile è un concetto passepartout; è l’emblema della continuità e va bene per tutte le stagioni. Quando c’è l’inflazione il rischio è che la svalutazione sia strisciante. E’ anche una parola d’ordine di tutti i candidati dei programmi di governo e delle elezioni . Addirittura si è eliminato l’aggettivo ‘cosiddetta’ che, per molto tempo, ha accompagnato ‘società civile’.
Sarebbe quindi scontata una rappresentanza della società civile fatta di nomi e cognomi di persone che l’hanno gestita in modo organizzato (associazioni, fondazioni,
Come mai la società civile viene ‘tirata fuori dal cassetto’ quando c’è bisogno di avere conforto popolare, condivisione di suggestioni, pressione sull’opinione pubblica ormai lontana dai partiti, passepartout della virtù, speranza di democraticità di gestione e poi, come è tradizione, viene riposta nel cassetto quando si arriva al ‘dunque’ di quanto può rappresentare il sentire diffuso dei cittadini che vogliono vivere la loro cittadinanza?
Forse è il solito gioco dell’effetto annuncio che poi brucia le proposte interessanti ed innovative o forse è la reazione della conservazione della nomenclatura rispetto alle scelte innovative per la gestione della ’res publica’. I cittadini attivi compongono la società civile che va a braccetto operativo con le imprese sociali non profit che giocano un ruolo di sussidiarietà enunciato dalla Costituzione nell’articolo 118, ultimo comma.
Oggi ancor più operativa questa filiera fra pubblico e privato non profit in logica di co-programmazione e co-progettazione a fronte dell’art.55 del Codice del Terzo Settore (Legge delega 106/2016) ed inoltre sancito dalla Sentenza 131 della Corte Costituzionale con il caposaldo concettuale dell’amministrazione condivisa (interesse generale e attività generalizzata degli attori della filiera sussidiaria e della proceduralizzazione della sussidiarietà – Sentenza Corte Costituzionale 131/2020 – Decisione del 20/05/2020).
Eccessivo? No: traduzione in fatti delle parole spese. In modo opportunistico? Ed ancora: ma che cos’è la società civile? Una delle rappresentanze più genuine della società civile è l’impresa sociale non profit con le componenti del volontariato, l’associazionismo
Il non profit non è né di destra né di sinistra. Ma è di chi lo rappresenta e gli da spazio anche istituzionale. E’ il partito dei valori, del welfare allargato unitamente allo sviluppo economico della comunità e della difesa dei diritti delle fasce deboli e vulnerabili, dell’esigenza di trasparenza dei consumatori e dei risparmiatori. Con questo ‘partito’ trasversale e costretto ad un ‘sano opportunismo’ bisogna fare i conti ed il loro consenso è di difficile gestione perché è molto orientato a misurare il fare ed i risultati ottenuti più che l’’effetto annuncio’. Esso non può aspettare le promesse, ma vuole programmare la propria attività sulle condizioni reali perché si possano risolvere i problemi. Ipotesi? Realtà?Quando la società civile sarà uno dei commensali della tavola imbandita del Recovery Fund? Per ora non è fra gli invitati. Infatti tutti ne parlano ,nessuno……
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