giovedì, 23 Marzo
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Quell’illusione di pace chiamata Ramadan

Mese del digiuno, mese della purificazione,secondo la dottrina dell’Islam, il Ramadan è il mese in cui avviene la commemorazione della prima rivelazione del Corano a Maometto («Il mese in cui fu rivelato il Corano come guida per gli uomini e prova chiara di retta direzione e salvezza»). Ricorrenza considerata uno dei Cinque Pilastri dell’Islam.

Non è la prima volta che, coinvolto nelle questioni delicate e belliche dei Paesi del Medio Oriente, ascolto persone, manager, diplomatici e altri che pensano, sperano o sono convinti che il mese del Ramadan possa essere una soluzione a tutti i mali.

Le frasi sono queste:speriamo che con l’inizio del Ramadan gli attacchi si fermino” o meglio “con il Ramadan sono tutti più calmi”, “sicuramente con il Ramadan……la situazione cambiae tante altre che generano nel sottoscritto, e penso anche in tanti di voi, la più grande incredulità a quello che si sente o che si legge.
Ma
davvero uno stratega di guerra, un dittatoreun capo politico, pensiamo si possa fermare nella propria azione per il Ramadan?

E qui forse entriamo in quella sfera che vuol far credere che le religioni (tutte) siano veicolo di potere sul potere, che le religioni sia bastoni tra le ruote e che le religioni siano la salvezza dei popoli.

Purtroppo no, anzi, mi viene da dire, meglio che sia così, altrimenti nel mondo d’oggi, saremmo schiavi non solo degli usi e dei tempi, ma anche delle stesse religioni.

Chi scrive ha sempre esternato un grande rispetto nei confronti di tutte le religioni e, proprio con FederPetroli Italia, già dal 2007, siamo stati sempre favorevoli a confrontarci per una più massiccia evoluzione di un dialogo interreligioso che sia espressione e spieghi l’interpretazione delle dottrine religiose e dei costumi di diversi popoli e Paesi.

L’indotto petrolifero porta, come ben si sa, a dialogare con Paesi dove la cultura, la religione e il Governo della Sharia (Legge Islamica) è disciplina civica, economica e legislativa di un Paese.

Ma anche se consideriamo le religioni monoteiste, forse le più ortodosse, in molti di noi vive ed aleggia la convinzione che anche in Libia, in Yemen, in Iran, in Mozambico e tante altre regioni la religione (prettamente islamica) sia un pilastro di potere mentale e divino, che possa fermare il mondo. Mi dispiace, siamo tutti cittadini di un mondo che non fa sconti.

E’ affascinante ed interessante almeno parlo personalmentedurante una situazione di disagio di un Paese e in stato di agitazione, come la Libia, ma non solo, vedere un soldato, un ragazzino, che mentre è in fase di attacco o di possibile allertda sirena’, reciti le preghiere e svolga, in situazioni, credetemi, dove l’ultimo pensiero è quello di pregare e svolgere le funzioni della giornata o, se parliamo dell’Islam, le preghiere giornaliere.

Non che un cristiano cattolico non lo faccia, ma, nella maggioranza dei casi, la religione cattolica giudica i propri fedeli menofanaticidi altri. Ho sempre pensato sia una giusta e diplomatica scusa, e una forte dialettica, per non riconoscere che il valore e l’attaccamento religioso di un fedele tra cattolicesimo ed islamismo è ben diverso e viene sentito dall’essere umano in modo diverso, dove il doveredi pregare, per Santa Romana Chiesa, più volte politicamente e per marketing strategico, diventa una funzione che chi vuole la fa, tanto basta essere credenti.

Tutto va bene, non critico, anzi, sono convinto che credere in un DIO non si manifesti andando in Chiesa, in Moschea, in Sinagoga o arrivando al Taj Mahal, ma è anche giusto dire che gli affiatamenti religiosi, passatemi questo lessico, nel mondo sono diversi, i cristiani cattolici sono più ‘sportivi’.

Ma vediamo infine che la sportività, a ben guardare, non è presente nelle religioni, nelle liturgie, nelle giornate e festività religiose, è presente nell’essere umano che, intelligentemente, gira a suo uso, modo e costume qualsiasi precetto, sura o passo biblico, affermando una sola religione che è quella che ormai da secoli regna in ugual modo su tutti i popoli, quella dell’uomocon la speranza e benedizione di Dio.

Questo articolo non vuole essere né offensivo, nècritico nei confronti di nessuna dottrina religiosa, rispettando nel modo più assoluto la libera fede che ogni essere umano segue e professa, ma è sicuramente uno spunto per dire che il Divino è qualcosa ancora molto lontano da noi terreni.

Visto la ricorrenza del mese del Ramadan, mi permetto di rivolgere al popolo musulmano un Augurio di Ramadan Kareem, ed in particolare a tutti noi che in questo periodo stiamo vivendo una situazione delicata che spesso porta a pregare ognuno la propria religione o il proprio punto di riferimento spirituale, nella speranza di una veloce conclusione.

Michele Marsiglia
Michele Marsiglia
Michele Marsiglia è presidente della FederPetroli Italia. Da più di 20 anni si occupa di progetti strategici nell’Oil & Gas internazionale. Oltre agli studi Economici Aziendali, durante la Crisi Asiatica del 1997 perfeziona la propria esperienza alla Borsa di New York (New York Stock Exchange) sulle analisi dei principali Mercati Finanziari internazionali con particolare riferimento agli strumenti derivati Futures, scambiati sulla piazza merci di Chicago. Inizia la sua carriera negli Approvvigionamenti Strategici in Outsourcing, approdando dopo alcuni anni all’Agip Petroli (oggi ENI Group) per poi gestire alcuni processi di sviluppo per importanti Raffinerie e Società Petrolifere. Da anni la sua figura è chiamata a rappresentare aziende dell’indotto industriale per Agreement strategici e di Relazioni. Fondamentale il suo coinvolgimento in Libia e in parte del Medio Oriente con particolare riferimento ai nuovi giacimenti di petrolio e gas Offshore e Onshore. Fu l’unico membro con FederPetroli Italia a relazionare in Audizione alla Camera dei Deputati con l’allora A.D. di ENI Paolo Scaroni sulla delicata situazione della nascente crisi libica nel 2011 e la verifica degli Asset Strategici nel paese nordafricano. Ha dato vita nel 2009 a “Operazione Trasparenza” iniziativa per spiegare nel nostro paese che cosa vuol dire Petrolio e Gas. E’ Consulente di Direzione ed Advisor Board per i Rapporti Istituzionali di importanti aziende petrolifere e del Non-Oil. Docente in diversi corsi di specializzazione (post diploma e post-laurea) con collaborazioni in diverse Università. Membro di Comitati Scientifici negli Organismi di studio geopolitico, da anni affronta le tematiche del Medio Oriente e del Continente Africano focalizzando l’interconnessione delle dinamiche economiche, politiche e del dialogo interreligioso nonché esperto delle nuove tecniche di ricerca petrolifera attraverso il Fracking, sviluppate principalmente negli U.S.A. È chiamato come relatore a conferenze e seminari in ambito internazionale, oltre ad essere presente con propri articoli e pareri tecnici sulla principale stampa nazionale e straniera. Complessivamente è autore di numerose pubblicazioni (papers, articoli), il suo nome appare spesso in articoli pubblicati sui principali media internazionali e nazionali, è spesso ospite in trasmissioni televisive e radiofoniche. Definito da tanti un’abile lobbista, in realtà ha sempre dichiarato: ‘’….prendo caffè in giro per il Mondo e stringo mani…...tutto qui’’.
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