lunedì, 20 Marzo
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Quei tassi che sussurrano la crescita

Per quali motivi i tassi dei titoli di Stato, in tutto il mondo, sono sotto zero nonostante una ripresa, seppure lenta, dell’economia globale?

Parliamo dei tassi d’interesse a breve periodo, a 2-3 mesi, periodi inferiori all’anno. Su periodi più lunghi la situazione non è con tassi negativi: ci attestiamo attorno allo 0, 7%, 1,1%, 1,2%.; quindi le aspettative di crescita economica ci sono. Abbiamo già visto che in altre fasi storiche la stessa curva dei tassi, che prevede tassi bassi a breve  e tassi di medio e lungo periodo più alti, può essere ristampata nello stesso modo per 4, 5, 6, , 10 anni. La curva dei tassi, dato che viene stampata tutti i giorni, ci fa capire che viene aggiornata e quindi la previsione di crescita fra un anno non avviene necessariamente fra un anno, ma può slittare più avanti negli anni. Certamente, dall’economia iniziano ad arrivare segnali positivi. Lo percepiscono anche le persone non esperte di economia: lo si percepisce dal traffico, lo si vede dai treni merci, dal movimento dell’economia reale, lo si vede dalle aziende che chiedono alle scuole superiori e alle università di inviare curriculum  perché hanno bisogno di assumere. Sono segnali non mappati ancora dalle statistiche, ma che mostrano una ripresa dell’ attività economica. Rispetto a tre anni fa quando, secondo l’Osservatorio Universitario,  era complicato anche trovare uno stage per gli studenti, oggi le aziende ci chiedono laureati e anche laureandi, soprattutto se si occupano di temi di loro interesse.

Quali sono le forze strutturali, oltre all’invecchiamento della popolazione e alla rivoluzione tecnologica, che rendono bassi i rendimenti obbligazionari a breve periodo? Parlando dell’effetto dei rendimenti obbligazionari, è soprattutto nel breve periodo. Nel medio e lungo ci sono tassi positivi. Non sono positivi come li vorrebbero gli investitori che vedono l’altro lato della medaglia e quindi fondi previdenziali, banche e  assicurazioni hanno bisogno di rendimenti un po’ più elevati per poter pagare le prestazioni e auspicano che i tassi salgano rapidamente. Anche le banche chiedono una struttura dei tassi un po’ più alta perché quando i tassi sono alti c’è maggior spazio per creare un margine d’intermediazione e mantenere le strutture bancarie che conosciamo; i tassi bassi di breve periodo nascono da un’esigenza molto semplice: bisogna spingere la gente a consumare, consumare subito e non rimandare gli acquisti. E, quindi,  si cerca di spingere il consumo il più possibile in modo tale da far ripartire l’economia; in parte sta avvenendo come vediamo ad occhio nudo. Ci aspettiamo, comunque, che anche i tassi a breve termine incomincino a diventare positivi. Non è immaginabile un’economia che continui a girare con tassi negativi.

A livello globale, si prevede che la Cina pensi di sospendere gli acquisti del debito americano. Secondo lei, si sta inasprendo la guerra commerciale tra i due Paesi? È una minaccia più sulla carta che non reale. Nel senso che se gli Usa non sono più validi a pagare il debito, il primo Paese a pagarne le conseguenze è la Cina. C’è un’espressione che si usa ed è la seguente: ‘se una persona ha un grande debito, i suoi creditori, si preoccuperanno della sua salute e così via’. E, quindi, credo sia una partita a scacchi nella quale se la Cina dovesse smettere di comprare il debito pubblico degli USA, sarebbe più dannoso per la Cina che per gli Americani.

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