Primo Maggio, Festa del lavoro, almeno per chi il lavoro ce l’ha. Ché i ‘rischi’ del lavoro, e da lavoro, sono di varia natura. E di quelli concreti non molti, e molto, sono oggetto di attenzione ed intervento. Certo, il tema non è allegrissimo, oggi ben più avremmo voluto portare piuttosto ‘allegria nelle giostre’, come invita il poeta. Ma la questione della sicurezza nei luoghi di lavoro è un diritto, una necessità, assicurarla un dovere inderogabile. Parole non nostre (almeno: non nostre in prima battuta), ma di Sergio Mattarella. Meno male. Il Capo dello Stato ha assicurato che «questa esigenza fondamentale sarà al centro della cerimonia del Primo Maggio, al Quirinale». Lo ha detto ricordando Lorenzo Parelli, lo studente morto in uno stage nell’ambito di un percorso scuola-lavoro.
«Anticipiamo la celebrazione della Giornata del Lavoro, in omaggio a Lorenzo e a tutti coloro che hanno perso la vita sui luoghi di lavoro, affinché si manifesti con piena chiarezza che non si tratta di una ricorrenza rituale o astratta ma di un’occasione di richiamo e riflessione» ha continuato Mattarella. «La natura del percorso formativo lo aveva portato in azienda. Ma è accaduto ciò che non può accadere, ciò che non deve accadere. La morte di un ragazzo, di un giovane uomo, con il dolore lancinante e incancellabile che l’accompagna è qui a interrogarci affinché non si debbano più piangere morti assurde sul lavoro» ha aggiunto e concluso. Un singolo caso per parlare di tutti gli altri. Più utili le sue parole dei Concerti per il Primo Maggio… Ma questo è altro, importante, discorso, inopportuno ora ma certamente da provare ad affrontare a partire da subito dopo, già forse da martedì 2 maggio. Del 2022, non del 2072.
Mattarella si è fermato anche con un ragazzo che era compagno di Lorenzo. Tutto ciò mentre anziché diminuire cresce l’emergenza. «Continua un’altra pandemia, annosa e difficilmente tamponabile, anzi. Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail tra gennaio e marzo 2022 sono state 194.106 con un aumento del 50,9% rispetto allo stesso lasso di tempo del 2021» scrivevamo in ‘Mascherina, niente ‘liberi tutti’‘, ieri, giovedì 28 aprile 2022. Occupandoci della ‘Strage da virus e quotidiana strage da lavoro’.
Questi dati, per ora provvisori, continuano ad inquietare. Magari solo chi ritiene opportuno farsi inquietare. Le denunce di incidenti con esito mortale nel primo trimestre sono state 189 (+2,2%). I casi di incidenti femminili sono passati da 14 a 24, per gli uomini si scende da 171 a 165. Secondo l’Inail, riprendiamo e ripetiamo, sono in aumento le denunce dei lavoratori italiani (da 158 a 163), in calo quelle dei comunitari (da 9 a 8), immutate quelle degli extracomunitari (18). Per classi di età si notano gli aumenti dei decessi tra under 40 (da 34 a 49 casi) e 45-49enni (da 22 a 24), in calo tra i 40-44enni (da 17 a 16). Questa ‘strage continua’ ci sembra più incalzante del pur meritorio Concerto del Primo Maggio e contorni. Che pure di questo, e pure analiticamente, dovrebbe occuparsi. Così, giusto per tirarci su il morale…