Dall’invasione russa dell’Ucraina, molti analisti affermano che la Cina sta assumendo una posizione ‘pro-Russia’. Il rifiuto di Pechino di condannare l’invasione di Mosca – o chiamarla invasione – e l’imitazione della propaganda russa da parte dei media cinesi sono visti come una prova dell’inclinazione della Cina da una parte.
C’è da aspettarsi il sostegno diplomatico della Cina alla Russia, dato che il Presidente Xi Jinping e Vladimir Putin hanno concordato la partnership ‘senza limiti’ tre settimane prima dell’offensiva del Cremlino. Ma ciò che sorprende della posizione della Cina è lo scarso supporto materiale che Pechino ha fornito al suo ‘partner strategico più importante’. Anche il consigliere per la sicurezza nazionale del Presidente Biden, Jake Sullivan, ha affermato di non aver visto prove del fatto che la Cina fornisse supporto militare alla Russia.
Sebbene sia difficile cogliere le intenzioni dei decisori cinesi, le azioni della Cina parlano più delle parole. Xi Jinping crede senza dubbio che Putin sia un importante partner strategico in un momento in cui la Cina sta affrontando crescenti pressioni da parte degli Stati Uniti. D’altra parte, i funzionari cinesi probabilmente riconoscono che sostenere lo sforzo bellico di Putin non solo farebbe poco per promuovere gli interessi della Cina, ma esporrebbe anche la Cina a costi economici e reputazionali potenzialmente elevati. In questo contesto, Pechino sta camminando su una linea sottile fornendo supporto diplomatico alla Russia ma fermandosi prima di fornire armi e aiuti a Mosca.
Armare o non armare?
A più di un mese dall’invasione russa dell’Ucraina, è chiaro quindi che sembrano esserci limiti alla partnership ‘senza limiti’ tra Cina e Russia. Diplomaticamente, Pechino ha fatto di tutto per fare eco alle giustificazioni della guerra di Putin, in particolare descrivendo l’allargamento della NATO come la ‘causa principale della crisi’. Anche così, il governo cinese non ha sostenuto pubblicamente gli obiettivi massimalisti della Russia, compresi gli ultimatum per ‘denazificare’ l’Ucraina, affermare la sovranità sulla Crimea e dichiarare l’indipendenza di Donetsk e Luhansk.
Sul fronte economico, i funzionari cinesi affermano che manterranno normali relazioni commerciali con la Russia e non aderiranno alle sanzioni internazionali. Ma rapporti recenti suggeriscono che le più grandi banche statali cinesi hanno smesso di finanziare gli acquisti di materie prime russe; Pechino ha rifiutato di vendere parti di aeromobili alle compagnie aeree russe; e Sinopec hanno sospeso importanti investimenti nel mercato russo del gas. Sebbene questi casi possano essere eccezioni alla regola, la decisione di alcune aziende cinesi di sospendere le transazioni con la Russia è notevole alla luce della retorica contraria dei funzionari cinesi.
Infine, sul fronte militare, ci sono poche prove che Pechino appoggi Mosca. Sebbene le fughe di notizie dell’intelligence statunitense suggeriscano che la Cina potrebbe aver segnalato la volontà di fornire alla Russia missili terra-aria, droni e altre armi, Sullivan ha affermato ancora una volta di non aver visto prove della Cina che agiva su richiesta russa di supporto militare. Se emergessero prove dell’aiuto militare cinese, ciò costituirebbe un importante cambiamento nella posizione della Cina sulla guerra.
Il calcolo strategico cinese
Il supporto misto di Pechino fino ad oggi è comprensibile considerando i potenziali rischi e il vantaggio limitato per sostenere pienamente la Russia. La Cina vuole senza dubbio garantire che la Russia rimanga un forte partner strategico per scoraggiare gli Stati Uniti. Tuttavia, dopo solo un mese di combattimenti, i fallimenti logistici e di intelligence della Russia mettono in dubbio anche la capacità di Pechino di compensare il danno arrecato all’economia e all’esercito russo. I leader cinesi probabilmente riconoscono che c’è poco che possono fare per aiutare significativamente Mosca a rivendicare la sua posizione prebellica, per non parlare di vincere la guerra in Ucraina. In questo contesto, è probabile che qualsiasi aiuto che la Cina fornisca alla Russia sia più simbolico che sostanziale.
Allo stesso tempo, ci sono diverse ragioni per cui la Cina vorrebbe evitare di fornire armi e aiuti su larga scala alla Russia. In primo luogo, nonostante tutte le lamentele di Pechino con la NATO e gli Stati Uniti, l’Ucraina non è il nemico della Cina. Prima della guerra, Cina e Ucraina mantennero legami economici, tecnologici e persino militari di cooperazione. Sebbene al governo cinese non piaccia l’attuale governo ucraino, non è nell’interesse della Cina esportare armi da usare contro i civili ucraini.
In secondo luogo, la Cina rimane un Paese a reddito medio il cui principale obiettivo politico nel prossimo decennio è di mettersi al passo con lo sviluppo economico e tecnologico dell’Occidente: legittimare il suo modello di governance, mantenere la stabilità sociale e accelerare la riunificazione con Taiwan. La guerra in Ucraina, tuttavia, ha aumentato il prezzo delle materie prime al punto che è improbabile che anche gli acquisti scontati dalla Russia compensino i maggiori costi degli input da cui dipende l’economia cinese. Inoltre, il potenziale per Pechino di affrontare sanzioni secondarie dovute alla cooperazione economica con la Russia non farebbe che aumentare i venti contrari economici della Cina, inclusi focolai latenti di COVID-19, fuga di capitali e calo della crescita demografica.
Infine, più a lungo si trascina la guerra in Ucraina, più è probabile che l’Europa e gli Stati Uniti diventino uniti, consolidando le stesse alleanze che Cina e Russia sono state irremovibili a interrompere. La perdita dell’Europa come ‘cuneo’ tra Cina e Stati Uniti sarebbe una grande responsabilità strategica per Pechino.
Pertanto, avrebbe senso per Pechino evitare di sfruttare l’offensiva russa come una guerra per procura contro l’Europa e gli Stati Uniti. Sebbene Xi Jinping abbia identificato gli Stati Uniti come la “più grande minaccia allo sviluppo e alla sicurezza della Cina”, questa minaccia è esacerbata, non minimizzata, dalla prospettiva di una guerra prolungata in Ucraina. Tra le tante importanti lezioni della crisi, una è che permangono dei limiti al partenariato Cina-Russia.