«Non accetteremo che le forze pro-migrazione ci ricattino, non cederemo al ricatto, difenderemo le frontiere e fermeremo la migrazione clandestina. Anche contro di voi se è necessario». Lo ha detto il premier ungherese Viktor Orban al Parlamento europeo, alla vigilia della votazione di domani a Strasburgo sulle sanzioni all’Ungheria.
«L’Ungheria sarà condannata perché ha deciso che non sarà patria di immigrazione. Ma noi non accetteremo minacce e ricatti delle forze pro-immigrazione: difenderemo le nostre frontiere, fermeremo l’immigrazione clandestina anche contro di voi, se necessario», ha ribadito il premier ungherese.
Divisa l’Italia e in particolare le forze di governo, con gli europarlamentari del M5s che hanno confermato che voteranno per approvare la relazione con cui l’Eurocamera chiede l’avvio della procedura contro l’Ungheria per violazioni gravi dei valori dell’Ue. Mentre la Lega ribadisce: «Il premier ungherese Viktor Orban è per noi un eroe, perché lotta per la libertà e la sovranità del proprio popolo contro questa Unione Sovietica Europea. Noi siamo al suo fianco e al fianco dell’Ungheria e siamo certi che, insieme a lui e ad altri leader, dopo le elezioni Europee del 2019 cambieremo questa Europa da cima a fondo, per dar vita ad una nuova Europa dei Popoli, delle Patrie e della libertà».
Il ministero della Difesa russo ha dato notizia dell’arrivo nella provincia di Idlib, in Siria, nel centro abitato di Jisr al-Shughur, di troupe televisive di alcune emittenti del Medio Oriente nonché della filiale regionale di uno dei maggiori canali televisivi Usa, per effettuare riprese video «del presunto uso delle ‘armi chimiche’ da parte dell’esercito siriano contro la popolazione civile». Secondo Mosca si tratterebbe di una messa in scena per mostrare al mondo «la ‘prestazione di aiuti’ agli abitanti da parte degli attivisti dei Caschi Bianchi dopo il presunto uso delle cosiddette bombe-barile con sostanze tossiche da parte dell’esercito siriano. Per rendere le riprese video più ‘naturali’ questa mattina i miliziani hanno portato a Jisr al-Shughur da Herbet al-Jaus due contenitori con una sostanza tossica a base di cloro».
Intanto la Russia ha lanciato oggi la più grande esercitazione militare della sua storia con oltre 300mila uomini e con la partecipazione cinese. La Nato ha criticato questa operazione, definendola una simulazione di un ‘conflitto di ampio livello’. Alle manovre partecipano, oltre a quello russo, gli eserciti della Cina e della Mongolia. Sono denominate ‘Vostok-2018’ (Est-2018) e continueranno fino al 17 settembre in Siberia orienta e e nell’Estremo Oriente russo.
Passiamo negli Usa, nel giorno del ricordo degli attentati dell’11 settembre. Donald Trump su Twitter celebra l’ex sindaco di New York Rudy Giuliani: «La sua leadership, il suo coraggio e le sue capacità non devono mai essere dimenticati. Rudy è un vero guerriero».
«Dalla Germania non vediamo l’Italia come un rischio». A dirlo all’Ansa il nuovo ambasciatore tedesco in Italia, Viktor Elbling. «Le regole valgono per tutti e sono lì per essere rispettate da noi tutti, però quando dalla Germania guardiamo verso l’Italia non vediamo un Paese che è un pericolo per l’Europa. E’ chiaro che un Paese come l’Italia ha bisogno di una crescita economica».
«Dobbiamo, con solidarietà europea, risolvere i problemi insieme», ha detto ancora Elbling, che in merito all’accordo sui migranti in discussione tra Germania e Italia ha ricordato che «siamo ancora nel negoziato ma siamo vicini a una firma da ambedue i lati».
In Francia, fa scalpore la notizia di ‘Le Monde‘, secondo cui il figlio dell’ex rais Muhammar Gheddafi, Saif Al-Islam, in una lettera inviata quest’estate alla giustizia francese ha confermato che la campagna presidenziale che nel 2007 portò Nicolas Sarkozy all’Eliseo venne finanziata dalla Libia. «Sarkozy aveva come rivale Dominique de Villepin. Ma le chance di vittoria di quest’ultimo erano minime (…). Ciò incoraggiò lo Stato libico ad interessarsi alla questione del sostegno a Sarkozy, sostegno che ha effettivamente ricevuto nella forma di una somma di 2 milioni e mezzo di euro». Ma l’ex segretario generale dell’Eliseo e fedelissimo di Sarkozy smentisce.
Andiamo in Afghanistan, dove trentadue persone sono state uccise e 128 ferite in un attacco suicida nella provincia orientale di Nangarhar. Il kamikaze si è fatto saltare in aria tra una piccola folla che protestava per i soprusi del capo di una milizia locale.
Israele desista dal proposito di demolire il villaggio di Khan al Ahmar, dove ha sede la ‘scuola delle gomme’: è l’appello di Francia, Germania, Italia, Spagna e Gran Bretagna, in una nota congiunta: «Le conseguenze che una demolizione e uno spostamento avrebbero sui residenti della comunità, inclusi i suoi bambini, così come sulla prospettiva della soluzione a due Stati sarebbero molto serie».
Chiudiamo con il Cile, dove per celebrare la data del golpe contro Salvador Allende, il presidente Sebastián Piñera ha disposto in occasione del 45/o anniversario di quel tragico evento, di autorizzare solo una cerimonia ecumenica nel cortile Las Camelias del palazzo della Moneda, a cui non sono state invitate né le forze politiche, né la famiglia Allende.