Badate bene: «È, quindi, fondamentale che tutti, nessuno escluso, facciano quanto è nelle proprie possibilità per limitare la diffusione del virus. Non ci possiamo proprio più permettere deviazioni dalle buone regole» e poi leggete anche: «Fa crescere di più il Pil una passata di pomodoro, uno spritz, uno strudel o la formazione delle prossime generazioni?» e poi: «Chiudere una scuola significa incatenare il futuro. D’altra parte, chi pensa che uno sia uguale a uno non può essere interessato all’educazione, al merito, anzi detesta il talento e i luoghi dove viene allevato».
I toni, i contenuti, sono i più classici toni e contenuti, se mi permettete, delle frasi ‘epocali da parterre televisivo’, quelli che derivano come da copione dall’annuncio del presentatore di turno ‘abbiamo l’onore di ascoltare il grande’ … , ‘la speciale occasione di vedere l’eccezionale’ … ecc.
Frasi belle, certo, ma, scusatemi lo dico col capo cosparso di cenere e pronto a scusarmi umilmente con gli autori, ma non a ritirarne una virgola, frasi belle, dico, ma del tutto vuote di contenuto e di significato, e, per di più, tanto ovvie da essere condivisibili parola per parola, virgola per virgola, papera per papera, inutilità per inutilità.
Mi pare assolutamente indubitabile che ciascuno debba fare il suo, tutti. Dove tutti siamo al solito noi cittadini accusati ad ogni piè sospinto di essere degli sgavazzatori impenitenti, che vogliono trascorrere la loro giornata a bere ed abbuffarsi, gettandosi, sudati, l’uno addosso all’altro, per il puro gusto di farlo e di fare arrabbiare il forbito prof. Franco Locatelli, autore della prima frase, che ha poi anche aggiunto che non spetta a loro dire cosa fare per non invadere il campo della politica. Poi se le cose non vanno bene, ‘l’avevamo detto …’. I barili non mancano mai qui.
Nel mio piccolo lo ho anche scritto a chiare lettere, criticando, credo pesantemente, i dipiciemme verbosi e insulsi, parossisticamente normativi, asfissianti e inapplicabili del nostro sedicente ‘premier’, avvocato fino al midollo, specie nel linguaggio burocratico e immaginifico al tempo stesso. Che poi, ad ora di cena o di ammazzacaffè, ci ammannisce la solita conferenza stampa verbosa e ambigua.
E lo ripeto: un governo serio, di persone serie, aiutato da una burocrazia seria e magari efficiente, di fronte alla situazione attuale della crescita del virus e con buona pace di Agamben che scrive testualmente: «Una delle conseguenze più disumane del panico che si cerca con ogni mezzo di diffondere in Italia in occasione della cosiddetta epidemia del coronavirus è nella stessa idea di contagio, che è alla base delle eccezionali misure di emergenza adottate dal governo», stupenda l’idea della ‘idea del contagio’, il contagio è un’idea non un fatto, stupendo, come il dubbio che si ‘cerchi di diffondere’ che c’è una epidemia, anzi, una ‘cosiddetta’ epidemia (notoriamente assente), ripeto: un governo serio, come dicevo, fa l’unica cosa seria che si possa fare: dice a tutti i cittadini italiani, una volta e per tutte in modo solenne, non in mezzo ad una piazza, in un cortile, camminando verso un bar e con una mascherina più o meno variopinta, insomma facendo scena, dice ai cittadini italiani: “guardate che siamo nei guai fino al collo e anche più su. Dovete portarvi in tasca qualcosa per lavarvi le mani e farlo in continuazione, dovete indossare la mascherina sempre e dovunque, dovete evitare di stare troppo vicini ad altri”, punto.
Ma, mentre lo dice, i suoi collaboratori, i funzionari, i sottoministri, i ministri, eccetera, tutti insomma fanno, sì, ‘fanno’, operano. Cercano di moltiplicare i mezzi pubblici, si procurano con contratti non da codice penale i vaccini necessari, attrezzano gli ospedali, aumentano i docenti nelle scuole e i mezzi per portarci gli studenti, eccetera, eccetera, eccetera, non fanno ‘gli stati generali’ (e che è, la rivoluzione francese?) a villa Pamphili per non concludere nulla, oltre la spesa, e non permettono a due o tre senza patria di urlare contro il MES quando ci sono gli ospedali che non hanno abbastanza posti letto, non hanno respiratori e medicine.
Questo lo dico con tutto il rispetto al prof. Giorgio Agamben e al prof. Paolo Crepet, che ci ha messo del suo affermando nientemeno quello che ho riportato sopra a proposito della scuola. Altra cosa che è una frase storica in sé e per sé, ma che è semplicemente ovvia, e lo sarebbe perfino da noi, perfino con questo governicchio, perfino con la Ministro Azzolina, se non ci fosse il piccolo particolare che a Marzo le scuole sono state chiuse ermeticamente e gli esami finali sono stati una sostanziale farsa, gli esami più importanti di tutti perché, studenti a parte, attestano che Tizio è preparato, capite? Sono un fondamentale passaggio che dovrebbe essere permesso solo dopo ferree e impegnative verifiche da persone ferree e impegnate.
Stracciarsi oggi le vesti mitragliando la stampa di frasi storiche perché Vincenzo De Luca chiude le scuole per due settimane, mi pare surreale. Capirei se si dicesse “Vicie’, mo’ hai chiuso, e pulezzale sti ca … e shcole, e procurate l’autobùs” (l’accento sulla u è d’obbligo). Questo lo capirei. E sarei il primo a scatenarmi contro De Luca. Ma poi non sono proprio questi politicanti quelli che dicono sussiegosi (vedi Bonaccini): noi Governatori (?!? Siamo in USA?) sappiamo meglio di chiunque quali sono le condizioni delle nostre Regioni. E allora?
Mi darete atto che non ne ho mai parlato e mai bene comunque di De Luca. Non mi interessa. Però sta in fatto che De Luca ha preso l’iniziativa; e, anche questo è un fatto, è stata come una bomba, tutti si sono ‘accorti’ che il problema è serio. Lui, De Luca, ha risposto operativamente alle statistiche sempre più terrificanti sui contagi, ma ancora inferiori a quelli perfino della perfetta Germania … e questo per chiunque ragioni dovrebbe essere decisivo per affrettare i provvedimenti, non per sedersi al sole ad aspettare di raggiungere gli altri.
Contagi che, prof. Agamben, sono contagi veri e i ‘portatori sani’ non sono untori, per un semplice motivo: non lo sanno di essere infetti e capaci di infettare; un portatore sano al massimo (purtroppo molto spesso, vero?) è un incosciente indifferente alla salute altrui perché non ha la mascherina. Professore, ma lei è una grande mente, un uomo famoso, come può scrivere, che i ridicoli dipiciemme: «trasformano di fatto ogni individuo in un potenziale untore, esattamente come quelle sul terrorismo consideravano di fatto e di diritto ogni cittadino come un terrorista in potenza. L’analogia è così chiara che il potenziale untore che non si attiene alle prescrizioni è punito con la prigione. Particolarmente invisa è la figura del portatore sano o precoce, che contagia una molteplicità di individui senza che ci si possa difendere da lui, come ci si poteva difendere dall’untore». Ma vogliamo scherzare?
De Luca ha esagerato? Bene, ma ha agito. Il Governo, Giuseppe Conte – pochette in testa, tutto agghindato con mascherine griffate, e Roberto Speranza (che delusione, Ministro, sembrava l’unico serio lì in mezzo) che parla di ‘collaborazione istituzionale’ e intanto si perde tempo per non fare arrabbiare Fontana o il mitico Bonaccini, per dare due giorni in più di lavoro ai bar e ristoranti e non fa niente che l’infezione si diffonde. E invece, bisogna agire, De Luca ha agito e gli altri si sono trovati spiazzati … diciamola così. Ha chiuso le scuole, e certo, mica siamo a Stoccolma, i ragazzi qui vanno a scuola in mezzi di trasporto strapieni e scassati e certo non se ne può dare la colpa solo a De Luca. Non è Stoccolma la Campania, qui se si continuano a chiudere gli uffici pubblici (bella l’idea dello smart working con internet che si blocca ogni terzo minuto, ma se ti serve un documento che fai?) la Campania si ferma del tutto, già non è che corresse tanto.
Perfino un politico discutibile come De Luca se è una persona seria agisce con quello che ha e affronta il problema con quello che ha.
Una storiella: tempo fa un mio amico poco pratico mi ha chiesto di aiutarlo a cambiare il medico di base, una banalità a Stoccolma, non tanto qui. Non poteva andare all’ufficio molto lontano e col covid quasi inaccessibile (appunto, lo smart working!) e mi ha chiesto di fare la pratica via ‘pec’. Ci bombardano giorno e notte con ‘sta pec. Ebbene, la ho fatta ad Aprile, la pec coi documenti è arrivata, ricevuta e ‘letta’ … aspetto ancora una risposta! Sarà stata messa nello ‘spam’! ma il mio amico ha bisogno del medico per avere il vaccino!!
Ma, poi, ci si rende conto che sta andando a rotoli l’economia dell’intero mondo e bisogna impedire che questa epidemia fermi definitivamente le nostre fabbriche e il resto. Si può ignorare la situazione? Farlo significa moltiplicare i contagi e, certo, lo abbiamo visto la maggior parte non danno conseguenze serie, ma in molti casi sì, e serissime. Si va avanti a venti, trenta, quaranta morti al giorno oggi settanta … la situazione non sarà drammatica, ma i posti letto si esauriscono e magari anche le bare: è già accaduto.
Non vorrà mica fare anche lei, prof. Agamben o prof Crepet, come quelli che dicono che in fondo muoiono tanti anche per tumore, per leucemia, per semplice influenza e che poi, nella proporzione cosa sono mai una quarantina di morti al giorno in più! Ma che significa questo discorso? Compito di uno Stato, e quindi anche di De Luca, con tutti i limiti che gli vogliamo riconoscere, ma anche di pochette mascherato, è di impedire i morti: anche uno è di troppo. Certo non solo di Covid-19, ma anche di covid o no?
Bisogna guardare in faccia la realtà, De Luca ha ragione: bisogna agire subito duramente e provare a dare un taglio all’epidemia, per non trovarsi fra un mese con l’acqua alla gola e magari chiudere tutto a Natale. Occorre uno shock! A me, scusatemi e mi scusi De Luca, a me sembra di una evidenza banale, perché, a parte la convinzione che resta la cosa principale, ma richiede quella autorevolezza che non c’è da parte delle autorità, un governante deve togliere di mezzo le occasioni di contagio. Francamente non vedo cosa ci sia di fascistoide in tutto ciò. Certo ci sono i mitici scienziati di Harvard che dicono che basta mettere al sicuro le persone dai 60 anni in su, e poi fregarsene: solo in Italia sarebbero circa trenta milioni se ben capisco! E poi, dove li mettiamo, chi li assiste, chi gli porta da mangiare e chi produce al loro posto? Ah sì, ha ragione De Luca, parlare è facile, agire molto meno e … ‘ti buttano i sassi’!
Io capirei, anzi sono pronto a sottoscrivere, che si possa pensare che sia tutto un complotto cinese, del quale sarebbe prova che oggi la Cina non ha più ammalati (o magari quelli erano finti) e che mentre il PIL del mondo crolla, quello cinese cresce. Bene, sosteniamo questo, se volete, anzi sostenete. Ma cosa c’entra con gli untori e tutto il resto.
La scuola? Certo fondamentale, e sarebbe tanto più fondamentale se avessimo e avessimo avuto ministri della scuola e/o (perché è una specie di altalena, dipende dalle manie del Presidente del Consiglio di turno) dell’Università degni di questo nome, se si investisse e si fosse investito sulla scuola e sulla ricerca, se non si fossero distrutte le biblioteche, magari con la scusa di internet se non si pensasse che la scuola è un imbuto o uno zaino. Questi, perdonatemi, questi sono i temi da dibattere e i problemi da risolvere, non preoccuparsi se un ‘asintomatico’ è pareggiato ad un untore (non mi risultano assalti agli asintomatici finora e quindi citare Manzoni non mi pare affatto appropriato, anzi … ) ma preoccuparsi che non trasmetta la malattia e che la malattia non ci immobilizzi facendoci arretrare di dieci anni … nel PIL, non nelle capacità, altra cosa che mai si sottolinea con quella mentalità da commercianti di uova fritte della Confindustria, Confartgianato, Confquellochevipare e sorvolo sui sindacati, l’ennesima delusione.
Quanto poi alle dietrologie della nostra politichetta da quattro soldi, tra un Renzi che non so che fa, una Meb che a sua volta fa ma non si sa perchè, Franceschini che attacca di fianco, il giovane turco che chi sa che medita, per non parlare di Salvini che litiga con Zaia e di Grillo (già Grillo, che fine ha fatto, sta sempre ad elevarsi?) che si strappa i capelli con Casaleggio. Tutta aria bollita: che questo Governo sia molto inferiore al compito è ovvio, risaputo ed evidente. E quindi delle due l’una: o siete in grado di mandarlo a casa, o dovete cercare di metterlo sotto tutela, ma certo non con Calenda e Franceschini o Zingaretti e Bettini!
Anzi, un suggerimento a De Luca: visto che ha chiuse le scuole per due settimane, e tutti se la prendono con lui salvo a fare lo stesso fra tre settimane, dimostri che crede alla cultura e proroghi la scuola per due, anzi tre, anzi quattro settimane, e abolisca le feste di Natale oltre ad Halloween. Sarebbe una provocazione? Forse, ma sarebbe, finalmente, una rivoluzione.
Coraggio Vincenzo, facci vedere se sei quello che dici di essere. Oppure (temo), riprendi le trattative, le mediazioni, le mezze misure, le fritture di pesce.