Sydney – I Neozelandesi hanno scelto. Lo scorso martedì la commissione elettorale ha reso noto l’esito del referendum organizzato per decidere la migliore alternativa all’attuale bandiera, considerata da alcuni una scomoda eredità del passato coloniale britannico, da altri come troppo simile alla bandiera australiana, da altri ancora entrambe le cose. La proposta vincitrice è stata il vessillo raffigurante una foglia bianca di felce argentata – pianta simbolo del Paese – con sfondo nero alla sua sinistra e sfondo blu alla sua destra, con le 4 stelle della Croce del Sud colorate di rosso a richiamare non solo la posizione geografica, ma anche l’attuale bandiera. Altri richiami sono i colori – blu, rosso e bianco – cui si aggiunge il nero, colore spesso associato alle squadre sportive neozelandesi, e le proporzioni, ovvero 1:2.
L’attuale bandiera, in uso dal 1869, ma divenuta ufficiale solo nel 1902, presenta infatti uno sfondo blu con la Union Jack britannica in alto a sinistra e quattro stelle rosse della Croce del Sud a destra. Il passato di tale Paese, prima come colonia e poi come dominio inglese, è ravvisabile anche in altri aspetti della bandiera nazionale, come la scelta dei colori, ancora una volta i medesimi della ex madrepatria, e le proporzioni, sempre 1:2.
Nonostante il dibattito circa la natura della bandiera nazionale sia sempre stato presente in Nuova Zelanda, sin dal 1834, fu il simile processo effettuato dal Canada nel 1965, anno in cui quest’ultimo abbandonò definitivamente la Union Jack britannica, a stimolare ulteriormente il dibattito sulla questione. La discussione si è fatta sempre più pressante negli ultimi anni, politicamente dominati da John Key, leader conservatore a favore di una nuova bandiera e capo di governo sin dal 2008.
A tal proposito quest’ultimo aveva dichiarato: «E’ molto importante che il desiderio di cambiare la nostra bandiera nazionale provenga da una spinta genuina dei Neozelandesi. Una bandiera che unisca tutti i Neozelandesi dovrebbe essere scelta solo dai Neozelandesi stessi, e questa è una decisione più grande della politica dei Partiti. Basta pensare al Canada, la cui vecchia bandiera rappresentava il Canada del passato, piuttosto che il Paese che era diventato. Allo stesso modo, penso che la nostra bandiera ci rappresenti per come eravamo una volta, non per come siamo adesso».
Ma come è nata la bandiera vincitrice del referendum, e chi c’è dietro? Quanto a quest’ultima domanda, la risposta è Kyle Lockwood, 38enne neozelandese arredatore d’esterni con base a Melbourne, Australia. Il ballottaggio finale tre le due bandiere finaliste, curiosamente, è interamente dovuto a Lockwood, dal momento che anche il vessillo arrivato secondo è stato disegnato da lui. La differenza con quello che ha poi vinto risiede unicamente nella colorazione, in questo caso del tutto simile a quella dell’attuale bandiera e della Union Jack britannica, ovvero con rosso, blu e bianco.