domenica, 26 Marzo
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India: nella sicurezza cambiano gli equilibri

India-Ajit Doval-NSA

New Delhi – Come da previsioni Ajit Doval, il pluridecorato funzionario di Polizia che nel 2005 si è ritirato dalla Polizia indiana (IPS) dove ricopriva l’incarico di Direttore dei servizi segreti (IB, Intelligence Bureau), è stato nominato National Security Advisor (NSA). Il ruolo di NSA, il principale consulente del Primo Ministro indiano sui temi della sicurezza nazionale e internazionale, era in precedenza ricoperto da Shiv Shankar Menon, già funzionario dell’IFS (NdT: Indian Foreign Service, l’organismo che segue le relazioni diplomatiche e le relazioni esterne del Governo indiano) nonché ex Segretario di Stato agli affari esteri. Doval è stato il secondo IPS, dopo M K Narayanan, ad essere diventato NSA; il ruolo fu creato nel 1998 dall’allora Primo Ministro Atal Bihari Vajpayee. Dei 5 NSA nominati finora, la maggioranza (tre) è appartenuta all’IFS: il primo NSA, Brajesh Mishra, J N Dixit (un altro ex Segretario di Stato agli Affari Esteri) e Menon. 

La prevalenza di ex IFS negli incarichi di NSA può essere attribuita al fatto che proprio le istituzioni dell’NSC (NdT: il National Security Council, che si occupa di sicurezza in ambito politico, economico, energetico e strategico), sotto la guida del Primo Ministro, e dell’NSCS (NdT: il segretariato di NSC), guidato da NSA, sono stati ricalcati su modelli americani. Negli Stati Uniti, l’NSA è il principale consulente in tema di politiche estere e strategie, e riporta direttamente al Presidente, alla Casa Bianca.

Ciò detto, gli Stati Uniti rappresentano la principale potenza del pianeta ed è comprensibile che il Presidente abbia bisogno di essere costantemente aggiornato sulla situazione globale. Bisogna notare che quasi tutti gli NSA (americani) di alto incarico sono stati eminenti accademici, specialisti di politica estera, scienze politiche ed economia. Nel caso dell’India, però, ci si è sempre limitati a dare per scontato che i funzionari IFS conoscessero il mondo delle relazioni internazionali. Gli accademici vengono, infatti, raramente presi sul serio dall’establishment politico e ufficiale indiano, una situazione della quale la comunità accademica è in parte responsabile. Ma questo non è il tema di questo articolo.

Il modello americano è il più adatto alle esigenze dell’India? Per rispondere alla domanda occorre fare un’analisi obiettiva. Non c’è dubbio che l’India abbia aspirazioni e interessi legittimamente globali. Ci sono temi come il terrorismo, la sicurezza energetica, la sicurezza nazionale e quella delle tratte di navigazione, le sfide ambientali, le minacce informatiche e i conflitti sulle risorse naturali che impongono analisi da condursi sotto l’ottica di una lente globale‘. E, a questo riguardo, la familiarità con il mondo delle relazioni internazionali rappresenta una competenza importante per un NSA indiano. In ogni caso, a mio ponderato parere, i prevalenti rischi per la sicurezza con i quali l’India si misura al momento sono più interni che esterni. Il maoismo, i fondamentalismi religiosi, l’immigrazione illegale, le trasformazioni democratiche che si osservano nei distretti al confine, il traffico di droga, la contraffazione di valuta, il traffico illegale di armi, i conflitti settari, le perverse politiche identitarie, il malgoverno che allontana dalla cosa pubblica ampi settori della società e le ambigue organizzazioni non governative con le loro posizioni che sono invariabilmente critiche verso i temi dello sviluppo con il pretesto della tutela dei diritti umani, sono tra le questioni più scottanti che minacciano la vitalità della sicurezza nazionale entro i confini indiani.

In effetti molti di questi temi si ricollegano a questioni esterne. Gli elementi che mettono in pericolo la sicurezza indiana si trovano all’interno dei confini indiani; ma sono stati finanziati, addestrati e vengono impiegati da forze esterne e ostili con la specifica intenzione di sabotare, danneggiare e disintegrare l’India. Queste forze esterne intendono indebolire l’India in modo intrinseco, a breve termine, per poi disintegrarla in un tempo più lungo.
In ogni caso, capire a fondo questi temi di sicurezza interna e realizzare una pianificazione appropriata è un compito critico che può essere svolto più facilmente da persone che abbiano fatto esperienza in Polizia e nei servizi segreti, anziché da persone che non hanno questa esperienza. Quest’ultimo fattore sembra giocare a favore di Doval. È anche abbastanza probabile che il Governo di Modi affidi a qualcuno con esperienza nei servizi segreti l’incarico di essere il suo vice.

Vediamo in che modo funziona il sistema NSA sotto il Governo di Modi. L’NSA ha tre responsabilità principali. Una, come abbiamo già detto, è quella di essere il principale consigliere di politica estera del Primo Ministro. In effetti è ben noto come, fin dall’istituzione di NSA, il ruolo di Ministro degli Affari Esteri (MEA ministry of external affairs) nel determinare il profilo della politica estera indiana si sia notevolmente ridotto. Attualmente il MEA gestisce la politica estera, ma non la decide. È l’ufficio del Primo Ministro, del quale NSA fa parte, il regista dello show ‘esterno’.
Ma, con l’assegnazione dell’incarico di Doval, le cose possono cambiare, e il MEA può riguadagnare un po’ del potere perso. Tanto più perché, diversamente dai suoi predecessori recenti, il Ministro degli Esteri Sushama Swara è un’alta dirigente del partito di governo, il Bharatiya Janata Party, non vorrà avere un ruolo di secondo piano nello staff del Primo Ministro, per ciò che riguarda i temi globali. Ci sarà da attendersi più coordinamento tra i due, diversamente dal passato.

La seconda funzione principale dell’NSA è quella di guidare il ‘Consiglio esecutivo’ dell’NCA (NdT: Nuclear Command Authority, organismo indiano che gestisce il piano degli armamenti nucleari). Non dimentichiamo che il 4 gennaio 2003 il CCS (Commissione sulla Sicurezza, formata dal Primo Ministro, dal Ministro degli Interni, della Difesa, delle Finanze e degli Affari Esteri) ha costituito il Consiglio Politico e il Consiglio Esecutivo di NCA. Il Consiglio Esecutivo, guidato da NSA e formato, tra l’altro, dai tre comandanti in capo e ufficiali anziani di DRDO (Defence and Research Development Organisation), indica al Consiglio Politico, guidato dal Primo Ministro, l’eventuale necessità di autorizzare un attacco nucleare, se necessario. Nel suo programma elettorale, il BJP ha promesso di revisionare la politica nucleare indiana, ma anche se le cose arriveranno fino a quel punto sarà difficile che il ruolo dell’NSA possa essere modificato.

La terza principale funzione di NSA non è solo guidare NSC, ma anche rappresentare il soggetto al quale le agenzie di sicurezza, come il RAW (Research and Analysis Wing) e l’Intelligence Bureau, fanno rapporto diretto; non riferiscono infatti al Primo Ministro. In questo senso, NSA è il sovrano della sicurezza in India. Quando Palaniappan Chidambaram era Ministro degli Affari Interni, per esempio, è dovuto intervenire con la forza, e il Primo Ministro Manmohan Singh non è riuscito a impedirglielo, dopo l’attacco a Mumbai, per far sì che tutti i capi dei servizi segreti, incluso NSA, gli consegnassero un report di intelligence quotidiano e aggiornato. Nel corso di questo incontro, il ruolo di NSA è stato minimizzato a quello di semplice spettatore.

Non so se Rajnath Singh, un altro pezzo da novanta di BJP, vorrà replicare quell’incontro, oggi che veste i panni di nuovo Ministro degli Interni. Ma se lo dovesse fare, e ci sono probabilità che lo faccia ora (dopo l’insuccesso dei tentativi di sottrarre le funzioni di intelligence al controllo del Ministro degli Interni per riportarle sotto quello del Primo Ministro), Doval potrebbe non avere lo stesso successo di Brajesh Mishra e Jyotindra Nath Dixit.

 

(Traduzione di Valeria Noli)

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