martedì, 21 Marzo
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Nozze di distrazione di massa

 

 carrai

Abbiamo lasciato alle nostre spalle anche il tormentone del matrimonio veneziano di George  -è lui il George per antonomasia, diffidate dalle imitazioni, a meno che non abbiano un anno e mezzo e il sangue più blu d’Europa- con la fascinosa Amal.

Che una, poi, si chiede: come funziona il cervello maschile, che un maschio fascinoso sta là là per sposare Elisabetta Canalis col seguito di tutto il mondo velinaro di cui è esponente e ci sta anche un bel po’ insieme e, poi, dopo un abbandono fulmineo, dimostra che una vale l’altra, convolando a nozze con una donna bella, ma anche colta e intelligente, per di più esotica avvocata anglo-libanese, specializzata nella tutela dei diritti umani, Amal Alamuddin?

Ci si dovrebbe congratulare con lui per essersi ravveduto in tempo e, anzi, con un cosiddetto ‘ravvedimento operoso‘, non è cascato nella ragnatela di un’altra starlette alla ricerca di un’identità, ma ha detto il suo sì ad una donna che pare interessante persino alle altre donne.

Certamente gli saranno venuti i brividi al pensiero che, se fosse rimasto alla scelta nostrana, gli poteva capitare fra capo e collo anche la processione di invitati che hanno partecipato alle nozze della sua ex, convolata quasi col timer alcuni giorni prima con Brian Perri, chirurgo ortopedico specializzato in tumori spinali e deformità. Una sorta di contrappasso per analogia di Amal, in quanto a ruolo sociale.

Clooney, però, è da sempre impegnato in associazioni per i diritti umani, mentre la Canalis è da sempre apparsa più attratta da lustrini e sbrilluccichi. Mi chiedo cos’abbia pensato Perri di fronte alla mise invereconda di Belen e non abbia preso tutto quel nude look per un invito ad una visita ortopedica anti scoliosi.

Il problema, però, non sono loro. I cosiddetti personaggi dello star system ci somministrano la minestra che gli chiediamo. Ovvero quel comportamento esagerato, glamourus, sopra le righe che, da un lato ci scandalizza e dall’altro ci attrae, come i bimbi sono magnetizzati dal pericolo o dalle parolacce.

Dunque, il problema siamo noi che, pur in questi momenti di eclissi della serenità, posiamo un pensiero, persino distratto, ma sempre lo posiamo, su questi personaggi fatti di fumo e di nostri desideri frustrati.

Ora, poi, ci sono anche i nubendi VIP che fanno parte della Corte del Premier. Siamo stati trasportati a curiosare alle nozze di tal Marco Carrai, che è diventato di moda per il suo ruolo di supporter di Renzi e di nouveau riche.

Pure su di lui, i giornali si sono sbizzarriti nelle cronache del matrimonio, anche perché il coro, quello del Maggio Fiorentino, aveva una componente d’eccezione, la First lady.

Era forse dai tempi dei Medici, ovvero del potere ‘vero’ a Palazzo Vecchio che non si vedeva una simile concentrazione di decisori pubblici e privati, fra San Miniato al Monte e Palazzo Corsini.

Quello che diverte è l’abilità da Tarzan di certi personaggi  -un nome? Fabrizio Palenzona… – che saltano da una liana all’altra, purché sia la liana del potere.

Non so se il sacerdote, agli sposi, nel corso della celebrazione, abbia letto il Vangelo secondo Matteo. Nei fatti, però, l’apostolo (di Renzi) Marco  -divertente il ricorrere di nomi da Sacre Scritture-  ha intrecciato matrimonio e networking -si usa tanto questa parola, oggidì- invitando quei ‘poteri forti’ su cui l’inquilino di Palazzo Chigi tuona, tanto per far rumore.

E lo potrebbe fare pure per gettare fumo negli occhi a chi potrebbe sospettare che, da un lato, la sua strategia lo ha portato a insinuarsi in tali poteri forti (non dimentichiamo l’editoriale di qualche giorno fa di Ferruccio de Bortoli sul ‘Corriere della Sera’, una delle pochissime volte che il Corrierone non sia stato, nel corso della sua lunga storia, filogovernativo) e, dall’altro, a crearne altri, piuttosto irrituali.

Dunque, anche un matrimonio, così come avveniva, appunto, ai tempi dei Medici, può servire a tessere e disfare, progettare, fare il punto e scambiarsi valutazioni su quanto avviene e non ricade sotto la potestà dei presenti.

Anzi, in tempi lontani, ci scappava anche l’ammazzamento.

Un episodio storico piuttosto cruento lo ha rievocato Alessandra Oddi Baglioni nel bel romanzo storico ‘Nozze Rosse‘, raccontando la storia di famiglia, svoltasi il 14 luglio 1500: un matrimonio insanguinato, quello fra Astorre Baglioni e Lavinia Colonna, in occasione del quale furono uccisi un bel po’ di consanguinei, fra cui Grifonetto Baglioni.

La madre del giovane ammazzato, Atalanta, volle dare memoria imperitura a quell’eccidio commissionando a Raffaello la famosa ‘Deposizione‘.

C’è, però, una differenza sostanziale rispetto ai ‘bei tempi andati’: che i personaggi coinvolti, essendo freschi di potere (a proposito, alle nozze fatali c’era anche il predecessore di Marchionne in quella che, ai suoi tempi, ancora si chiamava FIAT) hanno fragilità di fondo che potrebbero rivelarsi un boomerang.

Non basta comprarsi lo smoking o il manto d’ermellino per diventare statisti o principi.

 

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