Il motto inglese I’m because we are proviene dalla frase in lingua bantu Umuntu ngumuntu ngabantu che sta per Un uomo diventa uomo attraverso gli altri uomini, ovvero Io sono perché noi siamo.
Questa premessa per dire che una persona che ha acquisito un’ottima coscienza personale è quella che è stata maggiormente in grado di ospitare in sé la coscienza collettiva, la coscienza sociale, comunitaria. Quindi è chiaro a tutti che il mio Io sarà tanto più forte quanto più riuscirà a integrarsi al più vasto concetto del Noi. Ma quando la mia coscienza personale non si integra con quella collettiva, quando il mio Io non si integra con il Noi, non sto affatto difendendo la mia libertà personale, poiché la libertà è un atto sociale di forte condivisione con tutte le libertà delle altre persone.
Non si può sostenere la libertà ad esprimere il proprio pensiero se questo pensiero si rifiuta di fondersi con il pensiero che gli altri condividono. Certo, la nostra personale idea possiamo esprimerla, ma certamente non per contraddire con comportamenti inconsulti, le idee che una maggioranza condivide su basi ben più solide, ben più ponderate, ben più credibili e giustificabili.
Ma allora se io sono cosciente che l’evoluzione del mio sé non è frutto della mia sola condotta personale (il mio Io) ma quanto piuttosto del rapporto costante con gli altri (il nostro Noi), come mai che si vedono persone che nel segno della democrazia e della libertà si permettono di dare spintoni, di gridare e ‘sparare’ pugni in faccia ai giornalisti, o altre persone ancora che da un palco invitano a gran voce la gente ad andare a prendere un sindacalista e ad assaltare la sede di un sindacato tra i più noti in Italia? E sulla base di quale criterio di libertà e democrazia si possono vedere persone che spingono e danno torcolate ai poliziotti, altre che spudoratamente staccano e spaccano le cineprese di sicurezza, o tante altre che sfondano porte, spaccano tavoli e armadi, scassano computer e centraline telefoniche in un palese show pubblico ripreso da tante persone con i cellulari ‘affamati’ di quel loro orgoglio personale che gli permetterà di dire C’ero anch’io?
Ma quelle persone, nell’offendere il bene comune non si sono accorte che stavano offendendo anche il loro stesso bene personale? Credo proprio di no! Poiché come la coscienza personale ha bisogno di integrarsi con quella comune, così il bene personale è tale solo se si integra al bene comune.
E allora, che diranno i figli di queste persone nel vedere il comportamento ‘democratico’ dei loro genitori? Come potrà la maggioranza dei nostri figli vaccinati giustificare queste azioni come ‘motivate’ dalla libertà democratica di manifestare contro la vaccinazione da Covid-19, pur essendo già stata fatta dall’87,3 % dei cittadini italiani? Che dovrebbero dire questi milioni cittadini vaccinati che per il bene comune lo hanno fatto perché coscienti e coerenti con il loro bene personale?
Forse, e lo dico con molta amarezza, queste persone no-Vax (che si sono pure lasciate mescolare con dimostranti facinorosi, speriamo involontariamente e mai più) cercano di giustificare con scuse banali e con azioni democratiche molto discutibili, la loro solitudine, il loro senso di smarrimento, la loro battaglia ormai persa perché fatta sulla base di ragionamenti piccoli come un ‘filo d’erba’ che hanno avuto il coraggio di opporsi contro studi logici ben più ‘radicati’ e giustificabili come sono quelli provenienti dal pensiero scientifico che, badate bene, non predica affatto la verità, ma quanto piuttosto si basa su ben più profonde giustificazioni offrendo così una più cosciente e condivisibile credibilità.
La tristezza di tutto ciò è che tutte le dimostrazioni e tutte le frustrazioni di queste persone antiVax, senza esserne coscienti e consapevoli (fortuna loro), si basano su una condotta che nega la loro stessa identità di Persone. Sì, dico questo perché il concetto di Persona proviene dall’antico termine greco Prósôpon, etimologicamente composto dalla combinazione di due parole Pròs (di fronte) e Òpsis (allo sguardo), e quindi Prósôpon dà origine alla parola italiana Persona, che per noi sta a significare che siamo tanto più Persone quanto più ci troviamo di fronte allo sguardo di qualcun altro. Un qualcun altro che ci guarda e ci riguarda, e che dunque ci conferma la nostra stessa identità di Persone umane che si evolvono sull’altrui identità.
Ecco il problema: chi non ammette la forte integrazione fra l’Io e il Noi, chi non ammette l’intima integrazione fra la coscienza personale e quella collettiva, chi non ammette lo stretto rapporto fra il bene personale e quello comune, chi non riesce a integrarsi empaticamente agli altri, non può riconoscersi come Persona assieme alle altre Persone. E allora, nel profondo vuoto di questeperdite, prende forza e vitalità negativa l’humus dell’egoismo a dispetto dell’altruismo, ed è perciò che l’egocentrismo si sviluppa e si si oppone a quel sano bisogno sociale di modestia e di umiltà,che manca a tutti quelli che non se la sentono di affermare: I,mbecause we are!