Come coniugare competenze differenti in uno dei settori più spinti delle generazioni che si affacciano al XXI secolo?
EUROAVIA di Napoli, l’associazione degli allievi della facoltà di ingegneria aerospaziale dell’Università Federico II presieduta da Raffaele Aucelli con la segreteria di Miriam Marino, ha organizzato un seminario per illustrare l’esperimento ‘made in Naples’ svoltosi sulla Stazione Spaziale Internazionale: un test di biologia rigenerativa frutto dell’accordo commerciale tra la società ALI Aerospace Laboratory for Innovation del Presidente Giovanni Squame e Nanoracks Europe che sotto la direzione di Veronica La Regina ha curato gli aspetti logistici e del lancio. Il progetto poi è stato condotto in partenariato con il CIRA e la start-up Space Factory.
ReADI FP (REducing Arthritis Dependent Inflammation First Phase) è uno dei più avanzati studi che si stanno compiendo per la prevenzione dell’osteoporosi: è un impegno degli scienziati della Campania per marginare il danno che crea la microgravità sulle ossa dei viaggiatori nello spazio, ma con delle caratteristiche innovative: l’idea del tutto nuova è stata del Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Napoli Federico II che poi è stata ingegnerizzata dalla società MarsCenter, Presidente Marcello Spagnulo.
Ecco la multidisciplinarietà, che ormai rappresenta un driver essenziale per lo sviluppo di nuove tecnologie e nuove applicazioni.
L’esperimento ha puntato a caratterizzare alcuni elementi funzionali di una patologia devastante e ha rappresentato il primo passo di un’attività più ampia di ricerca sulla Terra e nello spazio, i cui risultati sono utili non solo per la protezione dal fenomeno molto sentito dagli astronauti, ma anche per il miglioramento delle terapie osteoporotiche nei pazienti sul nostro pianeta. Un’altra peculiarità però è il partner: un’azienda vinicola della Campania, che ha fornito delle vinacce da cui si estrae un bio collagene per cavare i nutraceutici, applicandolo a una coltura di cellule staminali generative di tessuto osseo, su cui sono state esplicate le prime conclusioni del lavoro scientifico.
Ma perché portare degli scarti di processi di vinificazione nello spazio? Lo ha spiegato Geppino Falco, professore ordinario di biologia applicata alla Federico II: oltre alla sfida di poter riutilizzare delle sostanze che sono un residuo di lavorazione e quindi oggetti di smaltimento, si è valutato che i raggi cosmici ionizzanti, noti per essere responsabili di invecchiamento di cellule esposte, hanno rappresentato un fattore di accelerazione per completare i test che puntavano proprio all’osservazione del decadimento organico.
I risultati a distanza però non sarebbero stati sufficienti. E così si è lavorato parallelamente su un altro piano.
ReADI FP è infatti componente delle attività previste dal progetto CA.DI.RA, CApsula DI Rientro Atmosferico, coordinato sempre da ALI e finanziato dalla Regione Campania nell’ambito del POR FESR CAMPANIA 2014/2020– Asse Prioritario 1 ‘Ricerca e Innovazione’ che ha permesso l’analisi dei campioni biologici restituiti agli scienziati dopo la permanenza e i trattamenti sulla SSI. Dunque un target a due vie per una soluzione che ha unito all’intuizione del laboratorio mobile, l’empirismo di un esame in laboratorio.
Questa analisi in vitro ha consentito la migliore comprensione della vita attraverso ricerche su molecole, cellule, organismi ed ecosistemi con un approccio che integra studi teorici ed attività sperimentali presso i propri laboratori.
Il comparto spaziale della Campania attualmente annovera 21 centri di eccellenza, con 12.000 addetti, valutato il 22% del numero nazionale. Il suo valore di esportazione è un bel po’ superiore al miliardo di euro all’anno, generato da 159 imprese. Quindi un settore regionale che a pieno titolo può investire su progetti di avanguardia, con una lungimiranza che valorizza non solo le sue imprese ma anche la genialità delle sue donne e suoi uomini di studio.
Un giudizio molto positivo dunque, sia per le istituzioni che per gli attori che ne hanno seguito lo sviluppo. Ma vogliamo spendere una parola di plauso per il gruppo di studenti che ha la consapevolezza delle potenzialità del territorio su cui vivono e studiano e che si sono industriati a divulgarne i contenuti. Sono valori di estrema importanza, che lasciano intravvedere un futuro più sereno, qualunque argomento si preoccupino di affrontare.