Nella devastante ondata degli incendi avvenuti lo scorso 8 ottobre nell’area della Napa Valley, a un’ora di automobile da San Francisco, hanno perso la vita 41 persone.
38.000 sono gli ettari di vegetazione bruciata: l’intera geografia della regione, caratterizzata da manti ondulati di colline cesellate da vigneti tra i più apprezzati al mondo, è stata completamente stravolta. Ci vorranno anni per ritrovarne l’ assetto originario. Migliaia le case e le attività commerciali distrutte: su circa 1.200 aziende tra le contee di Napa, Mendocino e Sonoma è stato accertato che meno di una decina sono state interamente danneggiate. Tra queste vi sono Signorello e Paras Vineyards in Napa, Paradise Ridge in Santa Rosa, Sonoma.
Nonostante il devastante bilancio delle vittime, non sono stati ancora diffusi report sui danni all’industria del vino. La Napa Valley Vintners, associazione non profit dei vinificatori del distretto californiano, ha ascoltato 330 delle cantine aderenti. Queste includono aziende nelle aree maggiormente colpite come Atlas Peak, la parte est di Silverado Trail, Mount Veeder e Calistoga. Danni totali sono stati riportati da 47 aziende vinicole, con una significante perdita di coltivazioni.
Ma a che punto era la vendemmia prima che avvenissero gli incendi in Napa Valley? La Napa Valley Vintners ha stimato che la quantità di uva raccolta prima dell’ 8 ottobre fosse attorno al 90%. Quindi, solo una piccola percentuale di uve potrebbe essere contaminata dal fumo. Le vigne sono molto resistenti e non bruciano facilmente. I viticoltori sono piuttosto ottimisti sulla qualità del millesimo 2017, anche perché il processo di vinificazione era già in corso prima degli incendi. Sono ancora in corso studi per determinare l’impatto del fumo sui vigneti e le aziende stanno facendo dei test per verificare la sanità delle uve, ancora presenti nelle vigne, e i rischi potenziali correlati alla salubrità dei consumatori e a tracce indesiderate di caratteristiche organolettiche come sentori di fumo, di bruciato, di cenere o di medicinale.
È presto per determinare l’impatto economico del disastro sull’industria del vino in questa famosissima regione vitivinicola degli Stati Uniti. Dai primi report dell’ Associazione Napa Valley Vintners è emerso che le scorte di vino della precedente annata sono rimaste intatte e le perdite sono state minime; inoltre, il volume dell’annata 2017 sarà minore rispetto alla media. La Napa Valley rappresenta il 4% di tutto il vino prodotto in California. Se ci saranno delle perdite, esse non avranno alcun impatto sull’importante volume prodotto dall’industria del vino californiano; anche se alcuni vigneti dovranno essere reimpiantati, l’attuale numero non è conosciuto, e per fare le prime stime bisognerà attendere la prossima stagione di crescita.
Il sostentamento economico di coloro che risiedono nel distretto vitivinicolo della Napa Valley, nel quale insistono i vigneti di importanti aziende di emigranti italiani trasferitisi qui tanti anni fa – basti ricordare nomi come Mondavi e altri – dipende interamente dal vino e dall’enoturismo. Oltre alle ferite di natura economica lasciate dagli incendi, la maggiore sfida è stata l’evacuazione immediata di 20.000 persone, tra le quali i numerosi impiegati delle cantine. Queste ultime hanno poi dovuto chiudere le loro lussuose sale degustazioni, in un periodo dell’anno che è tra i più importanti in termini di flusso di turisti ed enoappassionati.
Riguardo l’attuale situazione in Napa Valley abbiamo intervistato Chris Carpenter, enologo dell’ azienda Cardinale la cui tenuta e i vigneti, estesi in ogni parte del distretto vitivinicolo, sono stati risparmiati dalle fiamme.
Può descriverci l’attuale situazione in Napa Valley dopo i recenti incendi?
Sono felice di poter dire che tutti gli incendi sono stati contenuti al 100%, inclusi i due principali che hanno colpito la Napa Valley: il Tubbs Fire e l’ Atlas Fire. Fortunatamente le fiamme si sono riversate prevalentemente sul versante della collina coperta dalla vegetazione cosicchè i danni alle cantine non sono stati estesi. Dal resoconto dei vigili del fuoco sembra che i vigneti abbiano fatto da fasce tagliafuoco naturali, permettendo di rallentare l’avanzata delle fiamme in alcune aree grazie al modo in cui potiamo e ariamo il terreno intorno alle vigne.
La Tenuta Cardinale e i suoi vigneti sono stati risparmiati dallo sciame di incendi? Quali sono le loro condizioni?
La Tenuta Cardinale e i suoi vigneti, estesi in tutta la Napa Valley, sono rimasti indenni.
L’uva era già stata vendemmiata prima degli incendi?
Quando la tempesta di fuoco ci ha colpiti, metà era già stata vendemmiata. Ancora non era stato raccolto il Cabernet Sauvignon.
Quali sono i problemi della vendemmia di quest’anno in Napa Valley?
Non sappiamo ancora quali siano i problemi con l’uva non vendemmiata. Stiamo analizzando come la contaminazione da fumo potrebbe o non potrebbe interessare i vitigni della seconda parte ancora da vendemmiare, dato che la letteratura presenta varie opinioni sull’impatto del fumo sulle diverse varietà, sui differenti gradi di maturazione dell’uva, sulla fermentazione e sui vari trattamenti post-fermentazione che possiamo utilizzare. Io sono ottimista e l’annata 2017 sembra essere eccezionale.
Il vino prodotto dalle cantine, parzialmente colpite dagli incendi, presenterà particolari problemi?
Come facciamo per ogni annata, noi terremo l’uva già vendemmiata in lotti separati durante il processo di fermentazione e la valuteremo a stadi differenti. Tutto il frutto nelle vasche prima degli incendi sarà completamente inalterato. Lo stesso dicasi per tutto quello già imbottigliato.
Quale sarà l’impatto economico di breve e di lungo periodo degli incendi sull’industria del vino in Napa Valley?
Ottobre è uno dei mesi più impegnativi per il turismo in Napa Valley. È ovvio che così tante cantine e attività commerciali chiuse durante questo periodo cruciale causeranno un impatto economico di breve e lungo periodo sull’industria. Tuttavia, c’è senz’altro un enorme sentimento di ottimismo e la comunità della Napa Valley è veramente tutta unita per uscire da questa situazione più forte che mai.
Resilienza, dunque, è la parola d’ordine della comunità della Napa Valley, abituata da sempre a fronteggiare gravi situazioni d’ emergenza e disastri naturali dai quali ne è uscita, grazie al suo grande spirito solidale, ogni volta più rafforzata nell’animo e pronta a ricominciare.