La conferma c’è stata ieri al termine del Consiglio europeo straordinario sull’immigrazione che si è tenuto a Bruxelles: il superamento del Regolamento di Dublino è in atto. Entro marzo 2016 –lo avevamo previsto in estate-, la Commissione europea presenterà la proposta per la riforma del Regolamento di Dublino, lo ha annunciato il Commissario per gli affari interni, Dimitris Avramopoulos.
E oltre Dublino, la Commissione presenterà altre 3 proposte: una proposta per definire un sistema di immigrazione legale (con la concessione delle cosiddette Blue Card); un meccanismo permanente per la ricollocazione dei migranti; proposta per istituire una guardia costiera europea, ovvero per estendere il mandato di Frontex e per la creazione di una guardia di frontiera e costiera operativa europea.
Il superamento del regolamento di Dublino «è nei fatti» ma per arrivare a un meccanismo permanente di ricollocazione si farà «un passo per volta», ha detto il Presidente del Consiglio Matteo Renzi al termine del vertice, «nel momento in cui si dice che bisogna lavorare allo stesso tempo su hotspot, relocation e return per dirla con un’espressione latina, visto che come sapete il inglese non è un granchè, simul stabunt, simul cadent». In altre parole, ha spiegato, «vuol dire che queste cose stanno insieme e se non stanno insieme non va avanti nessuna delle tre. Nei fatti il superamento c’è. E’ un po’ come la flessibilità: un passettino alla volta e ci arriviamo».
Il ‘passettino’ di ieri è un piano semestrale che si attesta su quanto alla vigilia era già previsto e in più avanza l’ipotesi della costituzione di una guardia costiera europea.
Ricollocamento e protezione civile – Per essere operativo al più presto, lo schema di assegnazione dei migranti si avvarrà del supporto delle squadre europee che aiuteranno gli Stati più colpiti a identificare, registrare e organizzare i rimpatri. Il meccanismo di protezione civile europea è poi pronto a scattare per assistere i rifugiati all’interno degli Stati membri.
Normalizzare Schengen – L’obiettivo è eliminare i controlli alle frontiere che alcuni Stati hanno reintrodotto in via eccezionale. Per Bruxelles tali misure devono essere temporanee, o scatterà una valutazione e un possibile avvertimento agli Stati.
Aiuti – Un miliardo di euro in aiuti per i rifugiati siriani e un altro miliardo per la Turchia che ospita quasi due milioni di profughi. E 17 milioni a Serbia e Macedonia. Per aiutare gli Stati membri più colpiti dal flusso, Bruxelles propone di aumentare di 100 milioni di euro i fondi per l’emergenza. Inoltre, gli aiuti umanitari per coprire i bisogni essenziali dei rifugiati (cibo, tende) salgono di 300 milioni l’anno prossimo.
I fondi a disposizione, però, non bastano e Bruxelles ha richiamato i partner comunitari a mettere sul piatto ‘denaro fresco‘, ottenendo riscontri positivi. 500milioni di euro per il ‘trust fund’ per la Siria (a cui l’Italia contribuisce con tre milioni di euro e la Germania con cinque); 1,8 miliardi di euro per il ‘Fondo per l’Africa’; ma anche che gli stanziamenti dei Paesi (“drasticamente ridotti” nel 2015) per le agenzie che si occupano di rifugiati come il World food program e l’Unhcr tornino ai livelli del 2014, fino ad un miliardo di euro almeno.