lunedì, 20 Marzo
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Londra, il 'via libera' all'embrione geneticamente modificato

Per la prima volta la Gran Bretagna ha dato il ‘via libera’ a un programma di ricerca che prevede l’utilizzo di embrioni umani geneticamente modificati. La Human Fertilisation and Embryology Authority (HFEA), l’autorità che regola il campo della fecondazione assistita ed embriologica, ha approvato la richiesta della scienziata Kathy Niakan che condurrà i suoi studi presso il Francis Crick Institute di Londra con l’obiettivo di arrivare a una comprensione più profonda di cosa accade nei primi momenti della vita umana.

Attualmente circa il 50% degli ovociti fecondati non si sviluppa correttamente e secondo gli esperti il responsabile potrebbe essere proprio un’anomalia nel codice genetico. Una volta identificati i geni cruciali per la divisione delle cellule sane, si potrebbero escludere da metodiche di procreazione medicalmente assistita gli embrioni il cui DNA non funziona correttamente. In questo modo, sostengono gli studiosi britannici, si potrebbero prevenire aborti e favorire la fertilità.

Gli esperimenti inizieranno nei primi sette giorni dopo la fecondazione, con campioni provenienti da cliniche che utilizzano tecniche di fecondazione in vitro, i risultati potrebbero spiegare cosa va storto nei casi di aborto spontaneo. Rimane, invece, il divieto di impiantare questi embrioni in una donna. Gli esperimenti potrebbero iniziare nei prossimi mesi. Si tratta di una delle prime autorizzazioni di manipolazione di embrioni umani, dopo un primo tentativo cinese all’inizio del 2015.

 

(video tratto dal canale YouTube di Al Jazeera)

 

 

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