lunedì, 20 Marzo
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Libri di cartone: la nuova rivoluzione dell’editoria sudamericana

Una volta al mese, nei pressi della vivace stazione metropolitana di Baquedano, in Cile, 14 case editrici si riuniscono nel Café Literario di Parque Bustamante per discutere sulle strategie di marketing e capire come fare per vendere libri realizzati con il cartoncino.
Di ciò se ne sta occupando l’Editoriales Cartoneras, un collettivo indipendente, nato a Santiago del Cile, che ha come obiettivo quello di rendere l’industria editoriale più accessibile, creativa e rispettosa dell’ambiente. Seguendo le orme dei bookmakers argentini, che hanno iniziato a lavorare con il cartoncino dopo aver vissuto una crisi economica devastante, questi scrittori e artisti cileni stanno cercando di produrre libri di alta qualità con materiali a basso costo e riciclati.

Realizzando questi libri di cartone, i bookmakers cileni non stanno solo dando vita ad un nuovo movimento artistico, ma si stanno anche interrogando sul ruolo dell’editoria in un Paese ricco di storia e cultura, cercando di abbattere i costi troppo elevati.

Il ‘Santiago Times‘, ad esempio, riferisce che solo il 7% dei lettori regolari cileni legge un libro per il puro piacere di farlo, rispetto al 70% degli argentini e al 49% dei brasiliani. La motivazione che si dà è che la tassa ad alto valore aggiunto aumenta il prezzo della maggior parte dei prodotti in Cile, compreso quello dei libri.

Il movimento dei libri di cartone è iniziato nel 2003 in seguito a ciò che molti chiamano la ‘Grande Depressione’ dell’Argentina, El Corralito. Tra il 1998 e il 2002 gli artisti hanno lottato per trovare mezzi economici sufficienti per rispondere alla crisi. E così, lo scrittore Washington Cucurto e l’artista Javier Barilaro fondarono la prima casa editrice che produceva libri di cartone: l’Eloísa Cartonera. Successivamente, Olga Sotomayor Sánchez, fondatrice di Olga Cartonera, ricorda come durante la crisi economica lei, Cucurto e Barilaro lavorarono insieme per creare un nuovo movimento che producesse libri a prezzi accessibili.
Il cartoncino serviva per fare copertine, dipingerle e modificarle a mano e le pagine, che formavano il libro, raccoglievano storie scritte da nuovi autori o dagli stessi artisti.
Il movimento dei libri di cartone, da allora, si diffuse in tutta l’America Latina. Piuttosto che crescere in un’industria competitiva, le tipografie e le case editrici che hanno partecipato all’iniziativa sono rimasti, tuttora, collaborativi e indipendenti.

Rodrigo Duran Huidobro, ad esempio, fondatore di una casa editrice di Santiago, ha iniziato a produrre i suoi primi libri con il cartoncino poco dopo aver frequentato una fiera come quelle organizzate dal Café Literario Parque Bustamante. Duran, inizialmente, ha continuato la sua produzione seguendo i tutorial su YouTube, fino a quando non si è sentito pronto a fondare la propria attività.
Adesso, queste case editrici stanno trasmettendo le loro conoscenze ad altri, organizzando dei workshop in ognuna delle varie fiere o nelle biblioteche presenti nella zona di Santiago. Tutte le case editrici sono d’accordo su una cosa: il loro lavoro non è un business, ma un’arte, perché al loro interno c’è chi cuce, chi incolla, chi disegna e così via.
Ad esempio, Duran, che è particolarmente interessato a disegnare, pubblica una serie di fumetti e illustrazioni. Un altro editore di Santiago, Hilando Cooperativa Cultural, stampa libri di poesia scritti da un co-fondatore e illustrazioni disegnate da un altro collaboratore.

Il movimento del libro di cartone ha cercato di rimanere, nel tempo, fedele alle sue radici durante la crisi di Corralito rimanendo accessibile e conveniente. Questa accessibilità ha avuto un significato particolare in Cile, dove i libri sono notoriamente costosi, in gran parte a causa dell’imposta sul valore aggiunto del 19%.
Mentre molti rivenditori e attivisti si sono rivolti alla vendita di copie pirata di libri per evitare la tassa, le Cartonerie Editorales hanno assunto un percorso diverso. «Non c’è niente di pirata nel mondo dei libri di cartone», sottolinea Eguren, «perché fondamentalmente pubblichiamo autori i cui diritti di pubblicazione sono liberi».
Hipérbole Ediciones, ad esempio, pubblica lavori di Henry Wadsworth Longfellow e William Blake che, ora, sono di pubblico dominio e ha tradotto le loro poesia in spagnolo. Allo stesso modo, Duran pubblica copie del ‘Walden‘ di Henry David Thoreau, anch’esso di pubblico dominio.

Il prezzo medio di un libro di cartone varia da due a cinquemila pesos. Questi bassi costi hanno mantenuto i libri di cartone accessibili per quei lettori che potrebbero non essere in grado di permettersi i prezzi elevati dei libri presenti sugli scaffali di una libreria.

Ma, l’arte del book-making non si basa solo sul taglio dei costi. Infatti, le case editrici, come Hipérbole Ediciones, si sono spostate specificamente verso l’acquisto di materiali come la carta riciclata, che in realtà è più costosa rispetto alla carta normale, perché queste case editrici stanno cercando di fornire un servizio alla comunità e, nel frattempo, hanno intenzione di produrre libri belli e convenienti, e ciò significa che, spesso, dovranno prendere decisioni legate all’impatto ambientale.

Oggi, questi libri si stanno rivelando un tesoro prezioso per tutti gli abitanti del Sud America e l’Editoriales Cartoneras, associazione di bookmakers di Santiago, si riunisce regolarmente nel Café Literario a Parque Bustamante per parlare di libri.
Essi organizzano una fiera l’ultimo sabato di ogni mese, nella quale i visitatori possono acquistare libri, parlare con gli editori e imparare a fare il proprio libro di cartone. Al di fuori della caffetteria letteraria, molte biblioteche o locali ospitano dei laboratori durante il resto dell’anno.

Con un rotolo di cartone alla volta, questi editori stanno creando una nuova realtà editoriale, nella quale lettori, scrittori e artisti sono tutti protagonisti.

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