E’ ‘medico degli uomini’ “che la scelgono come interlocutore dei loro malanni abbastanza intimi (prostata e così via).” L’accoglienza (è un modo di mettersi in gioco dimostrando che si comprende il problema e si offre una reattività positiva), insieme ad un percorso professionale su tecniche avanzate di chirurgia e sull’uso di tecnologia chirurgica, sono alcune caratteristiche della dott.ssa. Serena Maruccia, che lavora presso gli Istituti Clinici Zucchi di Monza – del Gruppo S.Donato.
E’ aiuto primario dell’unità di Urologia. Usa tecniche laser di chirurgia mini-invasiva per la cura dell’ipertrofia prostatica benigna (Thulep) e della calcolosi renale. Sono caratteristiche che raccontano il dinamismo di Serena che ha “fame di professionalità” a tutto tondo (oggi si dice olistica) mettendo insieme rigore scientifico e tecnicalities con l’accoglienza, l’empatia, la disponibilità. Ama la “sanità spiegabile”.
Ha scelto la libera professione quando aveva 30 anni, dopo un breve periodo con il posto fisso (vinto tramite un concorso) in un ospedale pubblico che non era per lei motivante. Il fatto di fare la libera professione non è secondario perchè l’uomo è un cliente che sceglie: vado da un medico uomo o donna? Serena dice: “Non ho mai trovato ostacoli e l’uomo apre la porta se sa di essere accolto”. Si instaura una confidenza con i pazienti ed anche la problematica della sessualità, di cui l’uomo in realtà fa fatica a parlarne con chiunque, se accolto con l’evidenza della fiducia, non è più un problema. E la dottoressa Serena Maruccia riesce ad abbattere le difese culturali e non si sentono in imbarazzo: “e poi va a fiume”. E l’accoglienza e la spiegazione sono i meccanismi con cui entra in feeling con gli uomini.
“Nella mia carriera ho avuto diverse esperienze formative. Ho imparato che quello che per te è un dogma può essere un limite per altri e viceversa. È necessario essere resilienti”. E’ una pratica di simmetria comunicativa che la nostra mette a disposizione dei colleghi dedicandosi alla comunicazione in ambito sanitario e alla divulgazione scientifica come parte integrante del servizio sanitario offerto. Realizza per la Società Italiana di Urologica testi e video scientifici destinati ai pazienti e ai colleghi, anche collaborando con l’Ufficio Comunicazione e Sviluppo della Società Italiana di Urologia (SIU) e con il Patient Information Group per la Società Europea di Urologia. Ha sviluppato molta sensibilità anche nei confronti delle nicchie etniche e con la comunità LGBT. E non per caso è anche docente di Andrologia nel corso di perfezionamento universitario in Consulenza sessuologica dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Essere donna è un plus.
E’ un medico che si confronta con i social, porta nel microcosmo delle persone argomenti raffinati abbandonando la comfort zone del medico che “prenda il farmaco a stomaco pieno e vuoto”. Adeguare il linguag
Ha sempre lavorato con colleghi da cui ha assorbito la loro bravura e le loro tecniche ed ha dato altrettanto. Ha sempre sfidato i traguardi professionali: a 29 anni è partita per la Germania per una fellowship presso la Städitisches Klinikum di Lüneburg. Esperienza splendida e poi nel 2015 ha vinto una fellowship presso la Fundaciò Puigvert di Barcellona. Attenzione: il curriculum operativo, le pubblicazioni e le relazioni sono la cifra di Serena Maruccia.
Gioia e soddisfazione? “Mi sento fortunata perché faccio un lavoro che desideravo fino da bambina. Essere uno strumento per far stare bene gli altri, mi rende felice ed orgogliosa”.
Rinunce? “Dice a parte le ore di sonno? Sa i chirurghi dormono molto poco”. Ma la donna dà il massimo nei momenti critici e topici? “Bisogna avere prontezza di risposta e come chirurga è importante saper reagire prontamente. Non mi pare che queste caratteristiche siano legate al possesso di una prostata o di un utero. Mi piace pensare come Serena e non stigmatizzo le differenze di genere”. Parlare di caratteristiche maschili e femminile è un po’ come dire che le femmine le vestiamo di rose e gli uomini di blu. Esistono delle differenze tra uomo e donna? “Tantissime. Ma le differenze vanno esaltate, non appiattite, e tanto meno stigmatizzate”.
Un esempio? Gli uomini sono forti? Mediamente molto più delle donne? “Si. Ma io sono una donna, eppure non mi sono mai tirata indietro dal tavolo operatorio. Siamo più sensibili? Qualcuno sosterrebbe che l’emotività è forza d’animo”.
Serena Maruccia riesce a gestire il suo ruolo di donna con naturalezza. “Arrivo spesso in casa in ora tarda e imprevedibile e quindi chi sta in casa con me collabora in questa altalena”. “Mi piace cucinare, e stiro anche molto bene.”
Serena esprime sempre il suo fascino e fa attività fisica: “Mi piace camminare molto: tre volte alla settimana camminata sportiva o palestra. E’ una questione di salute e la chirurgia è fisicamente impegnativa”.
Essere sempre una signora o una ragazza? “Mi piace avere un setting curato; è rispetto nei confronti dei pazienti. Non mi appassiona la minigonna perché non sarei a posto; bisogna avere l’intelligenza di capire chi si ha di fronte. Non sbatto in faccia la mia femminilità”.
Letture? “In questo momento sto leggendo ‘L’arte del macello’ sull’importanza della sterilità in chirurgia. Amo la storia della medicina e il prof. Cosmacini è stato uno dei miei professori preferiti”. “I film storici, con ambientazione storica mi piacciono come i documentari, e i film polpetta della domenica pomeriggio”.
Ma viaggiare? “Viaggiare è la mia passione e non c’è posto dove non andrei.” Ricordi? “La presentazione di un mio lavoro al congresso di Urologia negli USA è un ricordo per me indimenticabile. Io che parto a 19 anni da Castrignano del Capo è finisco a parlare a Chicago… Come ricordo privato importante: la mia laurea e mio padre che, orgoglioso, corre ad abbracciarmi dopo la discussione della tesi. Ma anche il mio periodo in Germania perché quando sono andata via il primario mi ha detto: “Ti ho buttano in una piscina e tu hai imparato a nuotare. Qui un posto per te ci sarà sempre!” Pensare che quando arrivai un anno prima non sapevo una parola di tedesco.”
Il mio primo amore? “All’epoca avevo altre priorità. Mi sono goduta di più i secondi”. “Sul tema tradimento e fedeltà dico che la fiducia è il dono più prezioso in amore. E dare fiducia non è il mio sport preferito. Sono diffidente”.
E riguardo alla morte? “Sono molto fatalista. Quando arriverà, immagino una festa in mio onore con i miei vini preferiti. Siamo tutti fatti per essere ricordi di qualcuno. A volte ce ne dimentichiamo”
“Mi piace Einstein come filosofo e scienziato. Mi affascina. Ho letto diversi libri dedicati a lui”. La mente è come un paracadute, funziona solo se si apre (Cit. A. Einstein)
Un cameo costruito in una conversazione con ritmo e con risposte sicure. La dottoressa Serena Maruccia era in vacanza lungo le strade dell’Umbria per viaggiare, accogliere e spiegare e per ritornare a fare ‘il medico degli uomini’ … e la medicina delle persone.