martedì, 21 Marzo
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L’ascesa dei protestanti messicani

Hugo Flores Cervantes Messico protestanti

Qual è l’influenza dei protestanti in un Paese tradizionalmente cattolico come il Messico? La risposta a tale domanda potrebbe emergere con forza alle elezioni intermedie del prossimo anno: questo in virtù della decisione presa dall’Istituto Nazionale Elettorale (INE) giovedì scorso, che, registrandolo ufficialmente ai propri atti, ha ammesso a partecipare alla competizione il partito Encuentro Social (PES). Nata nel 2001 nello Stato della Bassa California sotto il nome di Agrupación Política Nacionalla formazione ha in effetti stretti vincoli con le chiese evangeliche del Paese e non di rado è stato definito come un partito confessionale. Definizione che il suo Presidente federale, dottor Hugo Flores Cervantesha più volte respinto, pur senza riuscire ad impedire il sorgere di controversie in un Paese dalla Costituzione espressamente laica e in cui, comunque, quasi l’88% dei cittadini è di religione cattolica. «Non siamo un partito confessionale, al contrario, siamo liberali, crediamo nella separazione Stato-Chiesa, nello Stato laico e nell’educazione laica e gratuita. Alcuni hanno tentato di vincolare il partito, ma non ci conoscono».

È d’altronde vero che i documenti vagliati dal Consiglio Generale dell’INE riportano di non trascurabili sostegni finanziari giunti da fedeli di diverse chiese evangeliche e di richieste perché presidenti e segretari delle assemblee costitutive distrettuali siano entrambi ministri di culto. Già a gennaio, da più parti si registravano proteste per l’incompatibilità di queste caratteristiche coi requisiti per la registrazione come partito: come ricordato da ‘Milenio’, l’articolo 25 del Codice Federale delle Istituzioni e dei Procedimenti Elettorali (Cofipe) esprime l’obbligo per le organizzazioni civili che vogliano essere riconosciute come partiti politici di rifiutare ogni tipo di appoggio economico, politico o propagandistico proveniente «da ministri dei culti di qualsiasi religione, così come delle associazioni ed organizzazioni religiose e delle chiese». Un limite rilevante, che lo stesso Cofipe definisce ulteriormente nell’articolo 38, in cui si riporta la necessità per i partiti di ricusare ogni legame di dipendenza o subordinazione da ministri di culto di qualsiasi religione. Non è perciò sorprendente che esponenti del progressista Partido de la Revolución Institucional (PRD) abbiano espresso dubbi in materia, paventando l’eventualità di vedere un gruppo religioso trasformato in partito politico, e che rappresentanti della Chiesa cattolica abbiano invitato a rispettare le leggi vigenti, sostenendo di non essere contrari all’entrata di sacerdoti in politica, ma che questa possibilità deve essere prima stabilita costituzionalmente.

Lo stesso Hugo Flores Cervantes è stato peraltro più volte segnalato come un ex sacerdote, benché ad oggi non vi siano prove di questa attività, che l’interessato smentisce categoricamente. Pare invece confermata la breve biografia riportata da ‘Jornada’, che gli attribuisce, oltre ad un passato accademico presso il Centro di Ricerche e Docenza Economiche (CIDE), alcuni trascorsi discutibili: ad esempio, la richiesta di scarcerazione per gli accusati della strage di Acteal del 1997 (per la quale la Commissione Interamericana per i Diritti Umani ha chiesto la condanna dell’allora Presidente Ernesto Zedillo per reati di lesa umanità) ed un’inabilitazione decennale come funzionario pubblico seguita ad una gestione poco trasparente dei suoi compiti presso la Segreteria per l’Ambiente. Trascorsi che fanno riferimento al periodo in cui Flores era sostenitore del Partido Acción Nacional ed il PES era parte della piattaforma elettorale del Presidente Felipe Calderón.

Infatti, a parte un accordo nel 2003 con l’allora partito socialdemocratico Convergencia (che, dal 2011, sarebbe divenuto Movimiento Ciudadano), il PES si è presto spostato su posizioni di destra, appunto abbracciando alle elezioni presidenziali del 2006 il programma di Calderón. Così, se dal versante economico, il PES propone«politiche economiche innovatrici che generino lo sviluppo regionale ed integrale dello Stato in un quadro di giustizia, che si traduca in un’equa distribuzione della ricchezza», su quello valoriale il riferimento all’«unità della famiglia» riflette il rigetto dei matrimoni omosessuali, della possibilità di aborto e delle pagine pornografiche. Aspetti che ne fanno quindi un alleato (od un concorrente) naturale per il PAN, ma che non hanno precluso altre alleanze: se, come detto, nel 2003 PES sosteneva Convergencia, alle elezioni del 2009 si presentava come alleato del Partido Revolucionario Institucional (PRI).

Quali che siano stati gli accordi elettorali da quando, nel 2006, è stato riconosciuto come partito statale nella Bassa California, alle elezioni dell’anno prossimo PES dovrà cavarsela necessariamente da solo. Come ricordato da Benito Nacif Hernández, consigliere dell’INE, la legge prevedere che i partiti alla prima elezione non possano partecipare a coalizioni, in modo da valutarne l’effettiva tenuta – tenuta che ha peraltro il limite minimo del 3%. Un ulteriore requisito è inoltre il tesseramento di non meno di 219.608 persone: limite che PES supera ampiamente con 308.997 affiliati. Per quanto riguarda il voto, invece, non è da escludere che la formazione di Flores possa trarre beneficio dall’attuale momento di crisi attraversato dal PAN, ma va anche ricordato che la concorrenza si è allargata con la contemporanea registrazione di altri due nuovi partiti come il Partido Humanista ed il Movimiento Regeneración Nacional (Morena) di Andrés Manuel López Obrador. Benché rappresentanti interessi differenti (il primo si riallaccia al più internazionale Movimento Umanista, il secondo ad istanze di sinistra volte a preservare il patrimonio economico nazionale), si è reso sempre più evidente che ad animare queste nuove formazioni sono politici che, come il già citato Flores, vantano rilevanti militanze nei partiti maggiori. Non per nulla, ‘El Economista’ titola a proposito «Partiti nuovi, politici vecchi». Quanto questi intrecci con la già esistente scena politica locale e federale possa influire sul radicamento dei nuovi partiti lo si capirà però solo quando ci sarà un voto da analizzare.

Nel caso del PES, però, si potrebbe ipotizzare che vi sia anche un altro canale di influenza: quello delle chiese evangeliche dei confinanti Stati Uniti. In realtà, però, la pur rapida affermazione del partito non sembra relazionata alla sfera religiosa del potente vicino settentrionale. A riprova di ciò si può riportare un semplice fatto: benché il PES affondi le proprie radici nella settentrionalissima Bassa California, gli Stati con le maggiori percentuali di protestanti tra la popolazione sono quelli meridionali, vale a dire i più distanti dal confine statunitense. CampecheChiapasQuintana RooTabasco vedono evangelici e protestanti superare il 10% della propria popolazione, seguiti da altri enti amministrativi della zona. La conseguenza a livello federale è che sono ormai oltre otto milioni  i fedeli di queste confessioni, a fronte di una continua erosione della percentuale di fedeli cattolici. Ancora due anni fa, alcuni analisti ipotizzavano che alcuni Stati potessero ritrovarsi con una popolazione a maggioranza non cattolica entro il 2020.

Una simile dinamica sembra potersi verificare l’anno prossimo in campo elettorale. Come si diceva poc’anzi, il ‘cattolicissimo’ PAN sta soffrendo una grave crisi seguita alla sconfitta alle Presidenziali del 2012. Inoltre, la Chiesa cattolica messicana, pur presente nel dibattito politico nazionale, sembra rimanere piuttosto restia a calarsi in un agone che la storia laica del Paese le ha sempre precluso. Forse ancor più di Morena e Partito Umanista, l’eventuale affermazione di un partito come il PES potrebbe segnare la storia del Messico, sia confermando una tendenza non di poco conto nella società, sia contribuendo a sconfessare quella partizione fra Stato e Chiesa che ha caratterizzato la politica priista. Per il momento, comunque, con la registrazione presso l’INE si può dire che il PES abbia quantomeno le carte in regola per provarci.

 

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