giovedì, 23 Marzo
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La Toscana riparte a tutto … vino

La Toscana e il vino, un binomio che, fra alti e bassi, ha sempre funzionato attraverso i secoli ed i millenni. Ed è da questa realtà produttiva, storica, culturale, di costume che si è ripartiti per affrontare il dopo pandemia che tutti si augurano prossimo. Nei padiglioni della Fortezza da Basso, è ritornato nei giorni scorsi  BuyWine, la più importante vetrina internazionale del vino Made in Tuscany. Dopo la digital edition del 2021 che aveva visto la spedizione di kit per l’assaggio in tutto il mondo, si è tenuta per due giorni la 12/a edizione in presenza di visitatori, buyers ed espositori, con esiti giudicati significativi ed incoraggianti per la ripartenza di un comparto strategico  dal punto di vista economico e produttivo.

Eccoli in sintesi: oltre 200 le aziende vitivinicole presenti a BuywineToscana, di cui circa 100 certificate Bio, per un totale di 25 milioni di bottiglie di vino prodotte ogni anno, 1.300 etichette, oltre 20mila degustazioni 2.500 InControl scalettati tramite agende digitali, oltre 5 milioni di euro di ordini solo nel breve periodo della Rassegna. Il dato che ha suscitato maggior soddisfazione da parte dei produttori e degli organizzatori è la presenza di buyers stranieri: 110 provenienti da 30 Paesi, in particolare  da Stati Uniti, Canada, Germania, Francia, Danimarca, Repubblica Ceca, Regno Unito, Polonia, Paesi Bassi e Svezia. Inoltre – dicono gli organizzatori – è da registrare la conferma dell’interesse dal Nord America e un sensibile incremento dal Sud America, con una nutrita rappresentanza di buyer provenienti da Colombia, Perù, Cile, Argentina, Messico. Altri aspetti positivi riguardanti la manifestazione indicano che oltre il 90% dei meeting sono stati valutati soddisfacenti da seller e buyer e il 91,6% delle aziende ha affermato di poter proseguire le trattative di business.

I buyer hanno apprezzato in modo particolare la professionalità con cui si sono presentate le imprese toscane, il packaging, la qualità e la varietà della gamma dei vini proposti da ciascun produttore (92,5%). Ottima la corrispondenza tra i prezzi proposti dai seller e le fasce di prezzi ricercate dai buyer.

Dalle interviste raccolte, un aspetto particolarmente apprezzato è lo storytelling insieme all’esperienza indotta dai wine tasting, due elementi sempre più caratterizzanti del Made in Tuscany. In questo senso il brand Toscana si conferma un prodotto di eccellenza con un’ottima reputazione a livello internazionale.

Dunque, una ripartenza più che positiva, sostengono gli organizzatori, che premia gli sforzi produttivi sostenuti durante la pandemia, che hanno visto gli operatori sviluppare una propria piattaforma di vendita online, in grado di offrire prodotti più ricercati e di nicchia ai propri clienti. Una tendenza che si rileva soprattutto tra ibuyer europei.

Ma quali sono le provincie a maggior vocazione vinicola? Prima fra tutte, Siena ( con 63 aziende),  seguono Firenze (52), Grosseto (38), Arezzo (19), Livorno (11), Pisa (7), Lucca, Pistoia e Prato con 3 aziende a testa.  Più di 1.300 le etichette in degustazione, appartenenti a 45 denominazioni DOC, DOCG, IGT della Toscana. Tra le denominazioni più numerose: IGT Toscana, Chianti, Chianti Classico, Maremma Toscana, Brunello di Montalcino, Vino Nobile di Montepulciano, Vinsanto e Morellino di Scansano.

Dopo la scommessa coraggiosa vinta l’anno scorso con la formula adattata alla pandemia – ha detto la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardiquest’anno BuyWine è tornata in presenza confermando il grande interesse dei buyer e a testimonianza del peso e delle potenzialità che il settore vino rappresenta per la Toscana. Un grande risultato. L’export è uno degli asset su cui viaggia il nostro settore vitivinicolo, un settore che nonostante le restrizioni e i problemi legati al Covid-19 è in crescita e in miglioramento. Abbiamo fatto un grande lavoro e continuiamo a farlo grazie agli investimenti per potenziare le attività di promozione delle nostre imprese vitivinicole. Siamo consapevoli che quella vitivinicola è una delle filiere di punta dell’intero settore agroalimentare e BuyWine è la vetrina che si merita”. Si è citato l’export, I dati li fornisce Giuseppe Salvini, segretario generale della Camera di Commercio di Firenze, secondo il quale il vino si conferma un grande ambasciatoredell’eccellenza toscana nel mondocon un export di 840 milioni nei primi nove mesi del 2021 (+20% sul 2020 e + 12% sul 2019).”  Significativa è la presenza di 110 buyer, 36 dei quali dal Nord America che rappresenta il principale mercato di sbocco del nostro vino (34% del totale), a conferma della grande capacità attrattiva della Toscana e delle sue eccellenze”.

Questa prima edizione in presenza è stata preparata da una fase di profilazione e selezione online durata alcuni mesi, che ha consentito di preparare al meglio gli accordi economici conclusivi.

La piattaforma che genera le agende digitali di buyer e seller  –  spiegano gli organizzatori – è basata su un sistema di matchmaking che incrocia iloro rispettivi profili. In queste fasi preparatorie sonostate raccolte oltre 10.000 preferenze di incontro.Secondo un’indagine svolta a sei mesi dallamanifestazione 2021 il 70% dei partecipanti ha dichiarato di aver proseguito i contatti e le trattative, mentre il 51% aveva già stretto un accordocommerciale. Dunque, I produttori e  gli operatoridel settore non sono rimasti inattivi, durante il periodo di chiusura, preparando il terreno alla ripartenza in presenza. .

Anche per Firenze Fiera ( che accoglie le più grandimanifestazioni fieristiche ed espositive: dalla moda alla Mostra dell’Artigianato, alle manifestazioni artistiche di massa, ai megacongressi), si è trattato di una ripartenza  con stringenti protocolli per la salute, che hanno consentito la riapertura del padiglione Spadolini, con  2.500 metri quadri in più a disposizione delle aziende, tavoli più grandi, mascherine e gel distribuiti a tutti i partecipanti, procedure specifiche per l’utilizzo di materiale usa e getta durante le degustazioni.

Al termine della due giorni in fiera, i buyer internazionali  hanno partecipato ad un Wine Toursul territorio, scegliendo tra cinque itinerari ideati in collaborazione con le Camere di Commercio di Lucca, Massa Carrara, Pisa e Firenze. Prossimo appuntamento: la Settimana delle Anteprime deivini di Toscana, dedicata alla presentazione dellenuove annate delle principali DOC e DOCG del territorio, nel mese di marzo, dal 19 al 25.

Siamo consapevoli  – afferma il Presidente dellaRegione Eugenio Giani –  che quella vitivinicola è una delle filiere di punta dell’intero settoreagroalimentare e BuyWine è la vetrina che simerita”.

Che il vino sia dal tempo degli etruschi un prodotto speciale di questa terra ( che abbracciava anche parte dell’Umbria, Orvieto e zone limitrofe), e chegarantiva esplendore e prosperità, è cosaconfermata  da storici, antropologi e archeologici. Lo storico Braudel definiva quella come la civiltà della vite e dell’olivo.  Quanto agli etruschi misero a punto un sistema di vinificazioneil cui esito era una bevanda dale caratteristicheorganolettiche singolari:  aromatica, profumatissimae di colore giallo dorato. Il loro vino era simile a succo d’uva, anche se talvolta più liquoroso di quello che siamo abituati a bere oggi. Il sistema di vinificazione aveva luogo in cantine scavate nelfresco realizzate su tre piani, l’uva si pigiava a livello del suolo e il mosto, attraverso apposite tubature di coccio, colava nei tini disposti nei localisofttostanti, in cui fermentava. Dopo avveniva la svinatura. A ulteriore conferma della presenza del vino in Etruria anche i termini vinum (vino) e vina (vigna) spesso presenti nelle iscrizioni etrusche,  come quelli per designare i contenitori specifici del vino: thina (dal greco dinos) e qutum (dal greco kothon), indicano l’importanza di questo bene. Secondo lo storico Zeffiro  Ciuffoletti, la produzione autoctona di vino in Etruria si affermò rapidamente solo a partire dalla fine del VII secolo a.C.. Ai suoi inizi il vino era ancora una bevanda rara, riservata ad un ‘èlite aristocratica, è dal  V secolo a.C., che l’utilizzo del  vino ( cui erano dedicati culti orgiastici dedicati a Fufluns, il Baccus latino), si diffuse anche fra le classi sociali meno abbienti come testimoniano le numerose anfore da vino rinvenute anche in ambienti modesti. Dunque, il vino viene da lontano e la vite  modella e distingue anche le colline toscane. Ma, ecco il punto che qualche agricoltore solleva: il vino non può essere la nostra unica risorsa,occorre valorizzare e sviluppare gli altri prodotti  della nostra terra, particolarmente quelli a chilometro zero, che interessano la campagna e anche la montagna: l’ortofrutta va salvata e, per salvare ad esempio le castagne si è mosso anche il Presidente dei Vescovi italiani, il Cardinale Gualtiero Bassetti,  il quale ha dichiarato: “sapere che a Marradi, mio paese natale, ( Mugello) chiude la fabbrica delle castagne mi fa piangere il cuore.” Certo è che il vino  presentato a  questa rassegna è un’eccellenza diffusa, un bene da difendere e distribuire, cantato attraverso secoli e millenni da poeti di tutto il mondo,  da greci e latini persiani e arabi fino ai nostri grandi del passato come il senese Cecco Angiolieri, sbeffeggiatore di Dante (  “sia benedetto chi per primo inventò il vino”…)  o  il poeta tedesco Johann Wolfgang von Goethe, secondo cui  “ la vita è tropo breve per bere vini mediocri”.  Un ottimo slogan, vero?

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