Avevo deciso, anche rispondendo negativamente alla sollecitazione di qualche amico, ma specialmente del direttore di questo giornale, di non scrivere di novo sulla situazione in Palestina, non solo perché appare sempre più chiaramente inutile, ma anche perché qualunque cosa dici, o viene semplicemente ignorata dalla ‘grande stampa’ (e sorvolo sui politicanti) o ti attaccano subito l’etichetta (se ti va bene) di antisemita e, come si dice da noi a Napoli, ‘puoi pittare il sole’, resti antisemita.
Poi ho visto una dichiarazione in TV, che inizialmente ho giudicato vergognosa, poi solo vergognosetta, di una certa Lia Quartapelle, del PD (e quindi scusate l’ironia grossolana: diciamo pure quinta o sesta, visti i valzer che balla il PD del ‘dotto Letta’ in particolare!). Quartapelle dichiarava: «Israele ha il diritto di esistere in pace e sicurezza. Ancora una volta, invece, in queste ore i cittadini israeliani si trovano da lunedì sotto il fuoco di centinaia di razzi sparati dal movimento terrorista di Hamas contro case, civili, persino una scuola» … «Anche tra i palestinesi in queste stesse ore si contano le vittime, tra cui alcuni bambini». Ad essa si accompagnavano la insulsa dichiarazione di Luigi Di Maio, che, certo, non sa quello che dice, ma la solita frase anodina di sostegno a Israele è riferibile a chi dovrebbe saperlo, vale a dire Mario Draghi, che, come ho scritto varie volte, ha rivoluzionato la politica estera italiana anche in questo campo, stipulando, tra l’altro, un vero e proprio trattato con gli USA all’insaputa nonché del Parlamento dello stesso Di Maio che lo ha firmato.
In realtà, la signora Quartapelle ha scritto su Facebook un più lungo e articolato commento, che però comincia come sopra e poi, certo, analizza un po’ di più. Ma l’evidente ‘schieramento‘ a favore di Israele è talmente smaccato, che riceve parecchi commenti negativi e però, su Twitter (ma è possibile che uno debba seguire queste cose assurde e infantili: non sarebbe venuto il momento di fare politica da persone mature?) riceve un commento di Enrico Letta, che, in perfetto stile Di Maio, scrive, riempiendo il messaggio di #, @ non so che altro, un pasticcio, che insomma dice: «No ad Hamas e al terrorismo ji-hadista. Ho espresso solidarietà parlando all’ambasciatrice dell’Autorità Palestinese Abeer Odeh e ho espresso solidarietà di fronte alla Comunità Ebraica di Roma. Hamas è contro Israele e contro la Palestina. Noi siamo per la pace e per due Stati». Quella solidarietà l’ha espressa dimenandosi su un palco insieme a Matteo Salvini e altri!
Ma per chiudere, un articolo di un certo architetto Gianni Vernetti (già deputato PD) intitolato -basterebbe questo- ‘Hamas va smantellata. È interesse italiano ed europeo‘, in cui sostiene che è inammissibile che Israele debba vivere con due organizzazioni terroristiche a fianco armate di armamenti sofisticati, per poi spiegare dottamente che non c’è sproporzione tra la reazione di Israele e gli attacchi nei confronti dei quali è solo in corso una legittima difesa (ha studiato da Salvini) contro Hamas che ‘è un proxy’ di non so cosa e va avanti con altre espressioni inglesi a me incomprensibili per dire che Hamas andrebbe ‘smantellata’ (parole sue) e andrebbero sostenuti gli ‘accordi di Abramo’, dei quali dimentica che non sono stati sottoscritti dalla Palestina.
E va bene, direte voi, il PD ormai è questo, la ‘politica’ italiana pure e Draghi ne è il suo interprete, di che vuoi parlare? Appunto: solo chiarire, tanto per riempire qualche ‘vuoto’ casuale in ciò che ho riportato.
La striscia di Gaza è una invenzione di Ariel Sharon, che usò la ‘concessione‘ della indipendenza alla Striscia solo dopo avere distrutto le strade che la collegavano al resto della Palestina (quello che viene in genere sprezzantemente definito West Bank, come accadeva per i ‘Bantustan‘ del Sudafrica razzista) e avere distrutto l’aeroporto costruito poco al di là della striscia in seguito agli Accordi di Oslo, sottoscritti da Yitzhak Rabin (assassinato da un pazzo) e da Yasser Arafat (morto di una malattia misteriosa), allo scopo di dividere la Palestina e creare un conflitto tra palestinesi. Inoltre, agli abitanti della striscia non è consentito avere una centrale elettrica, dipendono anche per l’acqua da Israele, non possono uscire dai confini determinati unilateralmente da Israele e non possono uscire verso l’Egitto che, d’accordo con Israele o minacciato non si sa mai bene, lo ha chiuso. Inoltre, gli abitanti della Striscia non possono nemmeno usare il mare, perché Israele non permette l’avvicinamento di navi, e i pescatori palestinesi non possono nemmeno andarci a pescare. Tutto ciò in plateale contraddizione con il trattato di cui accennavo, gli Accordi di Oslo, sottoscritti a Washington alla presenza di Bill Clinton.
Il cosiddetto West Bank, avrebbe dovuto essere ormai indipendente da anni insieme a Gaza, secondo gli Accordi. E invece non lo è. Non solo, ma è sotto occupazione militare israeliana e Israele ribadisce sempre che si tratta di occupazione militare, sia per la striscia che per il West Bank, e intanto costruisce continuamente ‘insediamenti‘ ebraici nel territorio del Wes Bank e li collega tra di loro con strade, impedendo ai palestinesi di usarle e di attraversarle, e sottraendo interi villaggi ai palestinesi. E, infine, progettando di annettersi la fascia lungo il Giordano, togliendo così alla Palestina sia l’acqua che un confine con uno Stato che non sia Israele!
Gerusalemme era destinata ad essere la capitale di entrambi gli Stati (sempre secondo gli Accordi di Oslo, firmati a Washington), divisa tra una parte israeliana (Gerusalemme ovest) e una palestinese (Est). Gli ‘arabi‘ (che invece sono palestinesi: dire ‘arabo’ è come dire ‘nero’, indipendentemente dal fatto che tu sia congolese o camerunese, ecc.) che vivono in Israele, sono una ‘minoranza‘ che vive in uno Stato dichiaratamente ‘ebraico‘ e quindi sono discriminati per definizione.
Ebbene. Delle motivazioni per le quali la ‘creazione’ dello Stato di Gaza è illecita, l’occupazione del West Bank anche, gli insediamenti pure, ho già parlato qui e molto di più altrove, in lavori scientifici, sui quali sfido chiunque a discutere.
Il diritto all’autodeterminazione dei popoli è un istituto fondamentale del diritto internazionale, il cui effetto è che sia Israele (benché Stato ‘costruito’ con l’immigrazione da altri Paesi, cosa vietata dal diritto internazionale) che la Palestina hanno diritto a diventare Stati indipendenti. Ma Stati veri, con confini veri, ecc.
Il diritto di guerra è specificato in una serie di convenzioni internazionali (4 di Ginevra nel 1948 e due protocolli del 1977), ma è diritto tralaticio da tempo immemorabile e fa espresso divieto di acquisire, annettere, territorio degli Stati occupati, di imporvi leggi, ecc. Inoltre, il medesimo diritto fa espresso ed esplicito divieto (già con le convenzioni dell’Aja stipulate a cavallo dell’800 e ‘900) di trattare i combattenti ‘nemici‘ come delinquenti comuni e in particolare come terroristi. E inoltre, in particolare i protocolli di Ginevra del 1977, esplicitamente fanno obbligo di considerare combattenti (e quindi non terroristi) quelli che si oppongono, tra l’altro, all’occupazione del proprio territorio. Del resto non mi pare che qualcuno (forse nemmeno i signori Quartapelle, Vernetti e Letta, Di Maio non so, ma non sa) negherebbe che i partigiani italiani non erano terroristi. Anzi, è appena il caso di ricordare ai prenominati che ai tempi del terrorismo in Italia ci fu chi proponeva di ‘riconoscere’ i terroristi come combattenti per mettere fine agli attentati … se non sbaglio uno di loro era Bettino Craxi, ma non solo.
Infine -sorvolando sulla sentenza della Corte Internazionale di Giustizia del 2004, che dice tutte, ma proprio tutte le cose che ho detto qui sopra-, c’è una importante sentenza della Corte di Giustizia dell’UE, che definisce i territori ‘assegnati‘ alla futura Palestina dalla Assemblea Generale delle Nazioni Unite, nel 1947, territori palestinesi, e, mentre ricorda che i trattati di associazione economica con Israele prevedono che in caso che in quei Paesi vi siano guerre gli accordi vanno sospesi, afferma che Israele non può definire ‘suoi‘ quei territori.
Ci sarebbe da ricordare anche lo Statuto della Corte Penale Internazionale, dove i comportamenti di entrambe le parti -appunto, entrambe-, sono considerati crimini internazionali e -lo dico a beneficio dell’architetto Vernetti- i crimini di guerra restano tali anche in regime di legittima difesa, quando la stessa legittima difesa non sia un crimine, in quanto aggressione. Basta leggere lo Statuto.
Si potrebbero dire molte altre cose; si potrebbe iniziare un dibattito pro e contro l’uno o l’altro. Ma non ne vale la pena. Si potrebbe, però, dire ai nostri politicanti di essere meno rozzi e ignoranti, ma certo sarebbe troppo pretendere.