In seguito alla polemica sulla decisione di coprire le statue dei Musei Capitolini per non offendere la sensibilità dell’ospite Hassan Rohani, il Presidente della Repubblica Islamica iraniana ha virato alla volta della Francia. La bufera stavolta rischia di fare ancora più scalpore e di compromettere nuovamente le relazioni diplomatiche tra la patria shiita e l’Europa. Sarebbe di oggi infatti la notizia che vedrebbe da parte di Parigi la richiesta ai partner europei di considerare l’ipotesi di nuove sanzioni contro Teheran dopo i recenti test balistici effettuati dall’Iran. La notizia è stata diffusa dall’agenzia Associated Press, proprio appena cominciata l’attesa visita in Francia del Presidente Rohani che è stato anche ricevuto da Francois Hollande.
Da Bruxelles ed Eliseo né conferme né smentite ma secondo due funzionari dell’Unione europea la richiesta sarebbe stata avanzata durante la riunione dei Ministri degli esteri dell’Ue di lunedì scorso. Una nuova preoccupazione quindi per l’Ayatollah Khamenini e il suo entourage che con questa visita del Primo Ministro avrebbe probabilmente voluto dimostrare una predisposizione ad una resa definitiva delle tensioni.
Le Femen, intanto hanno deciso di omaggiare la visita del Presidente Rohani simulando da un ponte un’impiccagione con tanto di bandiera iraniana. L’obiettivo è stato quello di protestare contro le condanne a morte e le violazioni dei diritti umani in
Iran. Dopo gli incontri con il premier Manuel Valls, i Ministri degli Esteri e dell’Economia Laurent Fabius e Emmanuel Macron, nonché rappresentanti del mondo dell’economia e della Confindustria (Medef) nessun pranzo né cena ma solo una riunione pomeridiana anche per evitare nuove polemiche rispetto alla pretesa di Teheran di bandire il vino da tavola a cui Hollande non si è voluto piegare. Intanto alle 13:30, ha preso inizio un corteo contro la visita di Rohani del Consiglio nazionale della Resistenza iraniana (Cnri) che ha attraversato una parte della città. La questione delle nuove sanzioni contro l’Iran dovrà essere affrontata dall’esecutivo francese insieme ad un altro problema sopraggiunto quest’oggi ossia le dimissioni Christiane Taubira, la Ministra della Giustizia che aveva finora accompagnato tutto il mandato di François Hollande. Da tempo in disaccordo con la linea dura del primo Ministro Manuel Valls, non si è piegata alla discussa svolta per la sicurezza. Ha quindi scelto di non mettere la sua firma sotto la riforma che introdurrà lo stato d’emergenza nella Costituzione.