Circa 55 milioni di iraniani sono chiamati alle urne, che resteranno aperte fino alle 18 locali (le 15.30 in Italia). Primo voto in Iran dopo lo storico accordo sul nucleare. Si rinnovano i 290 seggi del parlamento, ma la consultazione sarà anche una sorta di referendum sulla politica di apertura verso l’occidente del Presidente Hassan Rohani, che l’anno prossimo andrà a caccia di un secondo mandato. Il Majilis in scadenza, formato in prevalenza da conservatori, era ostile al capo dello Stato, riformatore, ma la nuova legislatura potrebbe portare sostanziali novità.
La guida suprema del Paese, l’ayatollah Khamenei, ha chiesto agli elettori di votare per eleggere “un Parlamento in grado di sconfiggere i complotti statunitensi e occidentali”. Di tenore opposto il messaggio del Presidente Rohani, che ritiene invece finito il tempo di “vedere dietro ogni angolo le interferenze di obsolete potenze coloniali”.
Si teme però un forte astensionismo: infatti secondo un sondaggio dell’emittente ‘Irib’, il 40% dei 55 milioni di aventi diritto sarebbe intenzionato a disertare le urne. Una percentuale ancora superiore di quella del 2012, quando a non votare fu il 37% degli aventi diritto.
(video tratto dal canale YouTube di CCTV America)