Solo quattro giorni fa si è verificato il più grave ed importante attacco internazionale cibernetico, che ha colpito ben 150 Paesi, le società private, i Ministeri. Addirittura gli ospedali sono rimasti bloccati, come il Lister Hospital di Stevenage in Inghilterra. L’Europa non è stata risparmiata e anche essa, come il resto del mondo, è alle prese con la più grande minaccia alla cyber security negli ultimi anni. Sono stati colpiti i più grandi impianti dell’energia spagnola, la Renault francese e rumena, gli ospedali inglesi e le Università in Italia.
Al virus è stato dato un nome, come alle catastrofi naturali, solo che questa volta si tratta di una vera e propria catastrofe ‘digitale’. ‘Wanna cry‘ è l’appellativo che gli è stato assegnato, ed è forse adatto nel vero senso letterario dei termini- ‘voglia di piangere’, e anche se i Governi non sono in lacrime, l’attacco li ha però messi in serie difficoltà. Si tratta di un virus randsomware, ovvero un software che dopo aver congelato il pc, chiede un ‘riscatto’ all’ utente per potervi di nuovo accedere. Si diffonde secondo diverse tipologie ed è di ‘natura’ variabile. Forse è proprio questa sua caratteristica che lo ha reso un virus letteralmente letale.
Il Governo di Londra ha indetto ieri una riunione di emergenza in merito all’ attacco di Venerdì, mentre l’Europol teme che il peggio debba ancora venire. Il pericolo non è ancora superato ed ha innescato un’importante reazione anche nel mondo politico. Non sono mancate, infatti, le accuse del Presidente Russo, Vladimir Putin, secondo il quale i Servizi di Intelligence statunitensi sarebbero i responsabili. Il premier russo si riferisce a quanto è stato detto dal Presidente di Microsoft, Brad Smith, il quale sostiene che l’attacco è stato reso possibile ed ha continuato a contagiare i pc a causa di uno strumento della NSA- National Security Agency- statunitense che è stato rubato ad aprile.
Anche se non è ancora chiaro chi sia il vero responsabile di quanto accaduto, è importante però sottolineare come diventi sempre più importante e vitale il ruolo dell’Intelligence per la sicurezza odierna. Il suo lavoro risulta, infatti, essere necessario per stabilità di ogni settore, da quello sociale, a quello economico, politico o ambientale. I Servizi di Intelligence non sono solo uno strumento atto a garantire la sicurezza del cittadino comune, ma sono diventati ancor più importanti nella protezione e la salvaguardia anche degli interessi economici. Si tratta di un lavoro multi-settoriale che sta compenetrando tutti i settori del sistema, e questo suo aspetto rispecchia la multidimensionalità della stessa sicurezza.
Alla vigilia del corso di alta formazione: ‘HUMINT e controterrorismo. L’intelligence delle fonti umane nel contrasto alle minacce terroristiche del XXI secolo‘, che si terrà presso la Società Geografica Italiana a Roma il 18 e il 19 Maggio e il 25 e 26 Maggio, abbiamo intervistato Sergio Germani, direttore dell’Istituto di scienze sociali e studi strategici ‘Gino Germani’ e promotore del corso.
Sappiamo che ha indetto Il corso ‘HUMINT e controterrorismo. L’intelligence delle fonti umane nel contrasto alle minacce terroristiche del XXI secolo’. Ci può spiegare su cosa verterà?
Il corso si focalizzerà su una particolare attività svolta dai Servizi di Intelligence, dalle forze di Polizia e in qualche misura anche da enti non governativi. L’attività a cui mi riferisco viene denominata Humint, cioè Human Intelligence, e consiste nella raccolta di informazioni, soprattutto di carattere riservato che altri non vogliono rivelare, tramite relazioni umane, e non tramite tecnologie, come l’intercettazione oppure altri strumenti tecnologici, come l’hackeraggio o i satelliti. Anche se queste ultime rappresentano attività importanti dell’Intelligence, il corso si focalizzerà sulle attività di ricerca informative tramite le così dette fonti umane.
Quali interessi persegue di tipo strutturale e come si pone in relazione al contesto attuale?
L’obiettivo del corso è ampliare e sviluppare la cultura dell’Intelligence. Si cerca, infatti, di contribuire agli sforzi già in corso in Italia finalizzati a sviluppare la cultura e la comprensione di questa disciplina. Attraverso il corso si cerca, inoltre, di capire cosa fanno i Servizi Segreti e di comprendere perché sono importanti per tutelare la sicurezza del Paese contro ogni tipo di minaccia. In particolare il corso intende porre il problema del rilancio della così detta Humint in Italia. L’Intelligence delle fonti umane è un settore delle attività dei Servizi che è stato trascurato a favore della tecnologia un po’ in tutto l’Occidente, nonostante rappresenti quello più importante e antico. Uno degli obiettivi di carattere culturale del corso, quindi, è quello di contribuire a rilanciare questo settore, che diventerà sempre più importante, soprattutto nella lotta e nella prevenzione del terrorismo. Prima dell’11 Settembre specialmente negli USA la Humint era stata molto trascurata a favore degli strumenti tecnologici. Dopo gli attentati alle Torri Gemelle, e una volta acquisita quindi la consapevolezza dei rischi gravissimi del nuovo tipo di terrorismo, c’è stato un tentativo di rilancio delle fonti umane in America.
Perché la Humint è stata trascurata?
Le fonti umane sono state trascurate perché si tratta di un settore dell’attività dei Servizi molto scabroso, in quanto richiede per esempio il reclutamento di fonti all’interno di movimenti terroristici, oppure di organizzazioni criminali, e quindi fonti sono che praticano loro stesse la criminalità o il terrorismo. Questo aspetto crea inevitabilmente dei problemi legali e morali. Quindi, di fronte a questi problemi, gli americani in particolare hanno deciso che era meglio puntare sugli strumenti tecnologici, sulle fonti aperte e sulle analisi. Nonostante gli americani abbiano tentato di rilanciare la Humint dopo l’11 Settembre, rimane in qualche modo ancora un settore trascurato in Occidente, mentre non si può dire lo stesso per i Paesi non occidentali. Il corso intende mostrare, sia dal punto di vista culturale che politico, l’importanza per l’Italia di riservare una maggior cura e di investire più risorse in questo settore. Il focus non sarà solo il ruolo della Humint nella lotta al terrorismo, ma si concentrerà anche sui metodi e le tecniche utilizzate, e che dovrebbero essere potenziate.
Ci può descrivere l’attività di Humint?
Le attività di Humint hanno una propria metodologia. Non si tratta comunque di attività svolte in maniera così spontanea, ma ci sono delle tecniche particolari. Il così detto reclutamento di fonti, per esempio, è composto da varie fasi, ed è un processo molto metodico, in cui prima si individua una possibile fonte informativa, poi si pianifica un approccio, e si studia questa persona per vedere quali possono essere le sue motivazioni per collaborare. La collaborazione con un Servizio di Intelligence, o con un organismo di Polizia, nel settore della lotta al terrorismo per esempio comporta dei grandi rischi per la persona. Ed è per questo che bisogna capire come convincere e quali leve utilizzare sulla la fonte per farla collaborare, soprattutto se ci troviamo in un contesto democratico, dove alcune forme di pressione, come le minacce di morte, non sono consentite.. Si crede sempre di più, almeno in Occidente, che il ricatto-classico metodo per convincere qualcuno a collaborare-non sia efficace, perché non crea rapporti di lungo periodo. Un rapporto con una fonte deve essere lungimirante e strategico. La persona reclutata non va ricattata, ma deve essere convinta in altri modi. Ed è per questo che bisogna comprendere la psicologia e le motivazioni profonde, bisogna creare una qualche lealtà insomma.
Questa formazione a chi si rivolge e quali figure si cerca di formare nel suo corso?
Si rivolge agli operatori del settore, ovvero gli operatori istituzionali che vogliono sviluppare le proprie conoscenze sul tema, ma anche agli operatori delle industrie, che si occupano di sicurezza nelle aziende o che lavorano nell’ambito delle così dette aziende strategiche, O delle infrastrutture critiche-possibile oggetto anch’esse di azioni terroristiche. Il corso si rivolge anche a persone semplicemente interessate al tema, che provengono dal mondo accademico, o anche a studenti interessati a conoscere meglio il mondo dell’Intelligence. La formazione di determinate figure è un compito che spetta alle scuole dei Servizi di Intelligence. Il corso fornisce delle chiavi di lettura e degli strumenti adeguati che permettono una conoscenza abbastanza buona di un settore che non è conosciuto da molti.
Sappiamo che l’elemento fondamentale, quando si parla di Intelligence, è la fiducia, che sia tra i diversi organi che compongono un’agenzia di Intelligence, che sia tra diverse agenzie o che sia fiducia in un’informazione ritenuta importante. Ci può commentare questo aspetto?
La fiducia è l’elemento forse più fondamentale nella Humint stessa, perché se c’è un rapporto tra un funzionario di un Servizio e una fonte, ci deve essere un alto grado di fiducia reciproca, dal momento che non c’è nulla di scritto. Nessuno di questi si può rivolgere a un Tribunale. E’ necessario un grado di fiducia altissimo, la fonte deve avere un’enorme fiducia che il funzionario poi non lo tradisca e che non vada a svelare al gruppo terroristico di cui fa parte che è un delatore. Viceversa, il funzionario deve essere sicuro che la fonte non stia facendo il doppio gioco e che non sia un così detto agente doppio, che finge di lavorare per un Servizio, quando in realtà è fedele ad un altro servizio oppure a un gruppo terrorista, come è successo con un informatore della CIA che durante una riunione nel 2009 si fece scoppiare uccidendo sei dei funzionari di più alto livello dell’Agenzia. Si trattava infatti del doppio informatore Al-Balawi, un infiltrato di Al-Qaeda nella CIA. Questo dimostra che la fiducia è fondamentale e che bisogna sapere che la fonte con cui si sta collaborando non sia una fonte doppia.