La campagna India pulita, lanciata dal Primo Ministro Narendra Modi, ha destato speranza civica nel paese, anche se il popolo indiano nutre ancora molte aspettative nei confronti del governo NDA (Alleanza Democratica Nazionale), capeggiato dal BJP (Bharatiya Janata Party – Partito Popolare Indiano), affinché risolva la questione dei flussi di denaro illecito e denaro sporco e liberi il sistema di governance dalla corruzione.
Campagna India Pulita: una speranza
Impegnandosi a spazzar via la pessima reputazione indiana di sporcizia, servizi igienico-sanitari rudimentali e scarsa igiene pubblica, il 2 ottobre 2014, il Primo Ministro Modi ha lanciato a livello nazionale la Swachha Bharat Abhiyan, ovvero la Campagna India Pulita, in occasione del 145° compleanno del Mahatma Gandhi, leader della lotta pacifica per la liberazione dell’India. Questo progetto, per un valore di 620 miliardi di rupie, aspira a ripulire completamente il paese nel giro di cinque anni sradicando le malsane abitudini indiane, come quella di espletare i propri bisogni fisiologici all’aperto.
Al fine di coinvolgere la popolazione, Modi ha dichiarato all’inizio della campagna: “Questo è un lavoro per più di un miliardo di persone e lo ripeterò più di un miliardo di volte. Non è un lavoro solo per Modi o per il governo.”
“Oggi ci dobbiamo impegnare per un’India pulita,” continua Modi. “Quando ci rechiamo all’estero vediamo quanto sono puliti quei paesi, non vediamo persone sputare in giro o gettare rifiuti ovunque. Quei posti sono puliti perché i loro abitanti li tengono puliti.”
L’UNICEF calcola che circa 594 milioni di persone in India, circa il 50 per cento della popolazione, espletano i propri bisogni fisiologici all’aperto.
“Più di 130 milioni di famiglie indiane non hanno accesso ai servizi igienici, un problema che non riguarda solo le case private, ma che coinvolge anche le scuole. Molte scuole in India non hanno i bagni oppure sono fatiscenti Le persone sono abituate a buttare la spazzatura in strada o in altri luoghi pubblici” dichiara Bindeshwar Pathak, fondatore della Sulabh International Social Service Organization di Nuova Delhi.
“Perciò, è molto importante che queste campagne siano promosse in tutto il paese” ,afferma Pathak aggiungendo: “anche se la campagna è un primo passo nella giusta direzione, l’India ha anche bisogno di interventi igienico-sanitari a lungo termine, come la realizzazione di bagni per tutti e lo smaltimento dei rifiuti, affinché in futuro si possa raggiungere l’obiettivo di un’India pulita.”
Corruzione e denaro sporco
Anche se la popolazione indiana ha buone aspettative nei confronti della Campagna India pulita, gli interventi del governo Modi per controllare la corruzione e recuperare il denaro sporco parcheggiato in banche estere mediante flussi illeciti non hanno adempiuto le promesse fatte da Modi e dai leader del BJP durante la campagna elettorale del 2014.
Durante la campagna, Modi e i leader del suo partito avevano promesso di restituire all’India il denaro indebitamente sottratto entro 100 giorni.
Anche se il governo Modi, subito dopo essere salito al potere, ha deciso di istituire una SIS (Squadra Investigativa Speciale) di alto profilo per scovare il denaro illecito e restituirlo al paese, il rifiuto del governo, il 17 ottobre, di rivelare i nomi dei presunti accumulatori di denaro sporco non solo ha generato aspre critiche, ma ha anche sollevato diversi dubbi circa le intenzioni del governo in carica.
Il rifiuto del governo è stato giustificato con la scusa che «Se avesse rivelato i nomi come richiesto, i paesi stranieri non avrebbero fornito ulteriori informazioni all’India e sarebbe stato anche difficile rientrare nelle convenzioni contro la doppia imposizione con altre nazioni per ragioni di segretezza» secondo quanto riportato dall’Hindustan Times.
A maggio, la Corte suprema dell’India ha ordinato al Centro di rivelare l’identità delle 26 persone che detenevano conti bancari nel paradiso fiscale del Liechtenstein, stabilendo un ultimatum per costituire una Squadra investigativa speciale che indagasse sui casi di traffico finanziario illecito.
In reazione al rifiuto del governo di rivelare i nomi, Ram Jethmalani, responsabile legale del caso, ha accusato il governo di proteggere persone che avevano nascosto denaro sporco all’estero e ha esortato il tribunale a dichiarare l’istanza irricevibile.
Sottoposto a pressioni provenienti da diverse parti, il governo finora ha rivelato 8 nomi e ha presentato una lista di 627 cittadini indiani intestatari di conti presso la HSBC Bank di Ginevra.
Il governo Modi è ancora sotto pressione, il noto attivista sociale Anna Hazare ha espresso i suoi dubbi circa le intenzioni del governo NDA di recuperare il denaro sporco nascosto in banche estere.
“Modi e il suo partito hanno garantito alla popolazione di restituire il denaro illecito entro 100 giorni dall’insediamento, ne sono passati 150 e non è ancora avvenuto nulla di concreto finora” ha dichiarato Hazare, mettendo in guardia la popolazione circa la necessità di reagire qualora il Centro non riesca a recuperare il denaro.
Enormi flussi illeciti
Secondo il Global Financial Integrity (GFI), gruppo di esperti con sede a Washington, l’India ha perso $343,9 miliardi tra flussi illeciti e denaro sporco, tra il 2002 e il 2011.
L’India è al quinto posto al mondo per i flussi illeciti di denaro, secondo il rapporto del GFI, in cui si riferisce anche che la crescita di flussi illeciti in India ha addirittura superato la crescita del PIL.
«I nostri dati comprendono anche le merci che sono state ri-fatturate nel passaggio da esportatore a importatore. Non comprendono, però, le manipolazioni effettuate su una stessa fattura dietro accordo tra esportatori e importatori e neanche l’alterazione di fatture relative al commercio di servizi e beni intangibili a livello internazionale. La nostra stima, inoltre, non include le transazioni di cospicue quantità di contanti derivanti dal narcotraffico, dalla tratta di esseri umani, dalla contraffazione, dalle frodi creditizie, ecc.», ha dichiarato il presidente del GFI, Raymond Baker, durante il dibattito ‘Flussi finanziari illeciti nell’agenda per lo sviluppo Post-2015’ nel contesto degli incontri annuali 2014 FMI/Banca Mondiale.
Data la sua vasta portata, la questione dei flussi illeciti di denaro è divenuta cruciale per la popolazione indiana, fatto su cui Modi e il suo governo avevano puntato per vincere le elezioni. Ma ora, oltre ad aver adombrato i progressi compiuti con la Campagna India Pulita, la questione del denaro sporco può ritorcersi contro il governo Modi come un boomerang, in quanto l’adempimento della promessa di restituire tale denaro si è trasformato nella maggiore sfida da affrontare per il governo in carica.
Traduzione di Maria Ester D’Angelo Rastelli