Negli ultimi giorni, in Israele, la tensione è tornata a salire, soprattutto nella zona di Gaza dove Hamas sta organizzando delle manovre militari che, nonostante il preannunciato carattere difensivo, hanno messo in allerta le Autorità di Tel Aviv.
Questo mentre, sul fronte esterno, i rapporti con l’Iran e i suoi alleati (in particolare con le milizie libanesi di Hezbollah) restano tesi, seppur momentaneamente sotto controllo, e, sul fronte interno, resta aperta la crisi politica latente: ieri il Primo Ministro, Benyamin Netanyahu, è stato nuovamente interrogato nell’ambito di un’indagine per corruzione.
In questa situazione di tensione continua, l’allerta delle Forze Armate israeliane resta alta. Nonostante si tratti di un Paese molto piccolo, Israele ha uno degli Eserciti più preparati al mondo che ha, in diverse occasioni, dimostrato di saper tenere testa a nemici più numerosi e in situazione di accerchiamento. La chiave per comprendere la superiorità delle Forze Armate di Tel Aviv rispetto a quelle dei Paesi vicini si basa su due punti: da un lato c’è la superiorità aerea che gli permette di dominare i cieli e di colpire in maniera rapida e in quasi totale sicurezza gli obiettivi nemici (per renderci conto della superiorità dell’Aviazione israeliana, si pensi che questa ha avuto un solo veicolo abbattuto in missione dal 1982); dall’altro c’è lo stretto rapporto tra le Forze Armate e i Servizi di Intelligence.
L’Intelligence israeliana, una delle migliori del mondo, ha acquisito negli anni una grande fama a livello internazionale e, con la notorietà, sono cominciate a circolare anche una serie di legende metropolitane più o meno fondate. Al di là delle voci che circolano sulle attività dei Servizi Segreti di Tel Aviv, il fatto fondamentale è questo: sono le informazioni dettagliate che questi riescono a raccogliere e ad elaborare che rendono possibile l’azione tanto efficace delle Forze Aeree israeliane.
Per capire come funziona e come è organizzata l’Intelligence dello Stato di Israele, abbiamo parlato con il Dottor Alfredo Mantici, Direttore di Analisi della rivista ‘Oltrefrontiera‘ ed ex-uomo del SISDe (Servizio per le Informazioni e la Sicurezza Democratica).
Che cos’è esattamente l’Intelligence? Si tratta semplicemente dei Servizi Segreti di un Paese o c’è di più? Quanto è importante l’Intelligence per Israele?
L’Intelligence è una funzione complessa dell’amministrazione dello Stato. La sua definizione non accademica, ma pratica è questa: l’Intelligence è la raccolta e l’analisi di informazioni sensibili utili al processo decisionale del Governo in materia di sicurezza nazionale. Come attività operativa, l’Intelligence è la raccolta di informazioni e, come attività produttiva, l’analisi delle informazioni raccolte. Questa è l’Intelligence: non è niente di meno e niente di più. Deve essere così: io sono molto critico circa le funzioni paramilitari che, ad esempio, la CIA americana ha dato alla sua attività operativa. L’Intelligence non consiste nell’autorizzazione di Colpi di Stato, nell’organizzazione di tentativi di ribaltare Governi nemici: l’Intelligence è accolta e analisi e questo è un dogma che vale per gli inglesi, per i francesi, per i tedeschi, per noi italiani, addirittura per i cinesi e per i russi. L’Intelligence è un’attività di ricerca e valutazione e di proposta al Governo su gli indirizzi da prendere in materia di sicurezza: questo dev’essere, altrimenti è una deviazione.
Questo impianto di base è ben percepito anche in Israele. Spesso, facendo riferimento ad alcune operazioni clamorose israeliane, come l’uccisione di alcuni leader palestinesi, si dice che è stato il Mossad e questo non è vero: il Mossad ha raccolto solo le informazioni; le operazioni vengono fatte dai Sayeret Matkal, che sono l’unità specializzata dell’Esercito per le operazioni militari clandestine. Il Mossad raccoglie le informazioni e le valuta; lo Shin Bet fa la stessa cosa sul piano interno: non sono organismi di qualsiasi natura paramilitare, tanto è vero che i funzionari del Mossad e dello Shin Bet non sono sono assunti dalle Forze Armate o dalle Forze di Polizia, ma presentano tutti dei Curriculum universitari di assoluta eccellenza.
Come è strutturata e come agisce l’Intelligence israeliana?
L’Intelligence israeliana è strutturata su tre pilastri.
Il primo è il Mossad, il servizio che raccoglie informazioni all’estero: è un servizio piccolo perché non ha più di cinquecento o seicento funzionari sparsi per il mondo impegnati nella raccolta di informazioni utili alla tutela di Israele. Il Mossad è un piccolo servizio ma si appoggia, per la raccolta delle informazioni, alle comunità ebraiche sparse in tutto il mondo.
Per la sicurezza interna c’è lo Shin Bet, lo Shérūt Bītāhōn (Servizio di Sicurezza). Il Servizio di Sicurezza raccoglie informazioni all’interno di Israele, in funzione di controspionaggio, e, in funzione antiterrorismo, può spingersi, nella sua attività operativa, fino ai territori occupati, quindi sulla rivo occidentale del Giordano e a Gaza; non può raccogliere informazioni in Paesi esteri perché questo spetta al Mossad: la divisione tra le competenze geografiche dei due Servizi è molto precisa e rigida.
Il terzo Servizio, molto importante, è Aman: il Servizio di Intelligence militare. A differenza di quello che si può pensare, Aman non raccoglie semplicemente informazioni di carattere tattico o strategico militare, ma funge da camera di compensazione analitica sia per il Mossad che per lo Shin Bet: Mossad e Shin Bet raccolgono le informazioni ma il prodotto analitico fornito al Governo da Aman. È un sistema a tre poli che funziona molto bene anche perché Israele è un piccolo Paese, quindi i funzionari dei tre Servizi hanno tutti fatto o l’Università o il militare assieme o, al massimo, si sono conosciuti durante i richiami che, dai diciotto ai quarantacinque anni, tutti gli israeliani devono fare per un mese all’anno dopo la fine del Servizio Militare. In sostanza, queste persone si conoscono, quindi collaborano molto facilmente: è una situazione molto particolare, molto eccentrica rispetto al resto del mondo, però fa sì che questi funzionari, conoscendosi già, abbiano una enorme facilità a collaborare.
È opinione piuttosto diffusa che i Servizi Segreti israeliani siano tra i migliori al mondo: è vero? Perché? Quali sono gli aspetti che li rendono così efficaci?
È vero perché, dal momento che Israele ha dovuto combattere per la propria sopravvivenza dal 1948 in poi, i governanti israeliani hanno capito che, più che di grandi eserciti, era necessario disporre di un bagaglio informativo capillare nei confronti dei nemici, sia all’estero che all’interno; per questo, fin dagli anni ’50, i governanti israeliani hanno investito enormi risorse puntando sul fattore umano. Gli agenti del Mossad e gli agenti dello Shin Bet appartengono alla élite della cultura israeliana: sono persone che, nei Paesi europei, farebbero carriera nelle principali aziende e diventerebbero ricchi; in Israele hanno investito su di loro, sia in addestramento che in soldi per l’attività operativa, perché hanno capito che un Governo che si muove con buone informazioni può anche fare a meno di eserciti giganteschi, poiché un piccolo esercito, se sa dove colpire, colpisce anche meglio di uno grosso.