sabato, 1 Aprile

Il ritratto

La casa, la Casa, e la sua biblioteca, la sua Biblioteca, sono il punto di partenza delle avventure di Elena. E di ritorno. Nessun uomo che parte è lo stesso dell’uomo che ritorna. “E così nessuna donna”, dice alla signora Valois Dubuffet che le chiede di aiutarla a ritrovare Loredana, la se stessa che ha perduta.

“Mia cara, lei vuole che riesca a rintracciare Loredana. Ma la Loredana che lei cerca se ne è partita molti, molti anni fa, ed ormai non è più, comunque, la medesima persona. Posso aiutarla a ritrovare quella che lei oggi è diventata, il suo essere, poter essere, dover essere. Percorrendo assieme la metamorfosi che ha attraversato, ma non per ridarle la se stessa che vuole. Perché quella non esiste più. E quindi nessuno è in grado di aiutarla in questo, tantomeno io. Oltretutto, quandanchemai potessi, e non posso, in ogni caso non lo farei. Posso aiutarla, certo, a parlarci, a parlarle, a riparlarsi, ma lei oggi è comunque un’altra. Sarà bello, e nostalgico, ed utile purché entro certi limiti, ma non potrà mai riessere quella donna. Fortunatamente. E dunque…”.

“E dunque va bene”, assentì Loredana Valois Dubuffet, critica d’arte francofrusinate fondatrice e direttrice di ‘Cahiers du dorrleance’, punto di riferimento internazionale per studiosi ed appassionati di mitopoietica. Che ricerca la se stessa perduta, ed amata, quando ancora si amava. “Cominciamo da qui, ché viaggiando con lei chissà quante cose scoprirò anche di me stessa”, dice Elena. Si ferma, apparentemente per caso terminando una frase, di fronte ad un curioso settore della propria Biblioteca. Una parete, piccola rispetto alle dimensioni abituali delle Stanze e dei Saloni, di non più di cinque o sei metri. Bianca. Al centro, appese poco oltre il metro e mezzo, due grosse assi di truciolato tenute da corde a formare un’artigianale libreria. Sembrano il frutto di un’ingegnosa, rudimentale’creazione’ giovanile. Loredana trasalisce, quasi riconoscendo qualcosa. Di proprio. Dagli improvvisati ripiani un piccolo libro, dalla forza così forte che la si percepisce fisicamente, sporge un po’ oltre gli altri, quasi fosse scivolato in fuori proprio per essere preso.

‘Come farsi una cultura mostruosa’ di Paolo Villaggio, blu notte, copertina rigida di cartone duro e pelle (umana?), contiene la summa della summa della summa di tutti i saperi. Del Sapere. Del sapere prendere in giro gli altri. Affianco Romano Battaglia, con le sue ‘Lettere al Direttore’ e ‘Nuove lettere al direttore’, ‘antichi’ testi che strappano un sorriso consapevole. Ed ‘Ultimissime lettere al Direttore, che tanto tra poco lo licenziano’, evidentemente fresco di stampa. E poi le bozze originali, con gli scatti integrali, di un book fotografico di Monica Bellucci che farebbe la felicità di molti, e molte, fianco a fianco ad una raccolta di poesie di Cesar Vallejo, e poi ancora ed ancora libri su libri, forse, probabilmente, tutti i libri di Leonardo Sciascia ed Andrea Camilleri. A terra pizze, cassette, Cd e Dvd di Aristotile Poietici e di Aristide Massaccesi in arte Joe D’Amato, e, poggiate su di esse quasi i successori avessero fatto da base agli antenati, la ‘Commedia Umana’ di Honoré de Balzac e la ‘Comoedia’ di Durante di Alighiero degli Alighieri detto Dante, poi divenuta ‘Divina’. Un altro monticello a parte ed ecco l’intera filmografia di Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi De Curtis di Bisanzio, per tutti Totò, e ci si sente meglio solo a sapere che quei film ci sono, e lui c’è stato, e c’è. E poi, un po’ sopra e un po’ sotto, un po’ parole, un po’ immagini, un po’ musica, Paolo Conte, Mel Brooks, Gabriel Garcia Marquez, Antonio Amado, Francesco Piccolo…

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