Kampala – Il Senatore Luigi Manconi, Presidente della Commissione Diritti Umani del Senato, ha presentato una interrogazione parlamentare al Ministro degli Esteri il 17 maggio sulla situazione in Burundi. L’iniziativa nasce dall’audizione di due leader della società burundese, Maggy Barankitse e Leonidas Htumgimana, che si è tenuta in Senato martedì 10 maggio, alla presenza dell’Onorevole Pia Locatelli, Presidente del Comitato Diritti Umani della Commissione Esteri della Camera.
L’interrogazione – che potrebbe mettere il Governo italiano nella condizione di dover prendere una posizione chiara sul tema – definisce ‘illegale‘ la Presidenza di Pierre Nkurunziza, considerando che la Costituzione della Repubblica del Burundi prevede un limite di due mandati presidenziali. Il Governo italiano ha riconosciuto indirettamente la presidenza a Nkurunziza quando ha presentato le credenziali in Burundi dell’Ambasciatore italiano in Uganda (competente anche per il Burundi), e poi invitando il Ministro degli Esteri, Alain Aumé Nyamitwe, in occasione della Prima Conferenza Ministeriale Italia – Africa, che si è tenuta lo scorso 18 maggio. Invito incomprensibile agli osservatori locali, visto il ruolo che sta giocando Nyamitwe nell’incitamento al genocidio della minoranza tutsi burundese, pronunciato pubblicamente a più riprese dal Novembre 2015. Il Senatore Manconi nella sua interrogazione chiede spiegazioni per questo invito.
Il secondo punto destinato a creare imbarazzo è l’orientamento etnico della repressione di questo regime illegale. «Secondo i racconti pervenuti, la maggior parte delle vittime sarebbe di etnia tutsi, circostanza che suscita molte preoccupazioni per il fatto che la crisi in atto possa innescare una guerra civile come quella che si è consumata in Rwanda tra il 1993 e il 1994», recita il testo dell’interrogazione. Fino ad ora il Governo italiano non ha mai dichiarato l’orientamento etnico del genocidio in corso nel Paese africano, nonostante vi siano numerose testimonianze credibili sui mandanti e movente del triplice assassinio delle tre suore italiane avvenuto a Bujumbura nel settembre 2014. Le testimonianze parlano di un brutale omicidio di Stato teso ad impedire alle tre connazionali di rivelare la prove della preparazione del genocidio, pianificato a partire dal giugno 2014. L’inchiesta sul triplice omicidio è stata affidata da un anno alla Procura di Parma. Non si conoscono gli sviluppi di tale inchiesta.
Manconi chiede al Ministro degli Esteri quali iniziative voglia adottare, in intesa con i partner dell’Unione Europea, affinché la condotta delle autorità burundesi sia conforme agli Atti e alle Convenzioni poste a tutela dei diritti umani che il Burundi ha sottoscritto. Dall’inizio della guerra civile (maggio 2015) il regime di Bujumbura ha violato tutti i trattati internazionali sottoscritti: Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici delle Nazioni Unite; Convenzione ONU contro la Tortura e i Trattamenti e le Punizioni Crudeli, Inumane o Degradanti; Convenzione sui Diritti del Fanciullo; Statuto di Roma (Corte Penale Internazionale). La violazione di questi trattati pone, di fatto, il regime burundese in una posizione fuorilegge di cui la Comunità Internazionale deve prendere atto.
Il Senatore Manconi chiede esplicitamente al Ministro degli Esteri quali siano le iniziative in coordinazione con gli altri Paesi europei da prendere per scongiurare il rischio di nuovi massacri in Burundi. In che modo si intenda agevolare il percorso formale che potrebbe portare all’incriminazione del ex Presidente Nkurunziza dinanzi alla Corte Penale Internazionale, in seguito della decisione del 25 aprile 2016 dalla procuratrice Faou Bensouda di aprire una indagine sulle violenze compiute in Burundi. Quali sanzioni si intende promuovere contro il Burundi, sino a quando non verrà ripristinata la legalità e verrà posto termine alla repressione.