A volte dalle ceneri nasce qualcosa di buono, altre volte, il buono arriva prima ancora della polvere da sparo. E così il Parlamento Internazionale della Legalità con sede in Sicilia, ma conosciuto in tutta Italia e oltre, raccoglie ormai da anni, la voglia di giovani e meno giovani di combattere la mafia. Una sorta di ‘parabola dei talenti’ dove ogni partecipante al Parlamento mette in atto quello che sa fare meglio, ognuno prende con impegno il proprio ruolo, sceglie di essere un tassello di un mosaico che lotta ogni giorno per la speranza, per la gioia. Nicolò Mannino e Salvatore Sardisco, Presidente e Vice Presidente del Parlamento, anno dopo anno hanno costruito dalle ceneri lasciate dalla mafia, dalle bombe, un esercito di ‘uomini di buona volontà’, uomini e donne, ragazze e ragazzi delle scuole che ogni giorno ricordano i morti di mafia, le famiglie delle vittime, gli agenti di scorta, ma non solo.
Il Parlamento e tutti i suoi membri, dialogando con i ragazzi delle scuole vogliono lanciare un messaggio forte, una spinta a quanti, a soli diciassette anni, già sfiduciati del futuro, spesso troppo traballante, non hanno voglia di guardare lontano per paura di incontrare nelle vie complicate dei loro cuori in tempesta la voglia di provare a fare qualcosa di nuovo, qualcosa che possa lasciare il segno.
L’essere insieme cultura e società, Stato e religione, spirito e materia rende il Parlamento internazionale della legalità una vera e propria istituzione che lontana dalla politica, lontana dal denaro, ha raccolto in più di un quinquennio di attività riconoscimenti e onorificenze che vanno oltre il piacere personale, sono segni, piccoli semi, che messi insieme hanno dato vita a tutto questo.
Nicolò Mannino già dal 1985 inizia il suo impegno culturale nel sociale proponendo strategie educative per non cadere nella trappola della malavita organizzata e dal surrogato mafioso che dilagava in ogni settore e mentre Giovanni Falcone scriveva che «la mafia è un’autentica vergogna nazionale», tanti come Nicolò Mannino organizzavano incontri nel mondo scuola per educare i giovani ad amare la vita e tutto ciò che sa di ‘voglia di vivere nella libertà e nella speranza di un mondo migliore’. Il 18 Marzo del 1989 nell’aula magna dell’ITC ‘Marco Polo’ di Palermo, Paolo Borsellino e Nicolò Mannino incontrano i giovani per riflettere sul tema ‘Una Coscienza più forte, per una scuola più unita, oltre il fenomeno mafioso‘.
Paolo Borsellino consegnerà quel giorno dieci schede scritte di suo pugno, con penna verde su carta intestata della Procura della Repubblica di Marsala, a Mannino che richiamano quanto detto a una attenta platea giovanile.
Tra i due nasce una collaborazione tant’è che nel 1991 Paolo Borsellino è alla Sala Consiliare del Comune di San Cipirello per presentare il libro di Nicolò dal titolo ‘Se potessi scriverei un silenzio‘, una raccolta di lettere e testimonianze che inneggiano alla vita, e il cui ricavato sarà devoluto a una comunità di recupero per tossicodipendenti. Nasce intanto un’altra pubblicazione curata da Nicolò Mannino dal titolo ‘Palermo: Capitale dell’Altra Italia‘, e il primo a concedere l’intervista è proprio Paolo Borsellino. Dopo le stragi di Capaci e Via D’Amelio uomini come il Giudice Antonino Caponnetto, insieme a Nicolò Mannino e pochi altri ancora girano l’Italia in lungo e in largo affermando che «Non è tutto finito».
Nasce così, in via di sperimentazione , il progetto formativo culturale Parlamento della Legalità che ha un obiettivo solo: «Potenziare le qualità naturali dei giovani al fine di divenire artefici e protagonisti di un mondo nuovo, impegnandosi nel presente per rendere a colori la vita di chi vive nell’abbandono e nella solitudine. Il tutto partendo da una scuola Palestra di Vita».
Il Giudice Antonino Caponnetto accetta di divenire Presidente Onorario di questo cammino culturale. Successivamente il progetto culturale, visto l’ampio consenso ricevuto e l’attenzione del mondo scuola, diventa ‘Centro Studi Culturale Parlamento della Legalità’ con sede nazionale a San Cipirello, Comune limitrofo a San Giuseppe Jato e a pochi chilometri da Corleone, nella Valle dello Jato, territorio già macchiato da sangue innocente, basti pensare che alle porte di questo Comune oggi sorge il Giardino della Memoria dove è stato sciolto nell’acido il piccolo Giuseppe Di Matteo.
Ed ecco allora che il presidente, Nicolò Mannino, ci racconta meglio questo percorso e per farlo parte dall’inizio, da quando ha deciso di mettere insieme la sua squadra di soldati senza fucile.
Nicolò perché è nato il Parlamento?
Anni d’intensa attività culturale a favore della Vita mi hanno spinto, dopo quel 18 marzo del 1989 quando incontrai Paolo Borsellino all’ITC “Marco Polo” di Palermo e insieme tenemmo una conferenza sul tema ‘Una coscienza più forte per una scuola più unita oltre i fenomeno mafioso‘, a non mollare e dare un senso alla morte di tanti uomini e donne che per una cultura di riscatto e di speranza hanno pagato con la vita. E così con il parere favorevole del Giudice Antonino Caponnetto, coordinatore del pool antimafia fondato da Rocco Chinnici, diedi vita al Parlamento della Legalità e proprio ‘nonno Nino’ accettò la carica di Presidente Onorario. Oggi il Parlamento della Legalità è ‘Internazionale’ con un Vice Presidente di tutto rispetto che è Salvatore Sardisco, e Presidente Onorario il Presidente del Senato Pietro Grasso, madrina Caterina Chinnici, guida spirituale Monsignor Michele Pennisi Arcivescovo di Monreale e tra i soci vi è la professoressa Maria Falcone, il Sottosegretario di Stato alla Giustizia Cosimo Maria Ferri, il Sottosegretario di Stato alla Difesa Domenico Rossi, ambasciatrice del nostro movimento il Ministro della Pubblica Istruzione Università e Ricerca Stefania Giannini.
Quali sono i progetti del 2016?
Ogni Anno quando inauguriamo l’Anno Accademico a Montecitorio presentiamo puntualmente un progetto di ricerca. Quello di quest’anno 2015 /2016 ha come tema l’educazione alla legalità e cittadinanza attiva a partire dal tema dell’Integrazione. A curarlo è stato il magnifico dottor Carlo Pacella (coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico) mentre il Vice Presidente Salvatore Sardisco ha inserito la figura del Capitano Emanuele Basile, ucciso dalla mafia e proprio il 4 maggio invitiamo tanti studenti da diverse parti d’Italia a venire a Monreale dove daremo vita a una grande manifestazione culturale per non dimenticare il sacrificio di questo grande Uomo dell’Arma che ha pagato con la vita il suo concreto impegno contro la mafia.
Quali problemi avete riscontrato nel corso della costituzione del progetto?
Non abbiamo riscontrato tanti problemi, tranne quello di registrare certe volte un certo pessimismo nel notare che la gente è sfiduciata quando si accorge che la ghigliottina della disperazione e della disoccupazione allontana da un concreto impegno a favore di una cultura di giustizia di trasparenza e di legalità pura. Lo Stato deve difendere e tutelare i suoi cittadini, ascoltando il pianto degli ultimi e non i ‘capricci’ della casta, che magari fa pure la parte di recitare l’antimafia che non convince.
Socialmente quanto è importante questo Parlamento?
Il Parlamento della Legalità Internazionale piace e convince perché è una realtà apartitica, interconfessionale e interreligiosa e ha solo uno scopo: educare i bambini, gli adolescenti, i giovani, gli adulti di buona volontà a potenziare il proprio talento naturale per vivere in un ‘presente a colori’. Insomma quasi un dare corpo alla ‘Parabola dei talenti’, e questo vuol dire cooperare insieme ad amare la vita e farla amare.
Avete avuto tanti riconoscimenti cosa ti ha fatto più piacere?
Tanti sono stati i riconoscimenti: il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ci ha inviato già due lettere e in una riconosce al nostro movimento la forte incisività positiva nel tessuto sociale. Anche Papa Francesco ci ha invitato a Roma in Vaticano per partecipare a un suo incontro di Evangelizzazione in questo particolare anno di Giubileo di Perdono e Misericordia. Ci commuovono gli incontri culturali con i giovani nelle scuole. Il loro entusiasmo e la loro gioia ci sprona a non mollare e di continuare nonostante tutto. A noi non interessano i soldi e progetti destinati a rimanere carta scritta, chiediamo solo gioia, entusiasmo, coraggio, determinazione e coerenza perché già qualcuno ha pagato con la vita per i successi di oggi e noi abbiamo un debito da pagare e lo dobbiamo fare con Amore vero e disinteressato.
Mannino e Sardisco, a conclusione di un 2015 pieno di impegni e all’alba di un nuovo anno che li vedrà ancora impegnati nella ricerca della gioia ricordano che «Non è tutto finito», gli sforzi sono tanti, è necessario che ancori altre ne vengano fatti per portare un gioioso inno alla vita, una vita piena, lontana dalle mafie, dalla tristezza, dagli attentati dallo spettro della disoccupazione.