«E adesso che farò non so che dire» canta Pierangelo Bertoli, ed il suo è al contempo affettuoso invocare e grido di ribellione che risolvono poeticamente ‘in avanti’ il lutto della perdita, di ogni perdita, concreta o metafisica che sia, si tratti di affetto, amore o passione civile e politica. ‘E adesso che faranno’ i Cinque Stelle ‘senza papà’ è l’interrogativo su cui ci si esercita dopo la prematura ma purtroppo attesa partenza di Gianroberto Casaleggio. Anzitutto rileviamo, sommamente apprezzandola, la stoica sobrietà con cui personalmente e collettivamente i suoi esponenti e militanti, a partire da Beppe Grillo, hanno affrontato l’immediatezza della scomparsa. Memoria di altri tempi, e migliori, per quanto recenti ma apparentemente dimenticati, in linea con il carattere pubblicamente schivo del soggetto. Provando a dare quindi qualche risposta diciamo che la prospettiva è sostanzialmente tranquillizzante sull’immediato. Per le imponenti Amministrative del 5 giugno è tutto avviato e con più che interessanti aspettative, a partire da Roma ma non solo. A livello locale le difficoltà di Sindaci improvvisati, e in qualche caso improbabili, sono state gestite efficacemente. Per quanto riguarda l’itinerario da qui alle prossime elezioni Politiche nazionali, che continuiamo a ritenere probabili alla scadenza naturale di inizio 2018, è pure in grandissima parte tracciato. Si tratterà sostanzialmente di adeguare la tattica ad una strategia già chiara da tempo. Anche i Gruppi parlamentari di Senato, Camera e Parlamento Europeo sono da tempo ‘stabilizzati’, chi doveva andarsene se ne è già andato, i restanti sono compatti e ‘fedeli alla linea’.
A questo proposito anche un’altra previsione di Casaleggio prima delle Politiche del 24 e 25 febbraio 2013 si è finora realizzata quasi esattamente. «Ci lascerà il venti per cento degli eletti» aveva preconizzato. Dei 54 senatori e 109 deputati (uno nelle circoscrizioni estere) allora ottenuti, ad oggi si sono involati per altri lidi 19 senatori e 18 deputati, complessivamente 37 su 163, quindi il 22,7 per cento. I 35 senatori e 91 deputati rimasti, hanno ormai trovato una forte compattezza. L’elezione di 17 parlamentari alle Elezioni Europee del 25 maggio 2014 inizialmente vista come sconfitta ha in realtà rappresentato un consolidamento politico, e tra loro neanche uno ha abbandonato, segno di una utilmente ridefinita modalità di selezione. Che darà probabilmente affidabili risultati anche al momento del rinnovo delle Camere. Insomma i meccanismi interni funzionano ad ogni livello. Questo nel periodo relativamente breve. E’ sul lungo periodo, con il mutamento di scenari, condizioni ed ambizioni personali e collettive, che la mancanza di Casaleggio nella crescita di un ‘esperimento politico-sociale’ con caratteristiche di assoluta originalità si farà sentire e peserà. Mano a mano che saranno nuove le domande che si porranno e da ‘inventare’, in qualche caso letteralmente, le risposte da dare. Proprio per offrire strumenti di analisi e riflessione abbiamo descritto lo specifico apporto dato sinora alla sua ‘creatura’ dall’informatico milanese con una ‘indagine’ completata alla sua precipitosa partenza, tracciando ne il Contrappunto una sorta di Trilogia di Casaleggio.
Fenomenologia di Gianroberto Casaleggio 25 novembre 2015
L’Italia futura secondo Casaleggio 22 dicembre 2015
Casaleggio tra le stelle 12 aprile 2016
Merita però anche allargare lo sguardo alla intera forza politica, come abbiamo fatto occupandoci più complessivamente di Grillo e dei Cinque Stelle, lo ‘strumento’ nel quale la sua visionarietà si era incarnata incrociando la tenace passione politica dell’attore genovese. Partiamo da Chi ha paura di Beppe Grillo (2016) 3 febbraio 2016, che prendeva spunto dalla ennesima affermazione dello stesso Grillo di voler fare un passo di lato, in coincidenza con la partenza del nuovo tour teatrale. Si rifletteva sulla «ennesima ‘golosa’ aspettativa della fine» di quella ‘banda di eversori’, con una facile previsione «(…) nel caso di un eventuale nostro analogo pezzo tra dodici mesi, se il conteggio dell’anno crescerà naturalmente di un solo numero sino a 2017, quello delle volte in cui, nel frattempo, si sarà annunciata la fine sua, del socio Gianroberto Casaleggio, dell’intero Movimento e dei suoi rappresentanti, crescerà per l’appunto di molto, molto di più. In attesa dell’aggiornamento successivo…». ‘Nel frattempo’ una fine di Casaleggio c’è indubbiamente stata, ma per l’appunto una e una sola, ché per altri versi la sua ‘avventura’ continua e forse si consolida. ‘Chi ha paura di Beppe Grillo?’, in questo caso interrogativamente, era anche il titolo dell’efficace libro di Edoardo Fleischner con Federica De Maria ed Emilio Targia per le Edizioni Selene, un’analisi del 2008 vale a dire ancora agli albori dell’esplosione del fenomeno, e quella paleoanalisi segnaliamo e pure potrà essere utile tornarvi.