Il popolo dei Nenci, originario della Russia, vive nella penisola di Yamal e si sposta quotidianamente per portare il gregge di renne alla ricerca di nuovi pascoli. Secondo gli ultimi dati Census, nella Federazione Russa sono oggi presenti circa 45.000 Nenci, la maggior parte dei quali sono stanziati in Jamalia e in Nenetsia.
I tratti del viso dei Nenci sono simili a quelli del popolo mongolo: fronte piatta, occhi a mandorla, pelle scura e bassa statura. La loro giornata tipica inizia intorno alle 7.00 e, prima di far colazione, un paio di persone appartenenti alla tribù partono in motoslitta per controllare la situazione meteorologica e per fare un vero e proprio sopralluogo della zona, cercando di capire verso quale direzione è meglio dirigersi.
A questo proposito, occorre valutare lo spessore del manto nevoso e capire se le renne possono tranquillamente brucare l’erba della tundra e nutrirsi. Una volta rientrati al campo, si fa colazione, mangiando del pesce crudo, carne di renna anch’essa cruda, pane, marmellata e latte condensato.
Subito dopo le tende vengono svuotate e i bagagli, contenenti vestiti e oggettistica, vengono caricati sulla slitta. Una volta rimosso tutto il contenuto presente nel chum, ovvero nella tenda, si inizia a smontare il campo.
Prima di togliere le pelli di renna, che fungono da copertura calda ed impermeabile, viene rimossa la neve che si è accumulata alla base della tenda, poi vengono rimosse le corde di fissaggio ed il primo strato di pelli. Le pelli vengono stese e accuratamente piegate, al fine di poterle caricare sulle slitte. In seguito, si rimuove il secondo strato di pelli, che a loro volta verranno riposte nella slitta per essere trasportate facilmente. A questo punto, non resta che dissotterrare i pali, che sorreggevano l’intera struttura, e caricarli sulle slitte.
Solitamente, i bambini di 7-8 anni partecipano attivamente al trasloco, anche se poi si concedono una piccola pausa per riposarsi e giocare un po’. I bambini più piccoli, invece, aspettano pazientemente che i loro genitori finiscano di completare le varie fasi dello smontaggio del campo e, nel frattempo, accarezzano i loro cani samoiedo che sono parte integrante della famiglia.
Terminate queste operazioni di routine, i Nenci o nomadi della tundra sono pronti per trasferirsi in altre zone e ricominciare le loro solite attività di pastori erranti.
Questo popolo, di cui spesso non se ne conosce l’esistenza, ha un’origine molto antica. I Nenci si dividono in due gruppi differenti: i Nenci della Tundra (stanziati nel nord) che traggono il loro sostentamento dall’allevamento delle renne, e i Nenci della Foresta che, invece, vivono di caccia e pesca. Un terzo gruppo, soprannominato ‘Gente di Yaran’, è nato dall’unione tra i Nenci e i membri della tribù Ižma, di etnia Komi.
Alcuni storici ritengono che questo popolo si sia separato dal ceppo uralico intorno al 3000 a.C. e che, in seguito, si sia diretto verso est, dove si mescolò con popolazioni di origine altaica intorno al 200 a.C. Coloro che rimasero in Europa furono assoggettati dai russi nel XIII secolo e furono inglobati da tale etnia, ma i gruppi che si spostarono verso est non entrarono in contatto con tale civiltà, almeno fino al XVI secolo, e si stabilirono nella tundra della Penisola di Kanin. Alcuni si stanziarono in piccole comunità di coltivatori, altri continuarono le loro attività di caccia, pesca e allevamento di renne, da cui ancora oggi ricavano cibo e pelli.
I Nenci credono, profondamente, nello sciamanesimo e, fra le varie divinità a cui sono devoti, Num è considerato il Dio supremo, che è presente in qualsiasi elemento naturale ed è la causa di ogni tipo di fenomeno atmosferico. E’ venerato, principalmente, dai Nenci della tundra che due volte l’anno, nel corso delle feste di primavera e autunno, sono soliti donargli grandi renne bianche.
A governare, invece, il mondo dei morti è Nga, figlio di Num. Vi sono poi gli spiriti sovrani della terra e delle acque, tra i quali sono particolarmente venerati quelli che influiscono in maniera significativa sulla vita quotidiana della tribù. I Nenci della Tundra, ad esempio, venerano lo spirito orso, la cui testa viene issata sopra un albero e il lupo, grande predatore delle renne. Lo sciamano, invece, è solito costruire statuette in legno raffiguranti animali, le quali hanno il potere di rendere abbondanti la caccia e la pesca.
Oltre a questi spiriti, vengono adorati anche quelli del focolare, che sono raffigurati su statuette antropomorfe in legno e in pietra, la cui importanza è tale da essere tramandate da padre in figlio. Infine, per quel che concerne la vita ultraterrena, i Nenci credono nella presenza dell’anima che, dopo la morte, o scompare nel nulla o sale in cielo.
Questo popolo ha saputo mantenere nel tempo la sua identità, nonostante le intenzioni del regime sovietico di uniformarli al loro stile di vita e di annientare le loro credenze spirituali. Il regime sovietico, infatti, aveva cercato di obbligare i Nenci a entrare a far parte di fattorie collettive. Le varie tribù erano state smistate in brigate e obbligate a pagare un’imposta in carne di renna. In migliaia si erano, quindi, stabiliti nelle città siberiane, lottando per conservare le loro tradizioni.
La loro sopravvivenza, oggi, è minacciata dal cambiamento climatico e dalla scoperta di giacimenti di gas situati nelle loro zone. Anche se un portavoce di Gazprom, colosso energetico russo, ha riferito che l’azienda starebbe cercando una soluzione per condividere il territorio con la popolazione locale, ma avrebbe riscontrato una forte ostilità in tal senso.
E, in effetti, diversi sforzi da parte dell’azienda sono stati interpretati come miglioramenti per la vita dei nomadi. Tant’è vero che Gazprom verserebbe un salario agli uomini della tribù per l’allevamento e uno alle donne per la gestione domestica.
Comunque sia, il popolo dei Nenci rappresenta la più importante tra le 26 etnie siberiane e non merita affatto l’estinzione. Per questo motivo, l’ONU è intervenuta ufficialmente per ammonire il comportamento del Governo russo e per preservare la tribù dei nomadi siberiani e le loro renne, ricca di cultura e tradizioni secolari.