mercoledì, 29 Marzo
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Grecia, attese per stasera le dimissioni Tsipras

Approvate ieri le controverse riforme necessarie per accedere al terzo pacchetto di aiuti, la Grecia tornerà al voto il prossimo 20 settembre. La decisione è giunta oggi al termine di un incontro fra il premier Alexis Tsipras e i suoi principali consiglieri. Al termine della riunione, fonti governative hanno parlato con i media e con esponenti degli altri partiti. In attesa dell’annuncio ufficiale da parte dello stesso Tsipras, previsto in serata, fonti del governo greco confermano alle agenzia di stampa quanto stava già trapelando.
Secondo il quotidiano ellenico ‘Kathimerini‘, il premier ha cominciato a comunicare direttamente ai leader degli altri partiti la sua decisione di dimettersi per convocare le elezioni  il 20 settembre, esattamente tra un mese. Dopo le defezioni in massa registrate nel suo partito di appartenenza, Syriza, Tsipras non può più contare su una maggioranza stabile. Da qui la decisione – peraltro nell’aria da alcune settimane – del ritorno anticipato alle urne.
Dopo l’ok del suo Parlamento e della Germania, il leader della sinistra greca sorprende dunque ancora una volta detrattori e sostenitori. E punta a consolidare il suo potere politico, mirando al ruolo di statista che guiderà la Grecia fuori dalla pluriennale, drammatica crisi, anche a costo di mandare in pezzi Syriza, la sua coalizione di sinistra. Visto il consenso che gli assegnano nonostante tutto i sondaggi (oltre il 60% dei greci ne approva l’operato), potrebbe anche riuscirci.
Curiosità: con le dimissioni che Alexis Tsipras dovrebbe annunciare questa sera, la Grecia potrà avere, anche solo se per le quattro settimane prima delle elezioni anticipate, il suo primo premier donna, la Presidente della Corte Suprema Vassiliki Thanou-Christophilou. La legge greca infatti prevede che per convocare le elezioni anticipate il premier si dimetta e in questo caso deve essere il magistrato che guida il massimo organismo giuridico del Paese a guidare il Governo provvisorio fino alle nuove elezioni.
In carica dal primo luglio scorso, la 65enne giudice era stata in precedenza vice Presidente della Corte Suprema e Presidente dell’Associazione dei pubblici ministeri greci. Entrata in magistratura nel 1975, è diventata giudice della Corte Suprema nel 2008 e poi vice presidente nel 2014 fino alla nuova nomina meno di due mesi fa.

Passando agli Stati Uniti, in una drammatica coincidenza, a un anno esatto dall’uccisione da parte di un poliziotto di un venticinquenne nero a St.Louis, in Missouri, poco lontano da Ferguson, un altro afroamericano è morto in città per mano di un agente di polizia che ha sparato durante una perquisizione. E in città monta la tensione, con la folla subito scesa in strada in segno di protesta.
La vittima, Mansur Ball-Bey, di 18 anni, era in possesso di un’arma rubata. L’altro giovane, un coetaneo afroamericano, è ancora in fuga. Nell’abitazione sono state trovate tre pistole e delle dosi di stupefacenti, fa sapere il capo della polizia Dotson, aggiungendo che gli agenti coinvolti nella sparatoria erano tutti bianchi, di età compresa tra i 33 e il 29 anni, tutti con circa 7 anni di esperienza.
L’episodio ha avuto luogo proprio mente si radunava in strada una piccola folla per commemorare la morte di Kajieme Powell, un 25enne ucciso da un poliziotto il 19 agosto dello scorso anno, dieci giorni dopo la morte di Michael Brown a Ferguson, che è un sobborgo di St.Louis: episodio che ha dato il via a un’ondata di proteste.
Tra i manifestanti che si sono radunati subito dopo la sparatoria, 9 sono finiti in manette con l’accusa di aver bloccato il traffico. Alcuni di loro avrebbero tirato sassi contro le forze dell’ordine che hanno risposto con i lacrimogeni. Una macchina è stata data alle fiamme e diverse strade sono state bloccate. In conferenza stampa, un portavoce della polizia ha fatto sapere che per controllare i manifestanti sono stati utilizzati gas lacrimogeni. Secondo alcuni media, è stata anche incendiata una casa, ma al suo interno non ci sarebbe stato nessuno.
L’episodio di ieri notte e le conseguenti proteste riportano alla mente casi precedenti di neri morti negli Stati Uniti in incidenti con le forze dell’ordine. A scatenare violente proteste, durate diverse settimane, l’anno scorso fu il caso di Michael Brown, 18enne afroamericano disarmato ucciso lo scorso 19 agosto 2014 da un poliziotto bianco in un sobborgo di St.Louis. La sua vicenda aprì un dibattito in tutto il Paese sul comportamento delle forze dell’ordine nei confronti delle minoranze.

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