Il Presidente Ali Bongo Ondimba è succeduto, nel 2009, a Omar Bongo Ondimba , alla sua morte, continuando il regno della famiglia Bongo, iniziato nel novembre 1967, quando il padre di Ali Bongo succedette al primo Presidente Léon M’ba. Ali Bongo ha mantenuto la carica paterna di Presidente del Parti Démocratique Gabonais (Partito Democratico Gabonese) e ha ricevuto in eredità il titolo di Gran Maestro della Gran Loggia Massonica Regolare del Gabon. Dal 24 ottobre è ricoverato presso il King Faisal Hospital a Riad, prima di entrare in coma. La sua malattia rimane segreto di Stato. L’assenza di informazioni ha originato una valanga di speculazioni, ma è altamente probabile che la causa del ricovero di urgenza sia un ictus.
La Costituzione prevede che in caso di assenza prolungata del Presidente, o di malattia invalidante che non permetterebbe più di svolgere le funzioni di Capo di Stato, venga nominato un Governo provvisorio, con il compito di organizzare le elezioni entro 60 giorni. Nonostante le rassicurazioni fornite ai media stranieri, la malattia di Ali Bongo sembrerebbe proprio invalidante. Un’occasione ottima per l’opposizione, che potrebbe riportare la vittoria elettorale, ponendo termine alla lunga dinastia che ha saccheggiato il Paese in complicità con i francesi, privandolo di un vero sviluppo socio economico. Come in altre finte democrazie africane, le elezioni sono una formalità per offrire al dittatore una parvenza di legalità. Le elezioni amministrative del 30 ottobre, in assenza del Capo di Stato, hanno visto il partito di Ali Bongo ottenere la maggioranza assoluta alla Camera e all’Assemblea Nazionale (l’equivalente del nostro Parlamento). L’opposizione ha ottenuto 17 seggi su 143.
La procedura prevista dalla Costituzione è stata totalmente ignorata. La first lady Sylvia Bongo Ondimba assieme al ‘cardinale Richelieu’ della politica gobonese, Emmanuel Issoze Ngonde, il direttore del Consiglio Brice Laccruche Alihanga e al capo della Guardia Repubblicana, il Colonnello Frederic Bongo, fratellastro del Presidente, hanno nominato il Vice Presidente, Pierre Claver Maganga, Presidente Ad Interim proprio per evitare la nomina del Governo transitorio e le elezioni. Sia l’opposizione che la maggioranza della popolazione parla di golpe istituzionale e l’obiettivo sembra chiaro: mantenere il potere della famiglia Bongo, in caso di morte del Presidente o di uno stato di salute totalmente debilitante.
L’Unione Africana, impegnata in un summit straordinario ad Addis Abeba per sancire l’indipendenza economica e finanziaria del continente dall’Occidente, prima ha dichiarato che la sua missione di osservatori non aveva rilevato incidenti rilevanti o irregolarità che abbiano potuto contaminare il processo elettorale, poi, sabato 17 novembre, il Presidente della Commissione dell’Unione Africana, Moussa Faki Mahamat, si è detto «preoccupato per alcuni sviluppi relativi alla situazione sanitaria del capo dello stato gabonese» e per questo, proprio richiamando il dettame della Costituzione, invoca il rispetto ‘dell’ordine costituito’, e invierà una «missione di informazione e ascolto a Libreville», invitando le forze politiche gabonesi a rispettare la Costituzione. La risposta del Vice Presidente Pierre Claver Maganga Moussavou è stata alquanto evasiva, essendo diventato Presidente Ad Interim. Moussavou si è limitato ad osservare di aver ricevuto autorizzazione dalla Corte Costituzionale per ricoprire certe funzioni in assenza del Presidente.
La popolazione non sembra aver gradito l’iniziativa, ed è pronta a manifestare per ottenere un vero cambiamento democratico. L’Esercito è pronto a fronteggiare le proteste, baionette in canna. I servizi segreti e la guardia repubblicana, guidata dal fratellastro del Presidente, si sono dichiarati favorevoli al colpo di stato costituzionale.
Senza preavviso la Cellula Africana dell’Eliseo -potere occulto che da settant’anni cura gli interessi economici francesi nelle colonie d’oltre mare-, ha immediatamente reagito in difesa della famiglia presidenziale che da 51 anni tutela gli interessi economici francesi in Gabon. Un contingente dell’Esercito francese è stato inviato d’urgenza in Gabon, come rinforzo ai 900 soldati di stanza permanente nel Paese grazie agli accordi di difesa comune siglati nel 1960 e rinnovati nel 2011.
La Francia ha schierato forze armate in Gabon dall’indipendenza di quel paese nel 1960 e in conformità con gli accordi di difesa dell’agosto del 1960. Rispondendo alle linee guida del Libro bianco del 2013 sulla difesa e sicurezza nazionale, gli elementi francesi in Gabon ( EFG) ha sostituito le forze francesi in Gabon (FFG) il 1 settembre 2014.
Fonti interne all’attuale Governo -che non è stato possibile verificare in quanto si tratta di notizie riservate- affermano che il Sesto Battaglione di Fanteria di Marina sarebbe stato rinforzato di altri 1.000 soldati in assetto da combattimento. Secondo elementi di intelligence gabonese, Parigi avrebbe dato l’ordine ai suoi soldati di intervenire in difesa della famiglia Bongo in caso che eventuali proteste si trasformino in azioni rivoluzionarie, o che l’Esercito ne approfitti per un golpe militare. La scusa ufficiale è quella di proteggere i 10.000 cittadini francesi che vivono in Gabon.
L’opposizione ha duramente condannato la mossa della first lady, appoggiata dalla Francia. Andre Adjio, professore di scienze politiche spiega ai media nazionali che «la Corte Costizionale ha permesso la Presidenza Ad Interim anche se questa procedura non è prevista nella Costituzione. Non sappiamo nemmeno se l’attuale incapacità fisica del Presidente sia temporanea o definitiva». Secondo l’opposizione, la popolazione non accetterà facilmente che il clan Bongo continui a regnare, ma la Guardia Presidenziale e i soldati francesi sono pronti a calmare tutti i bollenti spiriti, in quanto il Gabon rimane, per Parigi, una ‘colonia francese d’oltre mare’. E’, quella in corso, una pericolosa crisi politica nello strategico Paese africano.